Parco delle Sabine

Il Parco delle Sabine è un parco del Comune di Roma nel quartiere Porta di Roma-Colle Salario.

Si estende per circa 147 ettari, tra i quartieri di Colle Salario, Porta di Roma, Fidene, Casale Nei e Serpentara, e rappresenta un polmone verde di rilevanza per il quartiere, essendo il terzo parco cittadino più grande di Roma per estensione (ad eccezione di Villa Borghese e di Villa Ada).

Il Parco delle Sabine costeggia parte del viadotto Gronchi su un fronte, Viale Carmelo Bene sull'altro fronte e con il quartiere di Colle Salario (dov’è l’accesso principale pedonale in via Monte Grimano), sempre all'interno del Municipio III del Comune di Roma.

Le costruzioni immobiliari sono in continua crescita. Si tratta di abitazioni moderne e di grande valore economico, soprattutto quelle verso Colle Salario.

Il Parco è molto frequentato dagli abitanti del quartiere di cui fa parte ma anche dai cittadini dei quartieri circostanti.

Durante gli scavi per la costruzione del quartiere Porta di Roma che ospita il Parco delle Sabine sono emersi numerosi reperti tra cui resti di ville, di casali e perfino un mosaico che ad oggi risiede all'interno del vicino centro commerciale Porta di Roma nell'area dedicata chiamata "Fidenae".

Paolo Brogi in un articolo del 2005 del Corriere della Sera scriveva riguardo ai ritrovamenti emersi nella precedente tenuta Redicicoli ora Parco delle Sabine: “Una necropoli rilevante, quella di Fidene, antica cittadina dei Latini e più tardi «municipio» romano: una necropoli a lungo cercata e oggi finalmente localizzata. E poi una rete di strade romane suburbane che portavano verso Sabina e Castelli, compreso un tratto in basolato lungo cento metri. In più alcune ville romane, di cui una munita di un acquedotto locale sotterraneo lungo un chilometro. E ancora: una «mansio-statio», un’osteria che fungeva anche da lupanare, con tre mosaici policromi e uno bianco; un complesso idraulico, probabilmente un santuario, con resti di vasche e tubature, più alcune statue di età imperiale; un tesoro di 144 monete imperiali; una stipe votiva, le fosse in cui venivano gettate le offerte per le divinità, che ha restituito 600 oggetti di terracotta”.

Il progetto inizialmente, a seguito dei ritrovamenti emersi, appoggiato anche dalla Soprintendenza prevedeva la costituzione di un parco archeologico che doveva integrare spazi verdi, residenziali e commerciali.

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