Phoenicurus moussieri

specie di uccello

Il codirosso algerino (Phoenicurus moussieri Olphe-Galliard, 1852) è un uccello passeriforme appartenente alla famiglia dei pigliamosche del Vecchio Mondo (Muscicapidae).[2]

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Codirosso algerino
Maschio
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseTetrapoda
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdinePasseriformes
SottordineOscines
InfraordinePasserida
SuperfamigliaMuscicapoidea
FamigliaMuscicapidae
GenerePhoenicurus
SpecieP. moussieri
Nomenclatura binomiale
Phoenicurus moussieri
Olphe-Galliard, 1852
Nomi comuni

codirosso algerino, codirosso di Moussier

Tassonomia

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Appartiene al genere Phoenicurus, introdotto dal naturalista britannico Thomas Forster nel 1817.[3] La denominazione deriva dal greco antico φοινιξ?, phoinix ("porpora") e ουροσ, -ouros ("dalla coda"),[4] con riferimento al codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus) indicato come specie tipo per il genere.[5]

L'epiteto che caratterizza la specie intende onorare Jean Moussier (1795–1850), naturalista amatoriale e chirurgo dell'armata napoleonica.[6]

Descrizione

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Femmina

Tra i codirosso, è il più piccolo, con una lunghezza di 12 cm e un peso di 14-15 g. Presenta un marcato dimorfismo sessuale nel piumaggio, con il maschio cha ha dorso, testa e ali prevalentemente nere, con una vistosa striscia bianca sopra gli occhi che prosegue lungo il collo e altre due macchie bianche sulle ali. Il sottogola, il ventre e la coda sono invece di un rosso-arancio accesso. Proprio il caratteristico colore della coda ha portato a dare il nome comune di codirosso ai membri del genere Phoenicurus. Il piumaggio della femmina è di un colore castano chiaro su tutta la porzione superiore del corpo, testa, dorso e ali incluse. Anche nella femmina, il sottogola, il ventre e la coda sono arancioni; sebbene tale colorazione risulti meno vivace che nel maschio, è ben più evidente che nelle femmine del codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus).[7]

Distribuzione e habitat

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È una specie endemica stanziale della catena dell'Atlante, nel Maghreb. Predilige le aree rocciose e i boschi radi;[8] vive tra altitudini comprese tra 500 e 3000 m sul livello del mare e i 3000 metri.[1]

Comportamento

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Uova

Il canto del maschio si compone di suoni striduli e di fischi, svi-svi. La chiamata è una singola nota lamentosa. Il codirosso è un uccello insettivoro che insegue e cattura insetti in volo; tuttavia, può anche catturarli al suolo, anche scavando il terreno. Molto raramente può nutrirsi di piccole bacche. Costruisce il nido in un cespuglio o sul terreno; la femmina depone da 3 a 6 uova per covata.[7]

Sebbene prevalentemente stanziale, la specie mostra un comportamento migratorio limitato, prevalentemente di tipo altitudinale, con le aree riproduttive localizzate ad altitudini più elevate in estate, cui segue uno spostamento verso quote più basse in inverno.[8] Esemplari erranti sono stati osservati fin nell'Isole britanniche (Dinas Head, Pembrokeshire, aprile 1988[9]) a nord, in Grecia[7] ad est e in Mauritania a sud.[10]

  1. ^ a b (EN) BirdLife International, Phoenicurus moussieri, in The IUCN Red List of Threatened Species 2018, 2018, DOI:10.2305/IUCN.UK.2018-2.RLTS.T22710069A132085033.en, e.T22710069A132085033.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Chats, Old World flycatchers, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 29 giugno 2024.
  3. ^ (EN) Thomas Forster, A Synoptical Catalogue of British Birds, London, Nichols, Son, and Bentley, 1817, p. 53.
  4. ^ James A. Jobling, The Helm Dictionary of Scientific Bird Names, London, Christopher Helm, 2010, p. 304, ISBN 978-1-4081-2501-4.
  5. ^ (EN) Ernst Mayr e Raymond A. Jr Paynter (a cura di), Check-list of Birds of the World, vol. 10, Cambridge, Massachusetts, Museum of Comparative Zoology, 1960, p. 74.
  6. ^ (EN) Bo Beolen e Michael Watkins, Whose Bird? Men and Women Commemorated in the Common Names of Birds, Helm, Christopher, 2003, p. 241, ISBN 978-0-7136-6647-2.
  7. ^ a b c (EN) D. W. Snow e C. M. Perrins, The Birds of the Western Palearctic, Oxford, Oxford University Press, 1998, ISBN 978-0-19-854099-1.
  8. ^ a b (EN) J. del Hoyo et al. (a cura di), Handbook of the Birds of the World, vol. 10, Barcelona, Lynx Edicions, 2005, p. 773, ISBN 978-84-87334-72-6.
  9. ^ (EN) S. P. Dudley et al., The British List: A Checklist of Birds of Britain (7th edition), in Ibis, vol. 148, 2006, pp. 526–563, DOI:10.1111/j.1474-919X.2006.00603.x.
  10. ^ (EN) V. Salewski, H. Schmaljohann e M. Herremans, New bird records from Mauritania, in Malimbus, vol. 27, 2005, pp. 13-18.

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Collegamenti esterni

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