Piazza Scanderbeg

piazza di Tirana

Piazza Giorgio Castriota Scanderbeg (in albanese Sheshi Gjergj Kastrioti Skënderbeu) è la piazza principale di Tirana. La piazza prende il nome dall'eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Scanderbeg ed è il luogo simbolico dell'Albania, di cui rappresenta idealmente il centro geografico e politico.

Piazza Scanderbeg
Panoramica di piazza Scanderbeg
Localizzazione
StatoBandiera dell'Albania Albania
CittàTirana
Informazioni generali
Tipoarea pedonale
Superficie40 000 m²
Intitolazioneall'eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Scanderbeg
Collegamenti
Luoghi d'interesse
Trasportiautobus
Mappa
Map

Con una superficie di 40.000 m², piazza Scanderbeg è la più grande dei Balcani[1] ed è utilizzata per la celebrazione di eventi sociali, culturali, politici, sportivi, e talvolta per iniziative commerciali.

Storia modifica

 
La piazza nel centenario dell'Indipendenza dell'Albania dai turchi (2012)
 
Particolare della piazza nel 2015

La piazza, posta nel cuore di Tirana, aveva una modesta ampiezza quando vi fu collocato un grande cippo in pietra con l'anno dell'indipendenza albanese, il 1912. Fu allargata dalle truppe austro-ungariche nel 1917; già allora era detta Piazza Skanderbeg (Sheshi Skënderbej) o Piazza del Mercato (Sheshi i Tregut); fu sistemata fra il 1929 e il 1936 dall'urbanista Florestano Di Fausto, che ne realizzò la scenografia cingendola con palazzi che ospitavano vari Ministeri. In epoca comunista le sue caratteristiche ben si prestavano alle sfilate dell'esercito e per le occasioni atte a mostrare la potenza del governo. Con l'avvento del comunismo, nella piazza furono poste la statua di Lenin e quella di Enver Hoxha, successivamente distrutte dal popolo nel 1992.

Nel 1968, nel cinquecentenario della scomparsa dell'eroe della lotta contro i Turchi Ottomani, Giorgio Castriota Scanderbeg, vi fu collocato un suo monumento equestre, opera in bronzo dello scultore albanese Odhise Paskali.

Modellata sotto Re Zog I in stile neo-razionalista, ampliata durante l'unione del Regno d'Albania con il Regno d'Italia (1939 - 1943), nel periodo comunista (1945 - 1992), fu rimaneggiata secondo gli ideali del regime: ampi e ordinati viali che da essa si dipartono costituiscono il centro cittadino e conducono a vari edifici pubblici, all'università, alla Galleria Nazionale d'Arte (ove, fra le altre, sono esposte anche suggestive opere realiste del periodo comunista) e alla Piramide progettata per l'allestimento di un museo dedicato alla vita di Enver Hoxha.

Nel 2017 la piazza è stata completamente ristrutturata, 24.000 m² della sua superficie sono stati pavimentati con un mosaico di pietre naturali provenienti da tutte le terre di lingua albanese, compresi il Kosovo, la Macedonia, il Montenegro e la Grecia, con la presenza di aree verdi che si interpongono tra i vuoti lasciati dagli edifici, delimitando il perimetro della piazza.

La piazza è stata resa completamente pedonale ed è stato costruito un parcheggio sotterraneo.

Luoghi d'interesse modifica

Il fulcro della piazza è la statua equestre dedicata all'eroe nazionale, a fronte della quale, sulla base di simmetrie architettoniche e urbanistiche simboliche, si erge imponente l'edificio in stile razionalista del museo storico albanese. La facciata rettangolare è sormontata da un frontone musivo che illustra i capisaldi della storia dell'Albania nell'ottica del passato regime.

Nella piazza oggi si trovano: la torre dell'Orologio (1821), affiancata dalla moschea Et'hem Bey (1823); il municipio di Tirana (1920); il teatro delle Marionette (1920); la Banca Nazionale dell'Albania (1936); il Palazzo della Cultura; la Biblioteca Nazionale; il Teatro Nazionale dell'Opera e del Balletto (1960); l'Hotel Tirana International (costruito nel 1979 in uno stile di ispirazione sovietica sul luogo dove sorgeva la precedente chiesa ortodossa, rasa al suolo dal regime); il Museo Storico Nazionale (1981); la nuova cattedrale ortodossa (2001-2012) e altri edifici pubblici.

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ Paolo Mossetti, Tirana diversa, su Esquire, 20 ottobre 2022. URL consultato il 1º maggio 2023.

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