Il Pien Collegio era il principale organo esecutivo della Repubblica di Venezia atto principalmente a supervisionare l'amministrazione, la gestione, programmi e gli ordini del giorno del Senato veneziano.

Ricevimento dell'ambasciatore spagnolo presso la Sala del Collegio nel Palazzo Ducale, 1604. Dipinto di Pietro Malombra.

Il Pien Collegio era composta dal doge e dai membri della Serenissima Signoria (sei consiglieri ducali del Minor Consiglio e i tre capi del Consiglio dei Quaranta) oltre a tre consigli di savi ("saggi") incaricati con responsabilità particolari: i sei Savi del Consiglio, i cinque Savi di Terraferma (per le problematiche dei possedimenti della terraferma veneziana) e i Savi agli Ordini (per le questioni marittime).

Anche qua come in altre magistrature superiori la Repubblica impose delle restrizioni sui requisiti all'ammissibilità alla carica per i savi. In particolare i membri dovevano venire eletti dal Senato veneziano e dovevano servire un mandato di sei mesi con l'impossibilità di venire rieletti nello stesso ufficio per i tre o sei mesi successivi[1].

Il Pien Collegio si riuniva tutti i giorni, sotto la presidenza del doge.

I Savi del Consiglio avevano il compito di redigere l'agenda, leggere i rapporti e le missive da inviare all'estero, dare udizione alle ambasciate estere e preparare gli atti da votare da presentare in Senato. Inoltre a propria discrezione, su questioni urgenti in materia di finanza o affari esteri il Collegio poteva preparare degli atti da mettere al voto al Consiglio dei Dieci[2].

Note modifica

  1. ^ Chambers, Fletcher & Pullan, Venice a documentary history, p. 43.
  2. ^ Lane Frederic Chapin, Venice a Maritime Republic, p. 256.

Bibliografia modifica

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