Pietro Marocco

militare italiano

Pietro Marocco (Milano, 14 marzo 1888Malga Durer, 22 ottobre 1915) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale.

Pietro Marocco
NascitaMilano, 14 marzo 1888
MorteMalga Durer, 22 ottobre 1915
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaFanteria
GradoAspirante ufficiale
GuerrePrima guerra mondiale
BattaglieTerza battaglia dell'Isonzo
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare dal 1915 al 1916[1]
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Biografia modifica

Nacque a Milano il 14 marzo 1888, figlio di Francesco e di Luigia Bottinelli.[2] Corridore ciclista dilettante[3] conseguì la patente di assistente edile presso l'Istituto tecnico "Carlo Cattaneo" di Milano e prestato servizio militare di leva nel Regio Esercito in forza al 68º Reggimento fanteria, lavorò in imprese edili.[2] Richiamato alle armi per effetto della mobilitazione generale, nel maggio del 1915, fu assegnato al 159º Reggimento fanteria[4] e pochi giorni dopo raggiunse il fronte, sull’Altipiano di Tonezza.[2] Ammesso a frequentare il corso per allievi ufficiali di complemento, nel mese di settembre fu nominato aspirante ufficiale e rientrò al reggimento, assegnato alla 8ª Compagnia.[2] La sera del 21 ottobre, nel corso dell'azione sulla fronte Valle Orsara-Monte Dürer[5], fu incaricato dal suo comandante di compagnia di verificare l'apertura dei varchi nei reticolati nemici, già parzialmente sconvolti dal fuoco dell'artiglieria italiana.[2] Attraversato il primo ordine di difese, giunse al secondo, trovandolo pressoché intatto, e al comando di una squadra di volontari portatori di tubi esplosivi ritornò sul posto per aprirvi un varco.[2] Ostacolato dal tiro di una mitragliatrice austriaca venne costretto a ripiegare, per non compromettere il buon esito esito dell'azione, ritornò da solo presso i reticolati e riportò indietro mettendoli al sicuro i tubi esplosivi lasciati sul posto.[2] Il mattino successivo, con altro drappello di soldati, ritentò l'azione e visto un fante cadere ucciso, nel generoso tentativo di sostituirlo rimase mortalmente ferito egli stesso, sotto le trincee nemiche.[2]

Con Decreto Luogotenenziale del 20 agosto 1916 gli fu conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] A lui è intitolato il Cimitero militare monumentale di Arsiero[6] nonché l'Istituto comprensivo, e la città di Milano gli ha dedicato una strada[7].

Onorificenze modifica

«Prescelto per il suo noto coraggio, attraversava, di notte, durante il fuoco della nostra artiglieria, la zona in cui scoppiavano le granate, e ne constatava gli effetti sui reticolati nemici. Dopo d’essere riuscito ad attraversare, da solo, il primo ordine di reticolato che era stato distrutto, vi ritornava accompagnandovi la squadra porta - tubi per continuare la distruzione, e, sotto il fuoco di fucileria e di una mitragliatrice, che aveva scoperto ed obbligato la squadra ad abbandonare a circa 5 metri dal secondo reticolato i tubi, riusciva da solo, carponi, a ricuperarli uno alla volta. Il mattino seguente, ritornando con la compagnia presso i reticolati avversari e, guidando ancora i porta tubi, mentre li incoraggiava ad avanzare, sotto il fuoco bene aggiustato del nemico, e ne sostituiva egli stesso uno, che era rimasto ferito, veniva colpito all’inguine e dava eroicamente alla Patria la sua giovane esistenza. Durer, 21 -22 ottobre 1915[8]»
— Decreto Luogotenenziale 20 agosto 1916.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Maria Canella e Sergio Giuntini, Sport e Fascismo, Milano, Franco Angeli Editore, 2009, p. 506.
  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le medaglie d'oro al valor militare dal 1915 al 1916, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 112.
  • Alberto Cavaciocchi, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1915. L'anno della passione: Dalla neutralità all'intervento, Roma, Edizioni Nuova Cultura s.r.l., 2018.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Marocco, Pietro, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 31 marzo 2023.