Pirano (chimica)

composto chimico

In chimica, il pirano è un composto eterociclico esa-atomico non aromatico in cui l'unico eteroatomo è rappresentato dall'ossigeno. Il composto ha formula molecolare C5H6O, peso molecolare 82,10 e possiede due doppi legami.

Pirano
Nome IUPAC
Pirano
Nomi alternativi
Ossina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC5H6O
Massa molecolare (u)82,1005 ± 0,0047 g/mol[1]

C 73,15 %, H 7,37 %, O 19,49 %,

Numero CAS289-65-6
PubChem186148
SMILES
C1C=CC=CO1
Indicazioni di sicurezza
2H-pirano
4H-pirano

Esistono due forme isomere del pirano che differiscono per la posizione dei doppi legami. Nel 2H-pirano il carbonio saturo è quello in posizione 2, mentre il 4H-pirano possiede il carbonio saturo in posizione 4.

Il 4H-pirano fu isolato e caratterizzato per la prima volta nel 1962 attraverso la pirolisi del 2-acetossi-3,4-diidro-2H-pirano.[2] Il composto risultò estremamente instabile, specialmente in presenza di aria; infatti esso disproporziona facilmente in diidropirano e ione pirilio, che viene rapidamente idrolizzato in ambiente acquoso.

Sebbene i pirani non abbiano molte applicazioni pratiche in chimica, la loro importanza risiede nell'essere precursori di diverse importanti biomolecole quali i flavonoidi.

Il termine pirano viene spesso riferito anche ai monosaccaridi che in seguito a ciclizzazione (forma emiacetalica) formano un anello esa-atomico analogo alla forma satura del pirano. Tali cicli vengono definiti piranosici.

Geometria e aromaticità modifica

Entrambi gli isomeri (2H e 4H) del pirano possiedono due atomi con ibridazione sp3 (un carbonio e l'ossigeno), di conseguenza la loro geometria non è planare. Questa è una delle ragioni per cui il pirano non è aromatico, unita alla presenza di solo 4 elettroni pi, che non rispetta la regola di Hückel.

Composti analoghi modifica

Il tiopirano è un bioisostero del pirano, che pertanto con esso condivide le principali proprietà elettroniche.

Note modifica

  1. ^ ATOMIC WEIGHTS OF THE ELEMENTS 2013 http://www.chem.qmul.ac.uk/iupac/AtWt/
  2. ^ Masamune, S.; Castellucci, N. T., γ-Pyran, in Journal of the American Chemical Society, vol. 84, n. 12, 1962, pp. 2452–2453, DOI:10.1021/ja00871a037.

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