Ponte Carrega

ponte di Genova

Il ponte Carrega (in genovese: pônte de Carræ) è un ponte monumentale in pietra a sei campate, risalente al XVIII secolo, che attraversa il torrente Bisagno, nel quartiere genovese di Molassana. Scampato ai bombardamenti delle due guerre mondiali e alle varie alluvioni che hanno coinvolto la città, è posto sotto vincolo di tutela monumentale da parte della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici.[2][3]

Ponte Carrega
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàGenova
AttraversaBisagno
Coordinate44°26′09.24″N 8°57′44.64″E / 44.4359°N 8.9624°E44.4359; 8.9624
Dati tecnici
Tipoponte ad arco
Materialepietra
Realizzazione
Costruzione...-1788
Mappa di localizzazione
Map

«Ponte Carrega, rosso fiore colto dagli occhi una sera; come un ricordo d'amore tra le pagine chiuso.»

Storia modifica

Contesto geografico e antropico modifica

Sin dall'antichità le due sponde della Val Bisagno erano connesse per mezzo di pericolosi guadi o con provvisorie passerelle in legno. Solo in epoca romana e poi in epoca medievale, con il Ponte di Sant'Agata (semidistrutto dalle alluvioni del 1970 e del 1992), furono create la prime strutture stabili per oltrepassare il torrente omonimo, a volte molto impetuoso, che la attraversa.[4]

La necessità di superare il corso d'acqua anche più a valle, e l'assenza all'epoca di una strada sulla sponda di levante, spinse nel 1747 gli abitanti di Montesignano a rivolgersi alla Repubblica di Genova, domandando formalmente l'edificazione di una struttura stabile. Montesignano era stato coinvolto nella Guerra di successione austriaca (1746-1747), e un'arteria di collegamento fra le due sponde della valle sottostante era fortemente voluta dagli abitanti.[5][6]

Costruzione del ponte modifica

La data di inizio della costruzione del ponte non è nota, ma nell'edicola votiva un tempo posta al centro del ponte vi era una targa che indicava il 1788 come data d'inaugurazione.[3] La struttura fu inizialmente edificata con diciotto arcate. Nel 1800, durante l'Assedio di Genova che vide contrapposte le truppe francesi e austriache, volontari della Val Bisagno affiancarono le truppe del generale André Masséna nel difendere la collina e il ponte.[5][6]

All'inizio dell'Ottocento, una parte dell'opera originale fu demolita, accorciando il ponte per far spazio alla strada napoleonica sulla sponda est del fiume.[3]

I restauri e l'epoca moderna modifica

 
I lavori di restauro del 1923, in questa foto è ben visibile l'edicola che riportava la data di edificazione del ponte
 
I lavori di restauro del 1923

Di importanza strategica per i commerci e la difesa della valle, fu restaurato prima nel 1907 e, in particolare, nel 1923. In seguito alla costruzione di via Lungobisagno Dalmazia, infatti, la struttura subì un ulteriore accorciamento con la demolizione di una serie delle campate originali. I lavori del 1923 furono affidati al Consorzio Ligure delle Cooperative, per una spesa di 120.000 lire, con lo scopo di attuare una «reintegrazione del Ponte Carrega e la sua coordinazione con la strada arginale della sponda sinistra del torrente Bisagno».[7]

Il ponte e quella che era l'omonima area circostante sono protagonisti di una prosa di Camillo Sbarbaro, dal titolo di Tramonto a Ponte Carrega, contenuta in Trucioli, e pubblicata nel 1920 da Vallecchi.[1]

Sorprendentemente, nel 2012 il ponte è stato a rischio demolizione nell'ambito di un progetto comunale volto all'allargamento della strada sulla sponda levante, poiché dichiarato incompatibile col rischio idrogeologico dell'area.[8] Dopo la mobilitazione dei cittadini della zona per la ricerca di una soluzione alternativa, l'attenzione è stata portata alla soprintendenza che lo ha posto sotto tutela con apposito decreto dirigenziale regionale.[2][9] La successiva costruzione dello scolmatore del Bisagno ha poi fatto venire meno i rischi paventati e nel 2015 una mozione per la tutela del ponte è stata votata all'unanimità dal Consiglio comunale.[10][11][12]

Nel 2012 è stato collocato al primo posto in Liguria nel censimento I luoghi del cuore del FAI.[13]

Toponimo modifica

Il toponimo Carrega ha una origine incerta. Da un lato, il nome è attribuito alla famiglia Carrega, che nell'area aveva molti possedimenti e si occupò della manutenzione e riqualificazione stessa del ponte. Dall'altro lo si attribuisce al nome originale in lingua genovese, carræ (carraie), ovvero i carri che dall'area transitavano per il trasporto dele merci.

Secondo Amedeo Pescio, l'attribuzione del nome alla famiglia locale dei Carrega sarebbe frutto di una decisione arbitraria, nel suo I nomi delle strade di Genova del 1912 scrisse: «si tradusse arbitrariamente in ponte Carrega il nome genovese di "pônte de Carræ", ossia ponte delle carraie».[14] Il generale Ugo Assereto pubblicò nel 1906 un opuscolo dedicato al nome del ponte in cui affermava:[15] «quel ponte si chiamò sempre in dialetto ponte de Carræe; [...] Carraie si scriveva il nome di quella località in latino da varie centinaia d'anni; dal XIII secolo almeno è accertato! [...] Da tutto questo parmi si possa dedurre come probabile che la località del Bisagno già da secoli detta le Carraie abbia preso il nome delle cave di pietra che in tempi antichi, nella prima parte del medioevo, dovettero esistere in quei dintorni».

Secondo le ricostruzioni moderne della ricercatrice storica Jolanda Valenti Clara, l'effettiva origine del nome sarebbe riconducibile a entrambe le circostanze: sebbene storicamente l'area si chiamasse effettivamente Carrara (o Carræ, in genovese) poiché utilizzata per il transito dei carri, il nome moderno in lingua italiana sarebbe da ricondurre più direttamente alla famiglia Carrega,[16] che contribuì al rifacimento e alla manutenzione dell'opera e possedeva numerose proprietà nell'area omonima.[3] Ciò confermerebbe, peraltro, la teoria di inizio Novecento proposta da Amedeo Pescio sulla "traduzione arbitraria" in lingua italiana del termine genovese carræ.

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ a b Camillo Sbarbaro, Trucioli, Vallecchi Editore, 1920.
  2. ^ a b Vincolo Architettonico, su Liguria Vincoli, Regione Liguria.
  3. ^ a b c d Comune di Genova, Targa descrittiva posta sulla sponda sinistra, 2020
  4. ^ Matteo Marino, Visita all'antico ponte di Sant'Agata, Genova, 17 marzo 2016.
  5. ^ a b L'ultimo vecchio ponte, su Genova Città Segreta, 27 gennaio 2021.
  6. ^ a b Gabriele Rastaldo, Storia dell'ultimo vecchio Ponte... Carrega!, su ilmugugnogenovese.it, 3 aprile 2021.
  7. ^ Ricostruzione di un tratto del ponte Carrega sul torrente Bisagno, in Gazzetta Ministeriale, 2 febbraio 1923.
  8. ^ Nadia Campini, Bisagno, cinque ponti da abbattere per il tram dei sogni, in La Repubblica, 3 marzo 2012.
  9. ^ DDR n. 27/13 (PDF), Ministero per i beni culturali e ambientali, 19/04/2013.
  10. ^   Ponte Carrega - Mozione per la sua salvaguardia, su YouTube, Consiglio Comunale. Risposta alla Mozione 119 del 9 novembre 2012, Consiglio Comunale del 24 febbraio 2015
  11. ^ Val Bisagno: duemila firme al Fai per salvare Ponte Carrega, in EraSuperba, 3 dicembre 2012.
  12. ^ Ponte Carrega, Val Bisagno: il Comune conferma che il bene storico non verrà demolito, in EraSuperba, 25 febbraio 2015.
  13. ^ Donatella Alfonso, Valbisagno, così Ponte Carrega è diventato un "luogo del cuore", in La Repubblica, 6 agosto 2013.
  14. ^ Amedeo Pescio, I nomi delle strade di Genova, A. Forni Editore, 1912.
  15. ^ Ugo Assereto, Ponte Carrega o Ponte delle Carraie, Genova, Carlini, 1906.
  16. ^   Jolanda Valenti Clara, Ponte Carrega, origine e nome, su YouTube, Amici di Ponte Carrega, 11 marzo 2016.

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