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L'abbazia di San Giovanni in Venere è un complesso monastico composto da una basilica e dal vicino monastero, situato a Fossacesia, su un colle adiacente al mare. La derivazione del nome Venere è da attribuire alla presenza nel luogo dove ora sorge l'abbazia di un tempio pagano intitolato a Venere, risalente all'80 a.C. Il primo nucleo del monastero si ebbe nel 540, quando un frate, Martino, fece demolire il tempio, costruendovi un cellario. Tuttavia recenti scavi hanno riportato alla luce resti di un edificio di culto paleocristiano databile intorno al VI-VII secolo. Tra il 2006 e il 2007 ulteriori ritrovamenti archeologici dovuti alla pavimentazione della piazza antistante la basilica hanno riportato alla luce una necropoli italica del V secolo a.C. Intorno all'anno Mille è documentata la prima espansione del monastero: i Conti di Chieti Trasmondo I e Trasmondo II fecero ampliare il cellario, trasformandolo in un'abbazia cassinese, e donarono agli abati vasti terreni e diritti di pedaggio sul vicino Portus Veneris. Nel 1043 all'abbazia fu concessa la protezione imperiale. Intorno al 1076, l'abate Oderisio I, temendo l'avanzata dei Normanni verso la Contea di Chieti, fece fortificare il monastero fondando il castrum di Rocca San Giovanni nel quale furono ospitate molte delle popolazioni sparse nelle campagne d'intorno di "Girli, Lentisco et altre Ville", alle quali nel 1200 l'Abbate Oderisio II concesse uno "statuto" di 31 capitoli, il più antico dell'area, conservato presso l'Archivio di Stato di Roma, Fondo della Congregazione dell'Oratorio, busta 502-5, fascicolo "Statuto di Rocca S. Giovanni".


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