Portale:Magna Grecia e Sicilia greca/Sicilia greca

Sikelia
La Sicilia vista da satellite

«E oltre l'Italia c'è la Sicilia, la terra più fiorente e bella che si conosca. Là ci sono la possente Siracusa e Agrigento, Gela e Selinunte […]»

La Sicilia greca (in greco Σικελία) ha origine nell'VIII secolo a.C., nell'ambito della seconda colonizzazione greca. In quel periodo, diverse spedizioni di coloni calcidesi, ognuna capeggiata da un ecista, fondarono nella Sicilia orientale numerose apoikìai, vale a dire città di nuova fondazione che si distaccano dalla propria città di origine. Il territorio siciliano fu colonizzato da popolazioni greche diverse, ognuna delle quali si stabilì in una zona separata. I calcidesi, stanziatisi sulla costa orientale, fondarono Zancle, Naxos, Leontinoi e Katane; nella parte sud-orientale i corinzi e i megaresi fondarono, rispettivamente, Syrakousai e Megara Hyblaea; nella costa meridionale, nel 688 a.C., cretesi e rodii fondarono Ghelas, che fu l'evento di chiusura della prima fase della colonizzazione. La seconda fase vide invece protagoniste le stesse poleis siciliane, che fondarono varie sub-colonie. Nacquero così, tra il VII secolo e la prima metà del VI secolo a.C., le città di Akrai, Casmene, Himera, Selinunte, Camarina e Akragas. Secondo lo storico greco Tucidide, le prime fondazioni coloniali furono opera di aristoi, aristocratici esclusi dalle città dopo le lotte intestine seguite al ritorno dalla guerra di Troia. Tuttavia, la scelta dei primi siti evidenzia soprattutto una strategia di tipo commerciale: Messina, Naxos, Reggio, Catania e Siracusa sono tutti porti che si trovano lungo una delle rotte commerciali più importanti del tempo ed assumono una funzione sia di base che di controllo.

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