Probino di Como

vescovo e santo romano

Probino di Como o Provino (Provins, IV secoloComo, 420) è stato un vescovo romano, secondo vescovo di Como.

Probino di Como
vescovo della Chiesa cattolica
 
TitoloVescovo di Como
 
NatoIV secolo a Provins
Consacrato vescovo391
Deceduto420 a Como
 
San Probino di Como

Vescovo

 
NascitaProvins, IV secolo
MorteComo, 420
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza8 marzo
Attributibastone pastorale

È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, che ne celebra la memoria l'8 marzo.

Biografia

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Probino era originario della Gallia transalpina e la tradizione medievale lo vuole originario di Pruvinum, l'attuale Provins. Venne inviato alla fine del IV secolo da Ambrogio, anch'egli originario di quelle terre, ad aiutare Felice, primo vescovo di Como, nell'opera di evangelizzazione di quella regione.

Alla morte di Felice, Probino gli successe come vescovo. Non vi sono molte altre notizie su questo prelato, se non che mantenne la sede vescovile presso la basilica di San Carpoforo[1] e che si impegnò a difendere la diocesi comasca dall'eresia ariana. A Probino si attribuisce anche l'edificazione della chiesa dei Santi Gervaso e Protaso (primo quarto del V secolo[2]), che fu il secondo tempio cristiano edificato nella città di Como.[2] Questa chiesa era un piccolo edificio ad aula[3] che, fino al 1883,[2] si trovava nell'attuale via Anzani,[4] nel quartiere un tempo noto con il toponimo, appunto, di San Protaso[1].

Provino morì nel 420.

La tradizione riporta la notizia che fu sepolto proprio nella chiesa dei Santi Gervaso e Protaso[2] ma, nel 1096, Guido Grimoldi fece traslare le spoglie del santo nella chiesa di Sant'Antonio Abate intra moenia, per preservarle da eventuali scorrerie. La chiesa di Sant'Antonio, che ancor'oggi conserva un campanile di origine medievale[5], assunse poi il nome chiesa di San Provino[6]. Dalla chiesa comasca di San Provino, nel 1933 le spoglie del santo furono trasferite al Santuario cittadino del Santissimo Crocifisso[7][8].

Una forte venerazione fu dedicata a questo santo dai credenti della Diocesi di Como: prova ne sono i libri liturgici in uso presso la predetta diocesi fino al Concilio di Trento,[9] oltre alle molte chiese medioevali dedicate a san Provino, le più note delle quali sono la collegiata di Agno, la parrocchiale di Dazio e la già citata chiesa di Como.

  1. ^ a b Santo Robarts - University of Toronto, La cattedrale di Como, Como, : F. Ostinelli, 1897. URL consultato il 12 aprile 2022.
  2. ^ a b c d Facchinetti, p. 100.
  3. ^ a pianta rettangolare, lunga 11,14 m e larga 7,65 m
  4. ^ CODICE ID SITO/RINVENIMENTO: COCE003 (PDF).
  5. ^ Belloni et al., p. 107.
  6. ^ Diocesi di Como, p. 24.
  7. ^ San Provino – Basilica Cattedrale di Como, su coordinamento.diocesidicomo.it. URL consultato il 7 aprile 2022.
  8. ^ La Chiesa di San Provino in Piazza Roma a Como, su Società Archeologica Comense, 19 aprile 2021. URL consultato il 12 aprile 2022.
  9. ^ San Probino, su Sui loro passi. URL consultato l'8 febbraio 2022.

Bibliografia

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  • Siro Borrani, Il Ticino Sacro. Memorie religiose della Svizzera Italiana raccolte dal sacerdote Siro Borrani prevosto di Losone, Lugani, Tip. e Libreria Cattolica di Giovanni Grassi, 1896.
  • Adriano Caprioli, Antonio Rimoldi, Luciano Vaccaro, Diocesi di Como, Brescia, Editrice La Scuola, 1986, ISBN 88-350-7761-3.
  • Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
  • Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Brescia, Editrice La Scuola, 2003.
  • Grazia Facchinetti, IL TESORO DI COMO NEL SUO TEMPO: INQUADRAMENTO STORICO, in NOTIZIARIO del Portale Numismatico dello Stato, n. 16, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., 2022, pp. 87-105.

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