Progetto:Divinazione/Scheda pratica divinatoria

Questa pagina contiene indicazioni sul come organizzare le informazioni relative alla voce del progetto. Se hai dei dubbi su cosa inserire e su come cominciare, queste semplici indicazioni ti possono aiutare. Ricorda che una omogeneità di presentazione dei dati delle varie voci (ovviamente il contenuto è e deve essere diverso) migliora la facilità di comprensione di chi legge.


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Il titolo deve corrispondere alla pratica divinatoria quindi non va usato il nome del praticante. Ad esempio: Cartomanzia e non Cartomante, Aruspicina e non Aruspice.

Incipit

modifica

Note stilistiche (si tratta di suggerimenti, da utilizzare come guida, ma come ogni suggerimento vanno applicati con discrezione, valutando la possibilità che eventuali casi particolari o anomali possono comunque avere la necessità di scostarsi da queste linee di massima):

  • il nome della pratica divinatoria è un nome comune, dunque va scritto in minuscolo nell'incipit (e anche in tutto il resto dell'articolo);
  • il primo paragrafo dell'incipit deve dare la definizione più semplice possibile della pratica, cominciando col nome e di seguito spiegando in cosa consiste;
  • prima di usare il termine "divinazione" nel primo paragrafo, occorre tenere presente che:
    • alcune pratiche sono associate universalmente o popolarmente alla divinazione, e dunque il termine "divinazione" può essere usato nella prima riga senza necessità di chiarirne il motivo: ad esempio la cartomanzia;
    • alcune pratiche sono invece studiate anche dalla parapsicologia e non è sempre chiaro se si tratta di divinazione oppure di chiaroveggenza (se si tratti cioè di un'ispirazione soprannaturale oppure di una capacità del praticante); in questi casi è meglio associare il termine "divinazione" alla pratica in un paragrafo successivo al primo: ad esempio la rabdomanzia;
    • alcune pratiche sono divinatorie più in un senso specialistico del termine che in un senso popolare; in questi casi il termine "divinazione" nel primo paragrafo andrebbe usato con parsimonia ma comunque secondo la sensibilità di chi scrive la voce: ad esempio la chiromanzia oppure l'aruspicina;
  • nel secondo paragrafo va spiegata l'etimologia del termine;
  • nei paragrafi successivi si danno eventuali approfondimenti, sempre di carattere generale, e si elencano gli eventuali sinonimi e le eventuali discipline particolari, quando queste sono spiegate all'interno dell'articolo stesso;
  • poi si scrive il nome comune del praticante, con gli eventuali sinonimi;
  • al termine si può completare l'incipit con una breve spiegazione dell'uso comune del termine, quando questo si discosta dall'uso specialistico.

Qui inizia la pagina di esempio

Primo paragrafo

La cartomanzia è la pratica divinatoria che si effettua tramite la consultazione di un mazzo di carte.

oppure si usa l'imperfetto se la pratica non è più esercitata al giorno d'oggi:

La botanomanzia era la pratica di predire il futuro attraverso l'analisi dell'azione del vento sulle foglie.

Secondo paragrafo

Deriva dal greco ...

oppure

È la composizione di ...

Terzo paragrafo

È conosciuta anche come lettura della mano.

Quarto paragrafo

Chi praticava l'aruspicina era detto aruspice.

Storia della pratica divinatoria, dalle origini ai giorni nostri, ovvero fintantoché è stata praticata.

La pagina di esempio è ancora una bozza e non termina qui