Quinto Aulio Cerretano

politico romano

Quinto Aulio Cerretano (... – Saticola, 315 a.C.) è stato un politico romano.

Quinto Aulio Cerretano
Console della Repubblica romana
Nome originaleQuintus Aulius Cerretanus
Morte315 a.C.
Saticola
GensAulia
Consolato323 a.C., 319 a.C.

Biografia

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Fu eletto console nel 323 a.C. con Gaio Sulpicio Longo, al secondo consolato.[1] A Sulpicio toccò la campagna contro i Sanniti, che rientrati nelle loro città, avevano defezionato il trattato appena firmato con i romani, mentre a Quinto toccò la campagna contro gli Apuli. In entrambi i casi, i romani devastarono i territori dei nemici, senza però riuscire ad arrivare ad uno scontro in campo aperto.[2]

Fu eletto console nel 319 a.C., con il collega Lucio Papirio Cursore.[3] Con la vittoria in un'unica battaglia, Aulio pose fine alla guerra coi Ferentani, dove erando andati a rifugiarsi gli sbandati sanniti, dopo la sconfitta di Luceria.[4]

Nel 315 a.C. fu nominato magister equitum dal dittatore Quinto Fabio Massimo Rulliano.[5] Secondo la versione riporta da Livio, sarebbe morto in uno scontro con i cavalieri sanniti, sotto le mura di Saticola.

«Il maestro di cavalleria Quinto Aulio Cerretano, senza richiedere il parere del dittatore, utilizzando tutti gli squadroni di cavalleria, organizzò un'impetuosa sortita e respinse i Sanniti. ... il maestro di cavalleria romano, la lancia spianata, spronò il cavallo con tanta furia da sbalzarlo (il comandante sannita) esanime di sella al primo colpo. ... I Sanniti in massa scagliarono le loro frecce contro Aulio, che si era spinto imprudentemente in mezzo agli squadroni nemici.»

Livio però riporta[6] che secondo alcuni annali Quinto Aulio fu ucciso nella battaglia di Lautulae, successiva alla scontro sotto le mura di Saticola.

  1. ^ Tito Livio, Ab urbe condita libri, VIII, 37, Livio, che lo nomina Quinto Emilio Cerretano, riporta come alcuni annali si riferiscano al console come Aulio.
  2. ^ Tito Livio, Ab urbe condita libri, VIII, 37.
  3. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 15.
  4. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 16.
  5. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 22.
  6. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 23.