Rastrellamento di Villeurbanne

Il rastrellamento di Villeurbanne fu un arresto di massa di civili che ebbe luogo nel comune francese il 1° marzo 1943.[1]

Targa commemorativa al Café Jacob

Contesto storico

modifica

A partire dal 1942, le forze dell'Asse si trovarono ad affrontare pesanti battute d'arresto, come ad esempio nel caso della battaglia di Stalingrado o dello sbarco degli alleati in Nord Africa, e di conseguenza furono costretti a mobilitare sempre più lavoratori per sostenere lo sforzo bellico. La zona libera francese fu invasa l'11 novembre 1942 con l'avvio dell'operazione Anton e Villeurbanne fu occupata dall'esercito tedesco nel marzo 1943.

Il rastrellamento di civili fu una vasta operazione condotta come rappresaglia per l'attentato del 13 febbraio 1943 contro due ufficiali della Luftwaffe sul Pont des Arts, all'ingresso dei Giardini delle Tuileries a Parigi: lo scopo di questa operazione fu la deportazione di 2 000 ebrei dall'ex zona libera.[2] Il rastrellamento fu parte nel contesto più ampio della guerra di logoramento che i tedeschi avevano deciso di intraprendere. In un decreto emanato il 14 dicembre 1942, Himmler richiese che le varie agenzie di polizia del Reich e dei territori occupati inviassero a lavoro nei campi 35 000 "prigionieri idonei al lavoro"[3] entro la fine di gennaio 1943 e di nuovo entro la fine di giugno 1943; allo stesso tempo, Himmler ordinò che i detenuti dei campi di concentramento lavorassero nelle industrie del Reich. Fritz Sauckel, non riuscendo a ottenere la manodopera sufficiente per l'industria tedesca su base volontaria, istituì il Service du travail obligatoire (STO).[4] Nella regione di Lione, la requisizione di manodopera avvenne sfruttando l'arresto degli appartenenti alla resistenza e all'opposizione: nell'ottobre 1942 scoppiarono degli incidenti a Oullins, alla periferia di Lione, dove sui treni fu scritto "Laval assassino!".[5]

L'operazione

modifica

Il 1° marzo 1943, i soldati di Gestapo e SS,[6] aiutati dalla Milice française (istituita il 30 gennaio 1943), isolarono un intero quartiere di Villeurbanne, tra l'attuale stazione della metropolitana Flachet - Alain Gilles e Place Grandclément.[7] In totale furono arrestati 300 uomini di età compresa tra i sedici e i sessant'anni e radunati al Café Jacob, all'angolo tra Boulevard Eugène-Réguillon e Place Grandclément: di questi, 150 furono tenuti nel cortile del collegio Immaculée-Conception e successivamente in 138 furono portati la sera stessa alla stazione di Villeurbanne.[7] Furono caricati su vagoni e portati vicino a Compiègne,[8] quindi deportati in Germania, con il convoglio nº 3 del 16 aprile e con il convoglio nº 4 del 20 aprile.[9] Arrivarono a Mauthausen, dove furono assegnati al campo principale, ai kommando annessi o deportati in altri campi. In 45 morirono nei campi, 73 sopravvissero fino alla liberazione e 15 morirono nei mesi successivi al loro ritorno.[7]

Memoria

modifica
 
Via 1er-mars-1943

Ogni 1° marzo Villeurbanne ricorda questo tragico evento. Le commemorazioni sono organizzate dal municipio e dalle associazioni per la memoria della Shoah e della deportazione, oltre a una messa nella chiesa di Place Grandclément a cui partecipano le autorità civili, i veterani e le famiglie dei deportati (la domenica più vicina al 1° marzo). Seguono le cerimonie civili in vari punti emblematici del rastrellamento, tra cui la stazione di Villeurbanne.

La città di Villeurbanne ha dedicato una strada a questa retata.

  1. ^ La rafle du 1er mars 1943, su lerizeplus.villeurbanne.fr.
  2. ^ (FR) Serge Klarsfeld, Le Calendrier de la persécution des juifs de France, Librairie Arthème Fayard, 2001, pp. 1375-1384.
    «Comme première mesure de représailles élaborée en commun par le Commandement militaire, par l’ambassade et par la Sipo-SD, il est prévu de déporter 2000 Juifs. Cette opération se solde, pour le département du Rhône, par l’arrestation et la déportation de 79 juifs. Elle est toutefois sérieusement contrecarrée par l’attitude des autorités italiennes ainsi que par les réticences de Vichy sans qui les arrestations massives sont impossibles»
    .
  3. ^ (FR) Thomas Fontaine, Chronologie de la répression et des persécutions, su www.massviolence.org, Online Encyclopedia of Mass Violence..
  4. ^ Sur les chemins de la Résistance à Lyon | Chemins de mémoire, su www.cheminsdememoire.gouv.fr. URL consultato il 10 agosto 2024.
  5. ^ (FR) François Marcot, Dictionnaire Historique de la Résistance, Éditions Robert Laffont, 2006, p. 625.
  6. ^ La rafle du 1er mars 1943, 1/2 - Le Rize+, su lerizeplus.villeurbanne.fr. URL consultato il 10 agosto 2024.
  7. ^ a b c Rafle du 1er mars 1943 - Le Rize+, su lerizeplus.villeurbanne.fr. URL consultato il 10 agosto 2024.
  8. ^ (FR) Beate Husser, Françoise Leclère-Rosenzweig e Jean-Pierre Besse, Frontstalag 122 Compiègne-Royallieu, Edition du Conseil général de l’Oise, 2008..
  9. ^ Thomas Fontaine e Manuel Maris, CONVOI du 20 AVRIL 1943. COMPIEGNE - MAUTHAUSEN, su wagon-deportation.fr.. Citato in (FR) Fondation pour la Mémoire de la Déportation (a cura di), LIVRE-MEMORIAL des déportés de France arrêtés par mesure de répression et dans certains cas par mesure de persécution 1940-1945.

Bibliografia

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica