SV Vulpeculae è una stella variabile nella costellazione della Volpetta. Dista 8000 anni luce circa dal sistema solare e la sua magnitudine apparente varia +6,62 a + 7,79[3] in un periodo di 45 giorni[4].

SV Vulpeculae
SV Vulpeculae
ClassificazioneSupergigante gialla
Classe spettraleG2,5Iab
Tipo di variabileCefeide
Periodo di variabilità45,028 giorni
Distanza dal Sole7986 anni luce
CostellazioneVolpetta
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta19h 51m 30,906s
Declinazione+27° 27′ 36,83″
Dati fisici
Raggio medio211-235 R
Temperatura
superficiale
5 140 K (media)
Luminosità
4765[1] L
Metallicità125% del Sole[2]
Dati osservativi
Magnitudine app.6,62 (min)
7,79 (max)
Magnitudine app.6,74
Magnitudine ass.-6,21
Parallasse0,80 mas
Moto proprioAR: -1,50 mas/anno
Dec: -6,57 mas/anno
Velocità radiale-1,5
Nomenclature alternative
AAVSO 1947+27 HIP 97717, HD 187921, SAO 87829

Coordinate: Carta celeste 19h 51m 30.906s, +27° 27′ 36.83″

Caratteristiche fisiche modifica

Situata 2º a ovest della stella di quarta magnitudine 15 Vulpeculae, SV Vulpeculae è una variabile cefeide, una di quelle a più largo periodo che si conoscano, comparabile ad esempio a RS Puppis, e il suo tipo spettrale medio è G2,5Iab, che la pone nella categoria delle supergiganti gialle. Il suo raggio, anch'esso variabile così come classe spettrale e temperatura, è enorme, e varia da 211 a 235 volte quello del Sole. Sulla massa non c'è un completo consenso: Neilson et al. (2008) stimano una massa di 14,2 volte quella solare per SV Vulpeculae[5] mentre Hohle (2010) indica un valore molto più basso, di 6,9 masse solari[1].

Note modifica

  1. ^ a b Hohle, M. M.; Neuhäuser, R.; Schutz, B. F., Masses and luminosities of O- and B-type stars and red supergiants, in Astronomische Nachrichten, vol. 331, n. 4, 2010, p. 349. URL consultato il 24 agosto 2012.
  2. ^ Amplitudes of single-mode Cepheids (Klagyivik+, 2009) Dati sul sito VizieR
  3. ^ SV Vul (General Catalogue of Variable Stars)
  4. ^ Groenewegen, M. A. T., Baade-Wesselink distances and the effect of metallicity in classical cepheids, in Astronomy and Astrophysics, vol. 488, n. 1, 2008, pp. 25-35, DOI:10.1051/0004-6361:200809859.
  5. ^ Neilson, Hilding R.; Lester, John B., On the Enhancement of Mass Loss in Cepheids Due to Radial Pulsation, in The Astrophysical Journal, vol. 684, n. 1, 2008, pp. 569-587, DOI:10.1086/588650. URL consultato il 24 agosto 2012.

Collegamenti esterni modifica

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