Santa Savina

martire cristiana

Savina (260 circa – Milano, 30 gennaio 311) è stata una martire milanese all'epoca dell'imperatore Diocleziano; è venerata come santa dalla Chiesa cattolica.

Santa Savina
Incisione tratta da Acta S. Savinae Trissinae et Naboris et Foelicis Martyrum, 1627, di padre Gaspare Trissino.
 

Martire

 
Nascita260 circa
MorteMilano, 30 gennaio 311
Venerata daChiesa cattolica
Ricorrenza30 gennaio

BiografiaModifica

 
Tomba di santa Savina, sopra l'altare dell'omonima cappella presso la basilica di Sant'Ambrogio a Milano

Savina nacque probabilmente a Milano o a Lodi dalla nobile famiglia Morigi e si maritò con un patrizio della famiglia Trissino[1]. Rimasta presto vedova, trascorse buona parte della propria vita dedicandosi a opere caritatevoli. Ai tempi delle persecuzioni dei Cristiani sotto l'imperatore Diocleziano, si occupò dei corpi martirizzati di Nabore e Felice, due soldati romani rei di aver abbracciato la fede cristiana, provvedendo alla loro sepoltura dopo la decapitazione nei pressi di Lodi.

La leggenda narra che, volendo poi traslare di nascosto i resti dei due martiri a Milano, Savina li nascose in una botte, dichiarando ai doganieri di trasportare miele o vino: al controllo, i soldati trovarono effettivamente tali prodotti, dando luogo al miracolo. Così i corpi dei due martiri arrivarono a Milano dove il vescovo Materno si occupò di organizzare per loro una più degna sepoltura nella basilica detta naboriana.

Le vicende di Santa Savina[2] sono raccontate da un ciclo di affreschi presente in Palazzo Trissino a Vicenza, nella sala della Giunta Comunale (già sala di Santa Savina), realizzato attorno al 1665 da Giulio Carpioni (1613-1678)[3] e vennero narrate da Gaspare Trissino, padre somasco, nel 1627[4] e nel 1855 da Francesco Trissino[5].

Santa Savina è ricordata dalla Chiesa cattolica il 30 gennaio, giorno della sua morte. Le sue spoglie seguirono quelle dei martiri da lei accuditi presso la basilica naboriana e dal 1868 sono conservate sopra l'altare dell'omonima cappella all'interno della basilica di Sant'Ambrogio a Milano.

 
Le sante Eugenia, Savina e Cristina aprono la teoria delle sante e martiri nel mosaico di sinistra nella basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna.

NoteModifica

  1. ^ Secondo il libello di Francesco Trissino, Vita di Santa Savina, Savina nacque a Lodi da un Trissino che da Vicenza si trasferì in Lombardia e sposò un ignoto nobile lodigiano, che presto la lasciò vedova.
  2. ^ Vedi anche Francesco Barbarano, Historia ecclesiastica della città, territorio e diocesi di Vicenza, 1649, libro I, capitolo LII, pag 121 e segg.
  3. ^ La sala della Giunta Comunale dedicata alla santa è decorata da un fregio affrescato riportante le fasi salienti della vita di Savina: la santa comunione, il carcere insieme a Nabore e Felice, Savina trova i corpi martirizzati di Nabore e Felice, Savina invoca l'aiuto degli angeli, il trasporto delle ceneri dei due martiri, la consegna delle ceneri al vescovo, visita degli angeli prima del martirio di Savina, S. Savina e la SS. Trinità. L'affresco fu danneggiato dai bombardamenti del 1945, ma è stato ben restaurato nel 1957. Franco Barbieri e Mario Saccardo, Scamozzi a Vicenza – Palazzo Trissino Baston, 1996, pagg 258-263.
  4. ^ Gaspare Trissino, Acta S. Savinae Trissinae et Naboris et Foelicis Martyrum, 1627.
  5. ^ Francesco Trissino, Vita di Santa Savina, corredata di opportune note, per cura e opera del Francesco Trissino vicentino, discendente del ceppo medesimo dell'illustrissima di lei prosapia, 1855.

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