Sindrome da alimentazione notturna

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La sindrome da alimentazione notturna è un disturbo del comportamento alimentare, descritto per la prima volta nel 1955 da Stunkard, la cui comparsa per essere definita patologica deve essere continuativa per più di un mese.

Sindrome da alimentazione notturna
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM307.59
MeSHD000074043

Caratteristiche modifica

Tale disturbo si compone di tre fasi che si manifestano quotidianamente nella persona affetta. Inizialmente, al mattino, prova disgusto al pensiero del cibo; in seguito si evolve nella direzione opposta dell'assimilazione incontrollata di cibo (iperfagia) durante la notte per via della difficoltà nell'addormentarsi, fino ad arrivare all'insonnia[1].

Sintomatologia modifica

Fra i sintomi e i segni clinici si evidenziano:

.[2]

  • Bassa stima di sé

Eziologia modifica

Si sospetta che il disturbo sia legato ad anomalie ormonali, legato quindi alla melatonina e alla leptina, ma le cause reali sono ancora sconosciute.

Terapia modifica

Farmaci antidepressivi come lo Zoloft hanno dimostrato una qualche utilità clinica.

Note modifica

  1. ^ sui disturbi alimentari, su something-fishy.org. URL consultato il 16 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2007).
  2. ^ Night Eating Syndrome Is Associated with Depression, Low Self-Esteem, Reduced Daytime Hunger, and Less Weight Loss in Obese Outpatients - Gluck et al. 9 (4): 264 -, su obesityresearch.org. URL consultato il 16 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2008).

Bibliografia modifica

  • Giordano Invernizzi, Manuale di Psichiatria e Psicologia clinica, terza edizione, Milano, McGraw-Hill, 2006, ISBN 88-386-2393-7.

Voci correlate modifica