Pietro Caetani, VI duca di Sermoneta: differenze tra le versioni

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Quando era sul punto di intraprendere una nuova campagna militare nelle Fiandre, Pietro dovette rinunciarvi per la morte improvvisa del padre che richiese la sua immediata presenza nel feudo di famiglia a [[Sermoneta]] dove la situazione del banditaggio era divenuta insostenibile grazie anche alle scorribande di Giovanni Aguzzetto e della sua banda. La situazione dei briganti, che si trascinava ormai da tre generazioni, spinse Pietro a consigliare al suo vassallo a Cisterna di scendere ad accordi coi banditi, nell'intento di placare gli animi e sfruttare l'occasione per uccidere l'Aguzzetto. Ad ogni modo, quando la notizia delle intenzioni del Caetani si riseppe in società, provocò un notevole scandalo perché il papa giunse a considerarlo un traditore dello stato per essere sceso a compromessi con dei criminali.
 
Abbandonando temporaneamente l'emergenza dei banditi, ottenne il permesso di rientrare a Roma dove nel giungogiugno del [[1593]] sposò Felice Maria Orsini, figlia di Ferdinando, duca di Gravina. Papa [[Clemente VIII]] gli concesse ufficialmente il perdono, e Pietro per tutta risposta decise di ritirarsi in campagna per curarsi della sifilide che ancora, periodicamente, lo affliggeva.
 
===Gli ultimi anni===