Tin Toy: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
prosa
rilettura
Riga 42:
 
== Produzione ==
Sul finire degli anni ottanta, la [[Pixar Animation Studios]] era una piccola compagnia di grafica al computer. L'azienda aveva istituito un piccolo reparto di animazione, diretto da [[John Lasseter]], con lo scopo di realizzare cortometraggi per promuovere le potenzialità dei suoipropri prodotti. Questo settore aveva prodottorealizzato già tre corti, che si erano distinti per aver introdotto importanti innovazioni tecniche nell'ambito dell'animazione al computer: l'[[Mosso (fotografia)|effetto mosso]] in ''[[The Adventures of André and Wally B.]]'', la [[Shadow mapping|resa delle ombre]] in ''[[Luxo Junior]]'', e la resa di personaggi organici e di effetti di pioggia ne ''[[Il sogno di Red]]''<ref>{{cita|Price|p. 89}}.</ref>. La situazione economica della compagnia risultava però precaria, per via soprattutto delle scarse entrate che produceva il principale prodotto della ditta, la [[workstation]] Pixar Image Computer per gestire ed elaborare immagini digitali, tanto che anno dopo anno era costantemente in perdita e solo gli investimenti personali del proprietario [[Steve Jobs]] la tenevano ancora in vita<ref name="Price104">{{cita|Price|p. 104}}.</ref>.
 
Nell'autunno del 1986 gran parte dei membri della compagnia si riunirono presso la Stillwater Cove, vicino a [[Fort Ross]], per ideare un nuovo software che fosse pensato completamente per il lavoro dell'animatore. Dai loro sforzi nacque Menv ("Modeling Enviroment"), poi rinominato Marionette, il primo programma creato appositamente per facilitare il flusso di lavoro di un animatore, separando le varie fasi dell'animazione: modellazione, poianimazione rinominatoe Marionetteilluminazione<ref name="Amidi22">{{cita|Amidi|p. 22}}.</ref><ref name="history">{{cita video|titolo=The Pixar Shorts: A Short History|url=https://www.youtube.com/watch?v=3-8C1x4tXAQ|accesso=27 novembre 2019|data=6 novembre 2007|editore=[[Walt Disney Pictures]]|lingua=en}}</ref>. Il cortometraggio ''Il sogno di Red'', realizzato dalla Pixar nel 1987, aveva infatti mostrato l'obsolescenza del software in utilizzo all'epoca, Motion Doctor, e, per mostrare l'applicazione del nuovo programma, venne approvata la produzione di un nuovo corto, che prese forma come ''Tin Toy''<ref name="Amidi22"/>. La difficile situazione economica dell'azienda, tuttavia, faceva sì che gli animatori fossero restii a chiedere a Jobs il finanziamento, ben consapevoli che sarebbe stato riluttante a concederlo<ref name="Isaacson180">{{cita|Isaacson|p. 180}}.</ref>. Nella primavera del 1988, durante una riunione, i rappresentanti della Pixar esposero infine a Jobs i loro progetti per il nuovo corto. A Lasseter venne chiesto di illustrare l'idea attraverso degli [[storyboard]], spiegando le azioni dei personaggi, le loro motivazioni e recitando le varie parti; la passione mostrata dal regista convinse Jobs a stanziare il budget di {{formatnum:300000}} [[dollaro statunitense|dollari]] per finanziare l'opera<ref name="Isaacson180"/><ref name="Price104"/>: «Credevo in quello che John stava facendo. La sua era arte. Gli stava a cuore e stava a cuore a me»<ref name="Isaacson181">{{cita|Isaacson|p. 181}}.</ref>. Il suo unico commento alla fine della presentazione fu: «Tutto quello che ti chiedo, John, è di renderlo grandioso»<ref name="Isaacson181"/>. Secondo il parere di Ralph Guggenheim, a capo della sezione d'animazione: «[Lasseter] non stava soltanto proponendo un nuovo film, stava proponendo la sopravvivenza del gruppo»<ref name="Price104"/>.
 
[[File:John Lasseter 2 cropped 2009.jpg|thumb|right|John Lasseter, sceneggiatore e regista di ''TIn Toy'', alla [[66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia]]]]
 
Ispirato dalla nascita della figlia Julia, l'animatore William Reeves propose l'idea di realizzare un neonato umano per il cortometraggio<ref name="Amidi22"/>. Anche lo spunto che ebbe Lasseter, basato sull'osservazione del nipote intento a mettere in bocca qualsiasi giocattolo gli capitasse a tiro, prevedeva un protagonista umano. «Dal punto di vista dei giocattoli il bambino doveva sembrare un terribile mostro!», osservò Lasseter, che venne quindi spinto a ideare una storia dalla prospettiva di un giocattolo<ref name="historyAmidi22"/><ref name="Amidi22history"/>. Il passo successivo fu scegliere il giocattolo protagonista. In questo caso, il regista, avido collezionista di giocattoligiochi, venne ispirato dalla visita fatta nel 1987 al museo dei giocattoli di latta a [[Yokohama]], in [[Giappone]]<ref name="commento">{{cita video|autore=[[John Lasseter]]|titolo=Commento audio al corto Tin Toy|data=6 novembre 2007|editore=[[Walt Disney Pictures]]|lingua=en}}</ref><ref name="Amidi23">{{cita|Amidi|p. 23}}.</ref>. Per rendere il più realistico possibile il neonato protagonista, soprannominato Billy<ref name="Price105">{{cita|Price|p. 105}}.</ref>, il team di produzione fece dei calchi da bambole in commercio, per poi tracciare le linee che avrebbero composto il modello in [[wireframe]] al computer<ref name="Amidi23"/>. Una bacchetta, detta Polhemus, tracciò i punti di riferimento sul modello in argilla. Tuttavia, la pressione fattaesercitata sul modello cambiava da punto a punto in quanto il tecnico non riusciva a premere con uguale intensità ogni volta. Lasseter stesso commentò il risultato dicendo che: «Quando univi tutti i punti insieme su una singola superficie sembrava che il personaggio avesse la cellulite», ma giustificò l'effetto dicendo che Tinny vede il bimbo come la rappresentazione di un mostro e il risultato si amalgamava di conseguenza con il tono e il contesto della storia<ref name="Amidi23"/>.
 
Grazie all'articolo di Keith Waters, ''A Muscle Model for Animating Three-Dimensional Facial Expression'', Reeves riuscì ad applicare al modello una serie di muscoli facciali per permettere al personaggio espressioni realistiche. Tuttavia, i primi tentativi restituirono una faccia increspata e rugosa<ref name="Amidi23"/><ref>{{cita web|autore=Richard W. Stevenson|url=https://www.nytimes.com/1991/08/04/business/pixar-opens-horizons-for-pluto-dumbo-et-al.html?pagewanted=all|titolo=Pixar Opens Horizons for Pluto, Dumbo et al.|editore=[[The New York Times]]|data=4 agosto 1991|accesso=27 novembre 2019|lingua=en}}</ref>. Le reazioni di Billy vennero accuratamente pianificate dopo la lettura delle ricerche di [[Paul Ekman]] e Wallace V. Friesen sul [[sistema di codifica delle espressioni facciali]]<ref name="Amidi23"/>. Il risultato finale, che mantiene comunque parte delle caratteristiche della prima versione, mostrò un miglioramento in questo senso. Anche nella versione definitiva, tuttavia, il corpo di Billy manca di naturalezza nei movimenti e di concretezza corporea e il suo pannolino ha un'atipica solidità. Questi furono compromessi a cui Lasseter dovette rassegnarsi, essendo il corto gravato da limiti di tempo e dalla tecnologia ancora in fase di sviluppo<ref name="Amidi23"/><ref name="Price105"/>.
Riga 60:
 
== Accoglienza e riconoscimenti ==
Nonostante il corto non fosse completo, il pubblico di ricercatori e ingegneri del SIGGRAPH al quale venne mostrato lo accolse con una [[standing ovation]]<ref name="Price105"/>. A questi elogi si unirono nel corso degli anni le valutazioni positive di pubblico e critica, che ne esaltarono l'innovazione e la tecnica in esso contenute. Luke Bonanno lo definì «uno dei migliori cortometraggi Pixar»<ref>{{cita web|url=http://www.dvdizzy.com/pixarshorts-vol1.html|titolo=Pixar Short Films Collection, Volume 1|autore=Luke Bonanno|accesso=27 novembre 2019|lingua=en}}</ref>, altri scrissero che il corto costituiva «un affascinante assaggio di una neonata forma d'arte»<ref name="Adam">{{cita web|url=http://www.dvdverdict.com/reviews/pixarcollection1.php|titolo=Pixar Short Films Collection: Volume 1|autore=Adam Arseneau|data=3 dicembre 2007|accesso=27 novembre 2019|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120130000039/http://www.dvdverdict.com/reviews/pixarcollection1.php|dataarchivio=30 gennaio 2012}}</ref>, mentre molti lodarono la capacità di emozionare in così pochi minuti e di aver saputo «racchiudere l'intera gamma di emozioni che un giocattolo prova quando viene usato da un bambino»<ref>{{cita web|url=http://www.dvdverdict.com/reviews/pixarshortsbluray.php|titolo=Pixar Short Films Collection: Volume 1|autore=Michael Stailey|data=2 febbraio 2008|accesso=27 novembre 2019|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120127104039/http://www.dvdverdict.com/reviews/pixarshortsbluray.php|dataarchivio=27 gennaio 2012}}</ref>. Alcune critiche vennero rivolte alla resa del personaggio di Billy, chegiudicata fupoco definitoverosimile «l'animazioneal piùpunto da apparire grottesca, spaventosa e inquietante nella storia di questa forma d'arte»<ref name="Adam"/>. Le reazioni negative a Billy contribuirono a popolarizzare e a far prendere seriamente in considerazione il concetto di [[uncanny valley]] nell'ambito dell'industria cinematografica<ref>{{cita web|url=https://mashable.com/2012/04/03/uncanny-valley/|titolo=Why Creepy Uncanny Valley Keeps Us on Edge|data=3 aprile 2012|accesso=27 novembre 2019|lingua=en}}</ref>.
 
Grazie a ''Tin Toy'', la Pixar vinse il suo primo [[Premio Oscar]], quello al [[Oscar al miglior cortometraggio d'animazione|miglior cortometraggio d'animazione]] nell'[[Premi Oscar 1989|edizione del 1989]]. Il premio simboleggiò il riconoscimento dell'animazione al computer come una forma d'arte a pieno titolo da parte dell'industria cinematografica e al di fuori del circuito dei festival specializzati, come lo era il SIGGRAPH<ref name="Price106">{{cita|Price|p. 106}}.</ref>. Robert Winquist, a capo del programma per i corsi d'animazione dei personaggi al California Institute of the Arts, affermò: «L'animazione al computer prenderà il sopravvento a breve, a tutti gli animatori consiglio di mettere giù la matita e l'[[aerografo]] e di farla in un'altra maniera»<ref>{{cita|Price|p. 106}}.<name="Price106"/ref>.
 
Gli altri premi raccolti da ''Tin Toy'' nel 1989 compresero il Seattle International Film Festival Award per miglior cortometraggio<ref>{{cita web|url=https://www.siff.net/the-golden-space-needle-awards/golden-space-needle-history-1985-1989|titolo=Golden Space Needle History 1985–1989|editore=[[Seattle International Film Festival]]|accesso=28 novembre 2019|lingua=en}}</ref> e il World Animation Celebration Award per la miglior animazione assistita al computer<ref>{{cita web|url=https://www.imdb.com/title/tt0096273/awards|titolo=Tin Toy - Awards|editore=[[IMDb]]|accesso=28 novembre 2019|lingua=en}}</ref>. Nel 2003, il corto venne incluso nel [[National Film Registry]], l'archivio di film scelti dal [[National Film Preservation Board]] degli Stati Uniti per la loro conservazione nella [[Biblioteca del Congresso]], essendo «film culturalmente, storicamente o esteticamente significativi», con la motivazione di aver rivoluzionato l'animazione statunitense tramite le sue innovazioni<ref>{{cita web|url=https://www.loc.gov/today/pr/2003/03-211.html|titolo=Librarian of Congress Adds 25 Films to National Film Registry|editore=[[Biblioteca del Congresso]]|data=16 dicembre 2003|accesso=27 novembre 2019|lingua=en}}</ref>.
 
== Eredità culturale ==
Il cortometraggio risultò importante per aver introdotto un'ampia gamma di innovazioni nell'industria dell'animazione. Queste riguardarono l'introduzione diil unprimo personaggio umano realizzato interamente in digitale, l'uso di nuove tecniche di [[rendering]] atte ad aggiungere dettagli sulla superficie degli oggetti ([[texture mapping]] e [[bump mapping]], entrambi realizzati per la prima volta grazie al software [[RenderMan]]), i movimenti di camera più elaborati e il numero di inquadrature più alto di qualsiasi altra opera realizzata interamente in computer grafica fino ad allora<ref name="Amidi22"/><ref>{{cita web|url=http://www.pixar.com/shorts/tt/behind.html|titolo=Pixar - Tin Toy - Behind the Scenes|editore=[[Pixar]]|accesso=27 novembre 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110208024854/http://www.pixar.com/shorts/tt/behind.html|dataarchivio=8 febbraio 2011|urlmorto=sì}}</ref><ref name="Amidi22"/>. Il corto fu anche il primo e unico filmato, insieme a delle sequenze create dalla [[Industrial Light & Magic]] destinate all'attrazione di un parco a tema, a essere renderizzato su un computer RM-1, un hardware prototipo basato su un precedente computer addetto al rendering, chiamato Reyes Machine, progettato come un [[plugin (informatica)|plug-in]] del RenderMan, che si rivelò tanto ambizioso quanto fallimentare<ref>{{cita|Apodaca e Gritz|p. 509}}.</ref>.
 
''Tin Toy'' fu il primo lavoro Pixar a toccare il tema dei giocattoli che prendono vita, che sarebbe poi stato la premessa del primo lungometraggio dello studio: ''[[Toy Story - Il mondo dei giocattoli]]''<ref name="Amidi24"/>. Agli inizi degli anni novanta, la Pixar iniziò a prendere accordi con la [[The Walt Disney Company|Disney]] per produrre ilun primointero film animato al computer. Il progetto andò in porto, ma considerando troppo brusco il passaggio da cortometraggi di pochi minuti a un lungometraggio di un'ora e mezza, la Pixar si propose di realizzare uno special da mezz'ora per valutare se fosse in grado di gestire una produzione che si avvicinasse a quella di un film vero e proprio. Spinti dalla vittoria agli Oscar di quell'anno, i realizzatori misero in cantiere uno speciale televisivo natalizio dal titolo ''A Tin Toy Christmas''<ref name="Christmas">{{cita web|autore=Jim Hill|url=http://jimhillmedia.com/editor_in_chief1/b/jim_hill/archive/2007/12/14/tube-thursday-the-pixar-holiday-special-you-never-got-to-see-tin-toy-christmas.aspx|titolo=The Pixar TV special you never got to see, "A Tin Toy Christmas"|lingua=en|data=14 dicembre 2007|accesso=27 novembre 2019}}</ref>. L'idea di base era che Tinny fosse parte di un set di giocattoli suonatori che non ha successo e rimane invenduto per anni. Separato dagli altri componenti, Tinny finisce per errore in un negozio di giocattoli della nostra epoca, dove fa la conoscenza di svariati personaggi, tra cui un morbido orso rosa di nome Lotso<ref name="Christmas"/><ref>{{cita web|editore=[[Rotten Tomatoes]]|p=2|autore=Luke Goodsell|url=https://www.rottentomatoes.com/m/toy_story_3/news/1888969/2/its_toy_hell_says_toy_story_3_director/|titolo="It's Toy Hell," Says Toy Story 3 Director|lingua=en|data=18 giugno 2010|accesso=27 novembre 2019}}</ref>. Il progetto fu abbandonato perché la rete televisiva che avrebbe dovuto produrlo non poteva affrontare la spesa necessaria (secondo il regista [[Pete Docter]] lo speciale avrebbe richiesto una somma diciotto volte superiore al budget concesso)<ref name="Christmas"/>. Molti dei personaggi e delle situazioni presenti in quella bozza vennero riadattati in quanto la Pixar immaginò che la sua creatura, Tinny, avrebbe trovato spazio in ''Toy Story - Il mondo dei giocattoli'', ma quest'ultimo si sviluppò in maniera differente, senza il protagonista del corto. Il personaggio di Lotso, tuttavia, venne adattato per il terzo capitolo della saga: ''[[Toy Story 3 - La grande fuga]]''<ref name="Christmas"/>.
 
A testimonianza dell'influenza che ha avuto ''Tin Toy'' nello sviluppo di ''Toy Story'', il giocattolo di latta Timmy venne inserito in dei brevi [[cameo]] nei film della serie. In ''[[Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa]]'' compare in uno spot pubblicitario quando Hamm cambia di continuo canale sulla televisione, mentre in ''[[Toy Story 4]]'' appare nella parte di un giocattolo che fa entrare Bo Peep in un vecchio flipper trasformato in una discoteca per giocattoli<ref>{{cita web|autore=Ian Sandwell|url=https://www.digitalspy.com/movies/a28098115/toy-story-4-easter-eggs-references/|titolo=Toy Story 4's best Easter eggs and references|editore=[[Digital Spy]]|data=23 giugno 2019|accesso=27 novembre 2019|lingua=en}}</ref>.