Strage di Bologna: differenze tra le versioni
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Lo stesso Bolognesi ha scritto, con Roberto Scardova, il libro ''Stragi e mandanti. Sono veramente ignoti gli ispiratori dell'eccidio del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna?'' (2012) in cui è stata ipotizzata un'unica strategia anticomunista internazionale, attuata in [[Grecia]] con la [[dittatura dei colonnelli]], in Italia con la [[Strategia della tensione in Italia|strategia della tensione]], comprendente falsi ''golpe'' di avvertimento e reali stragi, di cui Bologna fu il culmine, e in [[America Latina]] con i colpi di Stato ([[Golpe cileno del 1973|Cile]], [[Processo di riorganizzazione nazionale|dittatura argentina]]) dell'[[operazione Condor]], con mandanti originari uomini dei servizi segreti anglo-americani, importanti politici italiani e stranieri. La strategia della tensione sarebbe partita da prima della fine della [[seconda guerra mondiale]] con la costituzione, in ambito fascista, della struttura parastatale denominata [[Noto servizio]] o «Anello», il cui capo durante la Repubblica, secondo quanto detto anche da Licio Gelli, sarebbe stato [[Giulio Andreotti]]. Lo stragismo avrebbe quindi da sempre usato manovalanza neofascista, neonazista, criminali comuni e mafiosi e avrebbe goduto di finanziamenti esterni provenienti dall'estero (sia dalla NATO, sia dal petrolio della [[Libia]] di Gheddafi, in affari segreti con i governi di Andreotti e con l'[[Eni]] di [[Eugenio Cefis]]) e da faccendieri italiani<ref>{{cita web|autore=Daniel Agami|url=http://www.culturaeculture.it/2013/03/stragi-e-mandanti/28205|titolo=Recensione del libro Roberto Scardova e Paolo Bolognesi, Stragi e Mandanti Aliberti editore, Reggio Emilia|sito=culturaeculture.it|data=19 marzo 2013|accesso=18 luglio 2014}}</ref>.
Dopo la morte di Licio Gelli, nel 2015, Paolo Bolognesi ha ribadito la sua convinzione che l'ex capo della P2 fosse il mandante e l'organizzatore della strage, in vista di un nuovo tentativo di ''golpe'' previsto secondo lui nel
Nel 2017 la Procura di Bologna ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sui mandanti, in quanto non esisterebbero evidenze che legano gli esponenti della P2 Licio Gelli, [[Umberto Ortolani]] (entrambi deceduti) e suo figlio [[Mario Ortolani|Mario]], né l'organizzazione Gladio, alla pianificazione o finanziamento della strage come sostenuto nella denuncia, e non si può escludere che i NAR abbiano agito da soli, in nome del loro «spontaneismo armato» neofascista che li avrebbe spinti a rifiutare ogni collaborazione con forze da loro ritenute borghesi e colluse col «sistema» che essi volevano combattere<ref name=rain>{{Cita news|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/strage-di-bologna-pm-non-sono-emersi-elementi-concreti-su-finanziamenti-da-gelli-ortolani-Paolo-Bolognesi-sassociazione-vittime-su-mandanti-non-finisce-qui-8f04cbb5-e008-46e8-bace-f139b879a52d.html|titolo=Strage Bologna, pm: non sono emersi "elementi concreti" su finanziamenti da Gelli-Ortolani|pubblicazione=[[Rai News]]|data=9 marzo 2017|accesso=11 maggio 2017}}</ref>. L'11 febbraio
== Vittime ==
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