Le avventure di Cherea e Calliroe: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 212:
[[File:Bibliotheque bude.JPG|thumb|I libri della collezione [[Francia|francese]]: ''[[Collection Budé]]'', nella quale si trova anche la versione di Molinié sul romanzo di Caritone.]]
* [[Michelangelo Giacomelli]]; fu un arcivescovo italiano che nel [[1752]] tradusse il romanzo in [[lingua italiana]] a [[Roma]] e la sua versione venne poi ristampata a [[Venezia]] nel [[1755]]<ref>{{Cita|Chariton - Ed. DEDALO|pag. 9}}.</ref> e ancora a Parigi nel [[1788]] e in seguito a [[Pisa]] nel [[1816]] a cura di [[Sebastiano Ciampi]]<ref>{{Cita|Biografia universale antica e moderna, 1828|pag. 423-424}}.</ref>.
* [[Nikolaus Joseph von Jacquin]]; celebre medico, chimico e botamicobotanico olandese, divenne un autore d'eccezione quando copiò per interno una versione del romanzo di Caritone; tale scritto è conservato presso la [[Biblioteca nazionale austriaca|Österreichische Nationalbibliothek]] di [[Vienna]] in [[Austria]]<ref>{{Cita|Chariton - Ed. DEDALO|pag. 105}}.</ref>.
* M. Larcher tradusse il romanzo in [[lingua francese]] e venne stampato nel [[1763]]; della sua versione si fecero altre ristampe a [[Parigi]] nel [[1797]] e custodite presso la Biblioteca dei romanzi greci<ref>{{Cita|Biografia universale antica e moderna, 1828|pag. 423}}.</ref>.
* Guillelmi Adriani Hirschig; pubblicò a Parigi nel [[1856]] un libro divenuto noto con il titolo di ''Erotici scriptores'', nel quale ha tradotto anche il romanzo greco di Calliroe<ref name=notauno/><ref>Guillelmus Adrianus Hirschig, Partenio, ''Erotikon logon syngrapheis: Erotici scriptores : Parthenius, Achilles Tatius, Longus, Xenophon Ephesius, Heliodorus, Chariton Aphrodisiensis, Antonius Diogenes, Iamblichus ex nova recensione Guillelmi Adriani Hirschig : Eumathius ex recensione Philippi Le Bas : Apollonii Tyrii Historia ex cod. Paris. edita a J. Lapaume : Nicetas Eugenianus ex nova recensione Boissonadii : Graece et Latine cum indice historico'', Ambrosio Firmin Didot, 1856 - 713 pagine.</ref>.