Gattara: differenze tra le versioni

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[[File:Gattara.jpg|miniatura|Una gattara romana]]
 
La '''gattara''' o più raramente il '''gattaro'''<ref name=":0">{{Treccani|gattaro|Gattaro|v=si}}</ref> è una persona che dedica parte del proprio tempo all'assistenza dei [[Felis silvestris catus|gatti]] [[Randagismo|randagi]], ospiti dei [[Gattile|gattili]] o territoriali delle colonie feline. In passato era più frequente si trattasse diTipicamente una donna, ma oggi i volontari delle associazioni animaliste sono equamente distribuiti in entrambi i sessi.<ref name=":0" /><ref name="Sabatini Coletti">{{Sabatini Coletti|gattara}}</ref> Lala figuragattara dellanella gattaratradizione è un personaggio [[Folclore|folcloristico]] e [[Stereotipo|stereotipato]], non di radospesso connotato in negativo. In tempi moderni le [[ItaliaAnimalismo|associazioni animaliste]], solohanno daglidato annivita 1980-1990a hafigure conquistatodi un[[Volontariato|volontari]] parzialeambosessi riscattodediti comealla attivitàcura didei gatti, ospiti dei [[volontariatoGattile|gattili]] nelo quadroterritoriali delladelle Lcolonie feline. 281/1991La loro attività si sovrappone in parte all'azione delle tradizionali gattare, riscattandone parzialmente l'immagine.<ref>{{cita|Mannucci|p. 99}}.</ref><ref>{{cita legge italiana|tipo=legge|anno=1991|mese=8|giorno=14|numero=281}}.</ref>
 
== Etimologia ==
Il termine ''gattaro'' risulta attestato in [[Lingua italiana|italiano]] solo dal 1988,<ref name="Sabatini Coletti" /><ref>{{cita libro|titolo=Grande dizionario italiano dell'uso|curatore=[[Tullio De Mauro]]|editore=UTET|città=Torino|anno=2000}}</ref> sebbene l'attività sia tipica del sesso femminile, molto più antica e diffusa in tutte le maggiori città della penisola. Il lemma è regionale (centromeridionale) e in particolare [[Dialetto romanesco|romano]], come testimonia il suffisso -''aro'' ([[Lingua latina|latino]] -''ariu''[''m'']) aggiunto alla radice ''gatt''- ([[Latino volgare|tardo latino]] ''cattu''[''m'']) e preferito al [[Dialetto toscano|toscano]] -''aio''.<ref>{{Treccani|dialettismi_(Enciclopedia-dell'Italiano)|Dialettismi}}</ref> A [[Firenze]] il gattaro è detto ''gattaio'', anche in documenti ufficiali, mentre nel [[Italia settentrionale|settentrione]] ([[Milano]], [[Venezia]]) resiste per la forma femminile la locuzione ''mamma dei gatti'', del resto documentata in [[Dialetto milanese|milanese]] nelle ''[[Note azzurre]]'' del [[Carlo Dossi|Dossi]] (1912) come ''mamm di gatt'', malgrado i dizionari anche dialettali che ignorano a lungo il concetto. Nel corso del [[XX secolo]] il sostantivo nella sua forma femminile''gattara'' ha avuto a lungo connotazione spregiativa.<ref name="Mannucci 101-102">{{cita|Mannucci|pp. 101-102}}.</ref>
 
== Storia ==
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== Volontariato ==
Dalla fine del XX secolo, l'azione delle gattare ha finito per inglobarsi almeno in parte nell'attività di cura dei randagi da parte dei ''tutor'' delle colonie feline. L'attività che la normativa delinea è più articolata e complessa della semplice nutrizione degli animali, e comporta relazioni con le autorità competenti a livello comunale e provinciale, collaborazione con i servizi veterinari, attuazione di norme igieniche e pratiche di [[Sterilizzazione (medicina)|sterilizzazione]] delle femmine per il controllo delle nascite. In Italia sulla materia dispone la legge quadro 281/1991.<ref>{{cita|Mannucci|''passim''}}.</ref><ref>{{cita legge italiana|tipo=legge|anno=1991|mese=8|giorno=14|numero=281}}.</ref>
 
== Note ==