Nino Manfredi: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== Gioventù ===
Saturnino Manfredi nacque a [[Castro dei Volsci]]<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/manfredi-saturnino-detto-nino_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=Manfredi, Saturnino, detto Nino|accesso=28 febbraio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160312114450/http://www.treccani.it/enciclopedia/manfredi-saturnino-detto-nino_(Enciclopedia-Italiana)/|dataarchivio=12 marzo 2016|urlmorto=no}}</ref>, un paesino [[Ciociaria|ciociaro]]borgo sito all'epoca in [[Provincia di TerraRoma]]<ref>[https://books.google.it/books?id=0QTsCoLXzEcC&pg=PA182&dq=castro+de+volsci+dizionario+geografico&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjoq5ny2Zf0AhVyNKYKHbRBAHoQ6AF6BAgHEAI#v=onepage&q=castro%20de%20volsci%20dizionario%20geografico&f=false diR. LavoroAltavilla, (1860-1927)|provincia''Il diRegno Terrad'Italia: didizionario Lavoro]geografico'', 1873]</ref> (confluito poi, nel [[1927]], nell'allora costituitasi [[provincia di Frosinone]]), il 22 marzo del [[1921]], primogenito dei due figli di Romeo Manfredi e di Antonina Perfili, provenienti entrambi da famiglie contadine. Il padre, arruolato in [[Polizia di Stato|Pubblica Sicurezza]], dove raggiunse il grado di [[maresciallo]], nei primi anni trenta venne trasferito a [[Roma]], dove Nino e il fratello minore Dante crebbero, trascorrendo l'infanzia nel quartiere di San Giovanni.
 
Dopo le [[scuola secondaria di primo grado in Italia|scuole medie]], si iscrisse come semiconvittore al ''Collegio Santa Maria'', da dove però scappò varie volte, finché fu costretto a proseguire gli studi da privatista. Nel 1937 si ammalò gravemente di [[tubercolosi]]<ref>{{Cita web |url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/10/08/nino-manfredi-io-gay-contro-intolleranza.html|titolo=Nino Manfredi: Io, gay contro l'intolleranza|autore=Silvia Fumarola|editore=ricerca.repubblica.it|data=8 ottobre 2001|accesso=17 dicembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170926041436/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/10/08/nino-manfredi-io-gay-contro-intolleranza.html|dataarchivio=26 settembre 2017|urlmorto=no}}</ref> e restò a lungo in [[sanatorio]]. Qui imparò a suonare un [[banjo]] da lui stesso costruito ed entrò nel complessino a [[plettro]] dell'ospedale. Dopo un'esibizione, avvenuta nello stesso sanatorio, della [[compagnia teatrale]] di [[Vittorio De Sica]], iniziò ad appassionarsi alla recitazione<ref>{{Cita news|url=http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/11/08/news/nino_manfredi_story-100032545/?refresh_ce|titolo=Nino Manfredi Story, viaggio tra vita artistica e privata|pubblicazione=Repubblica.it|data=7 novembre 2014|accesso=25 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180705180641/http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/11/08/news/nino_manfredi_story-100032545/?refresh_ce|dataarchivio=5 luglio 2018|urlmorto=no}}</ref>.
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==== Televisione ====
In [[televisione]] esordì nel 1956 nello [[sceneggiato televisivo|sceneggiato]] ''[[L'Alfiere (miniserie televisiva)|L'Alfiere]]'' diretto da [[Anton Giulio Majano]]; nel 1959 ottenne un importante successo di pubblico con la sua partecipazione a ''[[Canzonissima]]'', con la [[regia televisiva|regia]] di [[Antonello Falqui]]; qui creò la [[macchietta]] di "Bastiano, il barista di [[Ceccano]]", la cui battuta tormentone ''Fusse che fusse la vorta bbona'' (soprattutto come invito all'acquisto del biglietto della [[Lotteria Italia|lotteria]]) entrerà nel [[linguaggio]] comune. Riuscì persino a convincere l'amico [[Marcello Mastroianni]], anch'egli d'origini ciociare, notoriamente restio ad apparire in televisione, a esibirsi in una scenetta insieme a lui.
 
[[File:Nino Manfredi Erminia Ferrari matrimonio 14-luglio-1955.jpg|thumb|Nino Manfredi ed Erminia Ferrari il giorno del matrimonio. Al centro riconoscibile [[Paolo Panelli]] fra i testimoni]]