Torre dell'orologio (Venezia): differenze tra le versioni

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Il restauro interno ed esterno della torre venne iniziato nel marzo del 1858 sotto la direzione dell'ingegner Giannantonio Romano. L'intervento più importante fu il rifacimento della volta dell'ultimo piano che sosteneva il peso della campana e dei Mori. Venne realizzato un arco di sostegno rinforzato con sei tiranti in ferro e il vecchio pavimento in legno foderato di piombo venne sostituito con lastre di pietra al fine di realizzare una terrazza praticabile. Altro importante intervento fu il rifacimento e innalzamento di circa un metro del basamento su cui posavano le campane e le statue dei Mori, così che esse potessero essere viste più facilmente dalla piazza sottostante. All'interno vennero sostituite le scale in legno con una unica scala a chiocciola in metallo che conduce dal primo piano all'ultimo, e una seconda scala a chiocciola per salire sulla terrazza protetta da una botola a cupola. Interventi minori riguardarono gli esterni, il mosaico e la pittura delle parti decorative delle facciate, sia quella che dà su Piazza San Marco sia quella che dà sulla Merceria. Altri interventi riguardarono la sistemazione di marmi e intonaci delle ali della costruzione. I lavori edili furono considerati conclusi il 23 febbraio 1859 a seguito di positivo collaudo da parte della Commissione all'Ornato.<ref>{{cita|Erizzo|pag. 121-129}}</ref>
 
Per quanto riguarda l'orologio venne dato l'incarico al professor Luigi De Lucia che iniziò i lavori nel giungogiugno del 1858. Il principale intervento di De Lucia fu quello di realizzare, come richiesto, un sistema che consentisse di leggere le ore e i minuti dalla piazza anche di notte. A questo fine vennero costruite due grandi ruote metalliche di forma [[dodecagonale]], chiamate ''tambure'' i cui lati erano costituiti da pannelli zincati traforati che riportavano uno i minuti (in intervalli di 5) e l'altro le 12 ore. I minuti erano scritti in numeri arabi e le ore in numeri romani, in modo che fossero facilmente distinguibili gli uni dalle altre onde evitare confusione. All'interno delle ruote erano poste delle lampade a gas che di notte rendevano visibili i numeri attraverso i trafori. Le ''tambure'' vennero sistemate nei due vani ai lati della statua della Madonna, al posto delle porte che si aprivano per far passare la processione dei Magi. Le ''tambure'' vennero anche dotate di un meccanismo che ne consentiva un agevole spostamento per consentire alla processione dei re magi di avvenire durante le occasioni previste. Oltre alle ''tambure'' De Lucia realizzò altre non secondarie modifiche al meccanismo dell'orologio, sostituendo il pendolo, modificando l'ancora e il sistema di [[scappamento]] e altre parti del meccanismo.<ref>{{cita|Erizzo|pag. 130-141}}</ref>
 
La facciata principale venne restituita alla vista in occasione della festa dell'Ascensione, il 2 giugno 1859, giorno in cui venne anche riattivato l'orologio.<ref>{{cita|Erizzo|pag. 128}}</ref>