Palazzo Diomede Carafa: differenze tra le versioni

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Secondo il Chiarini, che riprese notizie di [[Bernardo De Dominici]], il progetto del palazzo medievale preesistente appartiene a [[Masuccio Primo]],<ref name=Mazz/> mentre nell'attribuzione del progetto del palazzo vengono avanzate tuttavia anche altre teorie, tra le quali si ipotizza che la paternità dell'opera sia da ricondurre ad [[Angelo Aniello Fiore]], scultore e architetto a cui si deve il progetto del [[palazzo Petrucci]], con il quale ci sono diverse analogie architettoniche, e che lavorò con i [[Carafa (famiglia)|Carafa]] per lungo tempo e che realizzò per loro un sepolcro alla famiglia nella [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Napoli)|chiesa di San Domenico Maggiore]].
 
Il palazzo successivamente passò al figlio di Diomede e ancora dopo, poiché i conti di Maddaloni non ebbero eredi, divenne proprietà del ramo dei Carafa di Columbrano, che lo ristrutturarono riportandolo ai vecchi splendori dopo anni di abbandono. Dopo la morte della duchessa [[Faustina Pignatelli]], moglie di [[Francesco Carafa di Columbrano]], il palazzo ritornò di nuovo nell'oblio e nel 18151813 venne acquistato da Francesco Santangelo <ref name=Mazz/>, che lo adibì a museo privato e il cui figlio Nicola Santangelo fu Ministro degli Interni dal 1831 al 1847 durante il Regno di Francesco I prima e di Ferdinando II delle Due Sicilie poi. Nicola Santangelo insieme ai fratelli Felice, sovrintendente al Reale Albergo dei Poveri, e Michele contribuì ad arricchire le raccolte presenti costituite dalla collezione di monete greco-romane, oggi custodita al Museo archeologico di Napoli , dalla pinacoteca con circa 350 quadri e dalla collezione di vasi etruschi e greco-romani . [[//mann-napoli.it/numismatica/]]
[[File:Facciata Principale Palazzo Carafa.jpg|thumb|Facciata bugnata rinascimentale Palazzo Carafa Santangelo]]
 
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Nel cortile del palazzo è custodita inoltre la copia in terracotta della ''[[Testa di cavallo (Donatello)|Testa di cavallo]]'' bronzea, parte di un monumento equestre che [[Donatello]]<ref name=Mazz/> non ultimò mai per il re [[Alfonso V d'Aragona]]. La scultura donatelliana rimase in loco fino al 1809, quando l'ultimo principe Carafa di Colubrano la donò al [[Museo archeologico nazionale di Napoli]], sostituendo così l'originale con la copia in terracotta, che fu in quest'occasione addossata alla parete di fondo del cortile.
== Museo Santangelo ==
Francesco Santangelo [1], acquistò nel 1813 il [[Palazzo Diomede Carafa]] che adibì a museo privato; Nicola Santangelo insieme ai fratelli Felice, sovrintendente al Reale Albergo dei Poveri, e Michele contribuì ad arricchire le raccolte presenti costituite dalla collezione di monete greco-romane, oggi custodita al Museo archeologico di Napoli , dalla pinacoteca con circa 350 quadri e dalla collezione di vasi etruschi e greco-romani . [[//mann-napoli.it/numismatica/]]