Mombasiglio: differenze tra le versioni
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=== Prima del marchesato di Ceva ===
Attorno all'anno [[1000]] con la costruzione del [[castello di Mombasiglio]], la località fu feudo dei signori di Carassone.<ref
È molto probabile che poi Mombasiglio passò in mano [[Olderico Manfredi II]]. In una carta del 1024 infatti, nella quale Olderico Manfredi
Non si sa più nulla di Mombasiglio sino al 1095 quando nel documento relativo alla donazione fatta da [[Bonifacio di Savoia]] ai monaci dell'[[Abbazia di Fruttuaria]] viene citato certo Ottone di Mombasiglio suo Vassallo.<ref name=":1
Nel 1134, secondo una carta, vi fu la donazione del castello di Mombasiglio al [[vescovo]] di Asti da parte di cinque fratelli, Bonifacio, Oberto, Oddone, Enrico e Guglielmo, assieme con la madre Aloisia.<ref name=":2">{{Cita web|url=https://www.storiapatriasavona.it/progetto-toponomastica-storica/fascicoli-pubblicati-2/24-toponimi-del-comune-di-mombasiglio-2/|titolo=24. Toponimi del Comune di Mombasiglio|accesso=7 luglio 2023}}</ref>
=== Gli statuti e le carte di franchigia ===
Nel 1222 venne effettuata la permuta di Mombasiglio con [[Boves]] dai fratelli marchesi di Ceva Guglielmo, Manuele, Leone, Bonifacio e Giorgio con i fratelli Jacopo e Domino Ardizone di Mombasiglio, con la città che entrò nell'orbita del [[marchesato di Ceva]],<ref name=":2"/> diventando uno dei donzeni in cui il marchesato era diviso.<ref>{{Cita libro|autore=Giovanni Olivero|titolo=Memorie storiche della città e marchesato di Ceva|url=https://it.m.wikisource.org/wiki/Memorie_storiche_della_citt%C3%A0_e_marchesato_di_Ceva|via=[[Wikisource]]|anno=1858|capitolo=Capo IX - Segue la cronologia di casa Ceva secondo il Moriondo ed altri.|url_capitolo=https://it.m.wikisource.org/wiki/Memorie_storiche_della_citt%C3%A0_e_marchesato_di_Ceva/Capo_IX_-_Segue_la_cronologia_di_casa_Ceva_secondo_il_Moriondo_ed_altri.}}</ref> Da qui bisogna risalire sino al 1331 per ritrovare un documento che permetta di continuare a descriverne la storia. Queato documento è il codice pergamenato contenente gli "Statuti di Mombasiglio" voluti da Almerico e Giovanni marchesi di Ceva.<ref name=":1
Sino al 1492 Mombasiglio fu dipendente politicamente dal marchesato di Ceva, in quell'anno viene confiscato come attesta la [[Franchigia (storia)|carta di franchigia]], concessa a [[Parigi]] il 27 aprile 1492.<ref name=":1
Successivamente il feudo fu donato dal [[re di Francia]] a Ettore di Montanard (o Montemar), suo luogotenente e governatore di [[Asti]] che, l'8 novembre 1501, lo vendete al [[vescovo di Asti]], il cardinale [[Papa Giulio II|Giuliano Della Rovere]].<ref name=":1
La prima metà del XVI secolo vide un rapido alternarsi di signori: Sebastiano de Sauli
In seguito, passato a Casa Savoia, il feudo di Mombasiglio venne eretto a contado (12 luglio 1602) e ceduto alla nobile famiglia Trotti-Sandri di [[Fossano]] dietro il corrispettivo di 16 mila scudi d'oro.
Il feudo passa dunque a [[Carlo Emanuele di Savoia]] che, il === Periodo Napoleonico ===
Il 18 aprile 1796 [[Napoleone Bonaparte]] fissò il suo Quartier Generale a [[Lesegno]] e impartì immediatamente l'ordine di forzare la posizione di San Michele. Il generale [[Jean Mathieu Philibert Sérurier]] che aveva passato il [[Mongia]] lo stesso 18 aprile, entrò in azione, con la sua divisione, il giorno successivo e sceso da [[Battifollo]] e da [[Scagnello]] occupò Mombasiglio
Nel 1804 Mombasiglio fu compreso nel circondario della vice-prefettura di [[Ceva]], nel compartimento di Montenotte, uno dei quindici cantoni in cui fu suddiviso il compartimento. L’amministrazione della giustizia fu rimessa a un tribunale di primo grado a Ceva e d’appello a [[Savona]].<ref name=":2"/>
Con la caduta di Napoleone nel 1814, Mombasiglio, ritornò di proprietà di casa Savoia e passò sotto la signoria dei Vianson Ponte a cui seguì la famiglia Belladen, che si estinse senza eredi diretti.<ref name=":2"/>
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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