Tavola bronzea di Polcevera: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
La Sententia Minuciorum, (detta Tavola bronzea di Polcevera e chiamata la "Bibbia dei Genovesi", è un Reperto della Romana Archeologia formato da una lamina di bronzo sulla quale è incisa un'iscrizione in lingua latina che riporta una sentenza emessa dal Senato romano nel 117 a.C. Il reperto, di primaria importanza non solo per la storia locale, ma anche per la storia del diritto, l'epigrafia e la linguistica, è ora conservato nel Museo Civico di Archeologia Ligure di Genova Pegli. Descrizione
Riga 1:
La ''Sententia Minuciorum,'' (detta '''tavolaTavola bronzea di Polcevera''' (dettae anchechiamata ''Sententiala Minuciorum'')"Bibbia dei Genovesi", è un Reperto della Romana Archeologia formato da una lamina di [[bronzo]] sulla quale è incisa un'[[epigrafe|iscrizione]] in [[lingua latina]] che riporta una [[sentenza]] emessa dal [[Senato (storia romana)|Senato romano]] nel [[117 a.C.]]
Il reperto, di primaria importanza non solo per la storia locale, ma anche per la storia del diritto, l'[[epigrafia]] e la [[linguistica]], è ora conservato nel [[Museo di Archeologia Ligure di Genova|Museo Civico di Archeologia Ligure]] di [[Pegli|Genova Pegli]].
 
Riga 11:
 
==Il ritrovamento==
Il reperto fu rinvenuto nel [[1506]] ad Isola di Pedemonte, nel greto del torrente Pernecco a Pedemonte di [[Serra Riccò]] da un contadino del luogo, Agostino Pedemonte, mentre era intento a dissodare un pezzo di terreno.<ref>È stato ipotizzato che la tavola, conservata in qualche santuario o luogo d'incontro comune alle diverse popolazioni liguri della zona, situato alle pendici del monte Pizzo, che sovrasta Pedemonte, sia stata trascinata a valle, fin sulle rive del torrente, da un movimento franoso (Ettore Bianchi, La Tavola di Polcevera e l'occupazione del Genovesato in epoca tardo repubblicana, su Archeologia, uomo, territorio n. 15-1996).</ref>
 
La tavola fu venduta ad un calderaio genovese, ma prima che questi la fondesse la notizia del ritrovamento dell'antica iscrizione giunse allo storico e vescovo [[Agostino Giustiniani]], che ne promosse l'acquisto da parte del governo della [[Repubblica di Genova]].