Cassetta per la manovra a mano di un deviatoio: differenze tra le versioni

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{{F|trasporti|luglio 2023}}
{{C|Errori evidenti, e gravi per chiunque conosca l'infrastruttura ferroviaria, nei due paragrafi del testo|Trasporti|luglio 2023}}
{{L|trasporti|luglio 2023}}
 
[[File:Macaco ferroviario.JPG|thumb|Un ''macaco ferroviario'' di un [[deviatoio]] a [[Scartamento ferroviario#Scartamento ridotto|scartamento ridotto]] italiano (950 mm).]]
 
Nel [[gergo]] tecnico delle [[Ferrovia|ferrovie italiane]] il '''macaco''' è il contrappeso parte del dispositivo per la manovra a mano di un [[Deviatoio#Deviatoi con azionamento manuale|deviatoio]]. Il termine [[Gergo|gergale]] "macaco", usato prevalentemente nel nord d'Italia (nell'area laziale è chiamato "caciotta"), probabilmente deriva dalla ragione sociale McCahn & Co. (secondo altri McCann & Co.) di una delle prime fabbriche che nell'Ottocento fornirono questi apparati alla società ferroviarie italiane del tempo. Nella terminologia ufficiale italiana la locuzione utilizzata è '''cassetta per la manovra a mano di un deviatoio'''<ref name="MovIS2004|58">{{cita|Guida, Milizia|p.&nbsp;58|GuidaMilizia2004}}.</ref>.
 
Componente essenziale per questi apparecchi di deviazione, tramite le leve connesse al telaio degli aghi ne comanda il cambio di posizione, definendo quindi la direzione della marcia dei [[treni]]<ref>[https://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/6t010-00216/ Com'è fatto un "''macaco ferroviario''".]</ref>.
 
==Caratteristiche==
 
Il macaco ferroviario {{chiarire|è composto essenzialmente da un peso (solitamente di forma rotonda o ovale), e una piccola maniglia in una estremità|No, quello descritto è il contrappeso}}, la quale serve per permettere la presa da parte del personale, quindi il cambio degli aghi<ref>{{cita web|autore=Enciclopedia Treccani|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/scambio_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo=Leva di manovra|accesso=16 febbraio 2023}}</ref>. Il peso è collegato con una barra in metallo (esso può essere ruotato a 360°), a sua volta collegata agli aghi; se la maniglia con il peso è rivolta verso l'interno (in direzione del deviatoio), gli aghi si posizionano in modo tale da far transitare i treni sul [[corretto tracciato]]; mentre se la maniglia con il peso sono rivolti verso l'esterno (dal lato opposto rispetto al deviatoio), il peso spinge la barra in metallo collegata fra esso e gli aghi, portando quest'ultimi nella posizione tale da far transitare i treni in [[deviata]].
 
==Utilizzo==
 
{{chiarire|Ad oggi|Quando? Nell 2023, anno di scrittura della voce? E dove? In Italia? O anche all'estero?}}, i "''macachi''" persistono {{chiarire|solamente dove i deviatoi manuali vengono ancora allestiti per causa di forza maggiore|Nell'impiantistica delle ferrovie non esiste la "forza maggiore": le modifiche vengono decise sulla base delle necessità tecniche e dell'esercizio, inserite nei piani e programmi di ammodernamento, ed esegute non appena si reperiscono i finanziamenti e si approvvigionano i materiali}}, come per esempio per un [[binario tronco]] {{chiarire|che viene usato sporadicamente|vale quanto ''supra'': si pensi a casi di stazioni come Vicenza, che fino alla fine del XX secolo non fu dotata di apparato centrale per contingenze locali e i cui deviatoi, di necessità, erano tutti azionati a mano}}, o al contrario, {{chiarire|per i binari in cui quotidianamente gli aghi devono essere continuamente spostati per via delle decine e decine di manovre (per esempio in un deposito ferroviario)|improprietà terminlogiche a parte, negli impianti di manutenzione dei mezzi di trazione i deviatoi sono azionati a mano perché in essi vige il regime di marcia a vista, dato che non avrebbe senso la centralizzazione del comando degli enti di piazzale}}, poiché per quest'ultimo caso, installare un [[Deviatoio#Deviatoi con azionamento elettromeccanico|deviatoio elettromagnetico]] sarebbe controproducente, {{chiarire|in quanto si usurerebbe precocemente, per via delle decine e decine di cambi durante il giorno|gli apparecchi di deviazione non sono fatti di carta velina...}}, e anche {{chiarire|perché sarebbe tecnicamente macchinoso da allestire|la centralizzazione degli enti è una realtà fin dal XIX secolo: basti ricordare l'ACI di Riccardo Bianchi}}, {{chiarire|per via del passaggio continocontinuo|come sopra: non sono fatti di carta velina}} e {{chiarire|pluridirezionale dei rotabili|che notoriamente vanno in una sola "direzione"...}}.
 
Per tutti gli altri casi, ormai è {{chiarire|uno standard|no, è una scelta dettata dalle esigenze dell'esercizio e dalla disponibilità finanziaria}} l'installazione di deviatoi con {{chiarire|azionamento elettromagnetico|a parte che l'elettromagnetismo qui non c'entra perché il termine è fuorviante per il lettore non specialista, gli azionamenti sono elettromeccanici, fluidodinamici e anche telodinamici, gli ultimi due in Italia fino alla fine del XX secolo in alcuni impianti come Novi San Bovo}}, anche su linee principali, i quali vengono gestiti {{chiarire|da remoto|il telecomando è parte della formazione dell'itinerario: è questa la differenza significativa rispetto a un qualunque altro caso di telecomando}}, {{chiarire|mediante la [[dirigenza centrale]] operativa|che con l'azionamento dei deviatoi c'entra esattamente quanto tutti gli altri regimi di esercizio qui non citati...}}.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* {{cita libro|autore=Pier Luigi Guida|autore2=Eugenio Milizia|titolo=Dizionario ferroviario. Movimento, Circolazione, Impianti di Segnalamento e Sicurezza|ed=2|città=Roma|editore=Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani|anno=2004|cid=GuidaMilizia2004}}
 
==Voci correlate==