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===Nella ''Divina Commedia''===
Come ha dimostrato il critico tedesco, ogni individuo della ''[[Divina Commedia|Commedia]]'' dantesca, in base alla concezione figurale, sarebbe sulla terra "prefigurazione" di ciò che sarà nell'aldilà in ''forma perfectior'': dopo il trapasso, cioè, egli riceverà "adempimento" (rappresentando, dirà anche [[Charles S. Singleton|Singleton]], contemporaneamente l'umanità concreta che ha vissuto sulla terra, e l'espressione allegorica di ciò che simboleggia nell'aldilà, seguendo l'"allegoria dei poeti"). Auerbach ci offre diversi esempi di questo concetto apparentemente complicato:
*Innanzitutto, si pensi a [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], guida di [[Dante Alighieri|Dante]] nei regni dell'[[Inferno]] e del [[Purgatorio]], al quale il poeta si rivolge così: «tu se' solo colui da cu' io tolsi lo bello stilo che m'ha fatto onore» ([[Inferno - Canto primo|''Inferno'', I, vv. 86-87]]); l'autore dell{{'}}''[[Eneide]]'' è dunque un faro nella produzione letteraria di Dante: nell'aldilà, il suo ruolo didyyyyi "duca" si adempie, da guida di stile e scrittura a guida ultramondana.
*Ma non si può dimenticare [[Beatrice]], la donna «tanto gentile e tanto onesta» (''[[Vita Nuova]]'', ''[[Tanto gentile e tanto onesta pare]]'') che è stata per il poeta l'iniziatrice dell{{'}}''itinerarium mentis in Deum'': Beatrice, donna di salvezza, dopo la morte si muove a compassione verso il poeta perso nella «selva oscura» e viene invocata da Santa Lucia, figura della grazia illuminante, che va da lei che siede con [[Rachele]], simbolo della vita contemplativa. Santa Lucia è peraltro stata mandata dalla Vergine, la grazia provvidenziale, per salvare Dante ([[Inferno - Canto secondo|''Inferno'', II]]). Ella sarà inoltre la guida di Dante nel più perfetto dei regni, il [[Paradiso]].
*Esempio ancora più chiaro è quello di [[Catone Uticense]], che compare nel [[Purgatorio - Canto primo|canto I]] del ''Purgatorio'' come guardiano del regno della purificazione: per comprendere perché un pagano, per di più suicida, non sia stato relegato da Dante nell'Inferno, bisogna ricordare il motivo del gesto estremo di Catone, il quale si uccise ad [[Utica (Tunisia)|Utica]] nel [[46 a.C.]] per non cadere prigioniero di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]]: dunque la sua morte è strettamente legata ad un incondizionato amore per la libertà; come adempimento di se stesso, nell'aldilà egli è guardiano della libertà medesima.