Edoardo VII del Regno Unito: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = britannico
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato re del [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda]], re dei [[Dominion|Domini britannici]] e Imperatoreimperatore d'[[Raj Britannico|India]] dal 22 gennaio [[1901]] fino alla sua morte
}}
 
Figlio della regina [[Vittoria del Regno Unito|Vittoria]], si trovò a gestire l'[[Imperoimpero britannico|impero coloniale]] più grande del pianeta, compito che la fine della [[seconda guerra boera|seconda guerra anglo-boera]] (1902) gli rese meno gravoso, ma che si complicò con il riarmo navale della [[Imperoimpero tedesco|Germania]].
 
Contribuì a riavvicinare il [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Regno Unito]] agli [[Stati Uniti d'America]], alla [[Imperoimpero russo|Russia]], all'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] e alla [[Restaurazione borbonica in Spagna|Spagna]]. Assunse anche delle iniziative di politica internazionale autonome e, coadiuvato dal ministro degli Esteri [[Henry Petty-Fitzmaurice, V marchese di Lansdowne|Lansdowne]], concorse in modo decisivo alla stipula dell{{'}}''[[Entente cordiale]]'' con la [[Terza repubblica francese|Francia]] (1904).
 
Mantenne più che buoni i rapporti con gli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]], ma nel [[1908]] contestò apertamente la decisione austriaca di annettersi la [[Amministrazioneamministrazione austro-ungarica in Bosnia ed Erzegovina|Bosnia ed Erzegovina]] ([[Crisicrisi bosniaca]]). Fece di tutto per conciliare le misure politiche contro il riarmo tedesco e conservare buoni i rapporti con il nipote, l'imperatore di [[Impero tedesco|Germania]] [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]].
 
Per le sue capacità diplomatiche fu soprannominato “Pacificatore” (''Peacemaker''). Per le sue parentele con diversi monarchi d'Europa, per cui risultava zio (naturale o acquisito) dello zar [[Nicola II di Russia]], del Kaiser Guglielmo II di Germania e didel re [[Alfonso XIII di Spagna]], fu soprannominato ''Uncle of Europe'' (lo “zio d'Europa”).
 
== La famiglia e la gioventù (fino al 1863) ==
[[File:Alfie-and-Bertie.jpg|thumb|left|upright=0.8|Edoardo, a destra, e il fratello [[Alfredo di Sassonia-Coburgo-Gotha|Alfred]] nel 1855]]
Edoardo nacque il 9 novembre [[1841]] a [[Londra]], a [[Buckingham Palace]]<ref>''Almanach de Gotha 1899'', Justus Perthes, Gotha, 1898, p. 43.</ref>. Sua madre era la [[regina Vittoria]], l'unica figlia del principe [[Edoardo Augusto]], e nipote del re [[Giorgio III del Regno Unito|Giorgio III]]. Suo padre era il principe [[Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha]], primo cugino e consorte di Vittoria. La coppia aveva già avuto una figlia, [[Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (1840-1901)|Vittoria Adelaide]].
 
Il neonato fu battezzato Alberto Edoardo nella [[Saint George's Chapel|Cappella di San Giorgio]] del [[Castellocastello di Windsor]] il 25 gennaio [[1842]]. A testimonianza delle origini germaniche sia del padre sia della madre, quattro dei sei fra padrini e madrine erano tedeschi, fra cui il re [[Federico Guglielmo IV di Prussia]]; i rimanenti due erano inglesi, benché appartenenti alla casata degli [[Hannover (casato)|Hannover]]<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 17-19.</ref>.
 
Oltre al titolo di [[Principe di Galles]], tradizionalmente assegnato all'erede al trono, Alberto Edoardo ricevette diversi altri titoli<ref>[[Duca di Cornovaglia]], Conte di Chester e [[Duca di Rothesay]] che comprendeva i titoli di Conte di Carrick e Dublino, Barone di Renfrew, Lord delle Isole e Principe e Gran Custode di Scozia. Vedi ''Almanach de Gotha 1899'', Justus Perthes, Gotha, 1898, p. 43.</ref> oltre al nomignolo di ''Bertie'', diminutivo di Albert, il primo nome che da adulto rifiuterà.
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[[File:L'Opéra-visite de la reine Victoria 1855.jpg|upright=1.5|thumb|Il ballo di corte al teatro di Versailles in onore della regina Vittoria, al quale partecipò anche il tredicenne Edoardo nel 1855]]
 
L'infanzia di Edoardo fu probabilmente grigia. I pochi momenti luminosi incominciarono durante l'adolescenza e vennero dall'estero. La prima delle esperienze di questo genere fu la settimana che egli trascorse tra il 20 e il 27 agosto 1855, all'età cioè di quasi 14 anni, a [[Parigi]]. La regina Vittoria e il suo erede furono festeggiatissimi, grazie anche all'alleanza con [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] appena conclusa e alla comune partecipazione contro la [[Impero russo|Russia]] nella [[guerra di Crimea]]. Edoardo intervenne al ballo di corte a [[Reggia di Versailles|Versailles]], rese omaggio alla tomba di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] e partecipò a una battuta di caccia al cervo nella foresta di [[Saint-Germain-en-Laye|Saint-Germain]]. Ne riportò un ricordo sicuramente molto piacevole<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 25-27.</ref>.
 
Edoardo si vide concedere ben presto permanenze all'estero più lunghe. Il 26 luglio [[1857]], adper esempio, insieme con un gruppo selezionato di coetanei, partì per [[Königswinter]], sul [[Reno]], in [[Prussia]]. Da quella località si spostò a Johannisberg ([[Geisenheim]]), dove fu ospite dell'ottantaquattrenne [[Klemens von Metternich|principe di Metternich]]. Da qui, insieme con gli amici, andò in [[Svizzera]] da dove raggiunse i contrafforti del [[Monte Bianco]]. Più a est valicò il passo della [[Grosse Scheidegg]] e, infine, prese la strada di casa. Edoardo e il suo gruppo tornarono in patria sbarcando a [[Dover]] il 27 ottobre 1857<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 29-30.</ref>.
 
Il viaggio successivo lo portò in Italia e nel Mediterraneo e si svolse nei primi sei mesi del [[1859]]. Accompagnato da due ufficiali e dal suo insegnante di latino, Edoardo partì per [[Roma]] il 10 gennaio. Giunto nella capitale dello [[Stato Pontificio]] visitò, senza molto entusiasmo, i monumenti classici, i musei e le chiese principali. Partecipò alla festa popolare di mezzaquaresima e due volte la settimana andava all'opera, dove prediligeva [[Giuseppe Verdi|Verdi]] e [[Vincenzo Bellini|Bellini]]. Durante il periodo romano del viaggio, che si protrasse fino alla fine di aprile, fu anche ricevuto dadal [[papa Pio IX]]. Tre settimane più tardi Edoardo ricevette la più alta onorificenza del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] (che con Francia e Gran Bretagna aveva partecipato alla guerra di Crimea), il [[Ordine supremo della Santissima Annunziata|collare dell’Annunziata]]<ref>''[[Calendario reale]] per l'anno 1861'', Ceresole e Panizza, Torino, s.d. ma 1861, pag. 179.</ref>. Durante il viaggio di ritorno si incontrò con il cugino, il re [[Pietro V del Portogallo]]<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 30-32.</ref>.
 
=== Il viaggio in America del nord ===
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[[File:Prince of Wales Edward (1841-1910).jpg|thumb|upright=0.8|Il giovane Edoardo in divisa da Ussaro]]
 
Dopo averavere frequentato per un breve periodo il [[Christ Church (Oxford)|Christ Church College]] di [[Oxford]], Edoardo fu inviato nel [[1860]], a quasi 19 anni, nella colonia britannica del [[Canada]] e negli [[Stati Uniti]]. Fu un evento senza precedenti: mai un erede al trono era stato oltre Atlantico. Passato il confine tra Canada e USA il 20 settembre, il principe ereditario ricevette dalla madre il titolo di Barone di Renfrew. Visitò [[Detroit]], [[Chicago]], [[Cincinnati]], [[Pittsburgh]], [[Saint Louis|St. Louis]], [[Baltimora]] e [[Washington]] dove arrivò il 3 ottobre e dove fu ospite alla [[Casa Bianca]]. Visitò la tomba di [[George Washington]] e partì per [[New York]], tappa finale e punto culminante del viaggio<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 32-34.</ref>.
 
A New York ebbe un'accoglienza euforica, così come l'aveva avuta a Saint Louis, e il 12 ottobre partecipò al gran ballo in suo onore alla New York Academy of Music. Il risultato del viaggio fu importante, poiché Edoardo sul piano politico contribuì a riavvicinare i due Paesi e su quello individuale apparve per la prima volta come una personalità internazionale<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 34-36.</ref>.
 
=== Lo scandalo di Curragh e il matrimonio ===
Nel [[1861]] Edoardo fu mandato per dieci settimane al campo militare di Curragh, nella [[contea di Kildare]] (Irlanda), affinché allargasse le sue conoscenze in campo militare. In questa occasione ebbe una fugace relazione con un'attrice dublinese, Nellie Clifden. La notizia trapelò e fece scandalo a corte, soprattutto nella famiglia del padre. Costui, il 25 novembre, probabilmente già malato della patologia che di lì a poco lo avrebbe ucciso ([[febbre tifoide]]), si recò a [[Cambridge]] per incontrarsi con il figlio che seguiva le lezioni al [[Trinity College (Cambridge)|Trinity College]]. Il principe [[Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha|Alberto]] discusse con Edoardo della sua “abiezione morale”. Fu l'ultima occasione in cui i due si parlarono, poiché dopo quest'incontro Edoardo rivide il padre una sola volta, a tre settimane di distanza, sul letto di morte nel castello di Windsor<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 36-37.</ref>.
 
Lo scandalo di Curragh sollecitò a corte il problema del matrimonio del Principe di Galles. L'aspirante fidanzata doveva rispettare i seguenti requisiti: non essere [[Chiesa cattolica|cattolica]], appartenere a un regno con il quale la Gran Bretagna aveva buoni rapporti, essere elegante e piacere a Edoardo. Dopo un'estenuante ricerca la scelta cadde sulla [[Alessandra di Danimarca|principessa Alessandra]], figlia maggiore didel re [[Cristiano IX di Danimarca]]. Si profilava però una difficoltà: il Paese dal quale proveniva la principessa non aveva buoni rapporti con la Prussia, e la Germania era la terra d'di origine dei reali inglesi (dopo qualche anno sarebbe, infatti, scoppiata la [[Secondaseconda guerra dello Schleswig]] fra Danimarca e Prussia)<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 38-39.</ref>.
 
La regina Vittoria, tuttavia, si accontentò e Edoardo vide per la prima volta Alessandra nel settembre 1861. L'occasione fu una visita combinata alla [[cattedrale di Spira]], nel territorio della [[Regno di Baviera|Baviera]] occidentale. Un anno dopo Edoardo e Alessandra erano fidanzati ufficialmente. Le nozze furono celebrate il 10 marzo [[1863]] nella [[Saint George's Chapel|cappella di San Giorgio]] del [[castello di Windsor]]<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 39, 41.</ref>.
 
== La vita in Inghilterra ==
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La coppia dei principi di Galles designò [[Marlborough House]], a [[Londra]], come proprio palazzo di rappresentanza, mentre la vera loro dimora finì con l'essere [[Sandringham House]], nel [[Norfolk]]. A Londra Edoardo dimostrò subito la sua originalità promuovendo la fondazione del circolo di Marlborough che diventò uno dei club più anticonformisti della capitale. Il Principe di Galles praticava la caccia e gli sport nautici, ma fu la sua inclinazione per le corse di cavalli, aborrita dalla regina [[Vittoria del Regno Unito|Vittoria]], che lo avvicinò alle masse degli inglesi<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 45, 50-52.</ref>.
 
A neanche un anno dal matrimonio, l'8 gennaio [[1864]], alla coppia dei principi di Galles nacque, prematuramente, il loro primo figlio, [[Alberto Vittorio di Sassonia-Coburgo-Gotha|Alberto Vittorio Cristiano Edoardo]], che più tardi divenne duca di Clarence e che morì di polmonite nel 1892. A breve distanza l'uno dall'altro nacquero gli altri cinque figli. Il secondogenito fu [[Giorgio V del Regno Unito|Giorgio Federico Ernesto Alberto]], nato il 3 giugno [[1865]] che diventerà il re Giorgio V; poi fu la volta della principessa [[Luisa di Sassonia-Coburgo-Gotha (1867-1931)|Luisa]], nata il 20 febbraio 1867, della principessa [[Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (1868-1935)|Vittoria]], nata il 6 luglio 1868, della principessa [[Maud di Sassonia-Coburgo-Gotha|Maud]], nata il 26 novembre 1869, e di Alessandro Giovanni che, nato il 6 aprile 1871, sopravvisse un solo giorno.
 
=== Le amicizie femminili ===
Al tempo della nascita dell'ultima figlia, Maud, le amicizie amorose di Edoardo erano diventate troppe perché fosse possibile soffocare i pettegolezzi. In quel periodo infatti si cominciò a fare apertamente il nome della prima delle donne di spettacolo che entrarono nella sua vita, la cantante d'di operetta Hortense Schneider (1833-1920). Più duraturo e pubblico fu invece il rapporto con l'attrice francese [[Lillie Langtry]]: i due si incontrarono il 27 maggio [[1877]] a una cena e da quella sera la relazione durò poco meno di 13 anni<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 61, 63.</ref>.
 
Alla Langtry subentrò come amante ufficiale dal 1891 fino al 1898 Daisy Brooke (1861-1938), moglie di Francis Greville, V conte di Warwick. Tuttavia, l'ultimo e, presumibilmente, il più grande amore di Edoardo fu Alice Keppel (1868-1947), figlia minore dell'ammiraglio William Edmonstone (1810-1888) di antico lignaggio scozzese e moglie di George Keppel, dei conti di Alberarle. Le doti di Alice Keppel che più sedussero il principe di Galles furono probabilmente la sua naturale gaiezza e la sua prorompente vitalità. A differenza di Daisy Brooke era la quintessenza della discrezione e, a differenza di Lillie Langtry, era molto signorile. Lei ed Edoardo si incontrarono a un pranzo il 27 febbraio [[1898]] e la loro amicizia durò tutta la vita. L'unica donna che potesse rivaleggiare con Alice Keppel fu [[Agnes Keyser]], che Edoardo conobbe da giovane e che gli fu vicino gli ultimi giorni della sua vita<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 67-69, 411.</ref><ref>Si narrò anche di una relazione adulterina con una dama di corte della regina, [[Florence Trevelyan]] (molto più giovane della moglie), la quale dovette, per evitare lo scandalo nell'Inghilterra vittoriana e puritana e per volere della stessa regina, lasciare velocemente e per sempre l'Inghilterra: si ritirò in Sicilia, a [[Taormina]], dove visse in esilio con un cospicuo vitalizio regio. Vedi: Dino Papale, ''Taormina Segreta - La Belle Epoque 1876-1914'', Edizioni P&M., 1995</ref>.
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=== I contatti con la Russia ===
Al contrario della Francia, che frequentava spesso, Edoardo ebbe contatti con la [[Imperoimpero russo|Russia]] più intermittenti. Nell'ottobre 1866 si recò a [[San Pietroburgo]] per il matrimonio della cognata [[Dagmar di Danimarca]] con il futuro zar [[Alessandro III di Russia|Alessandro III]]. In quella occasione, in una lettera al primo ministro britannico [[Henry John Temple, III visconte Palmerston|Palmerston]], scrisse: «Sarei più che lieto di essere, non importa in quale modo, il promotore di una ''entente cordiale''<ref>Espressione francese: “intesa amichevole”.</ref> tra la Russia e il nostro paese […]»<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 83.</ref>. Affermazione sorprendente se si considera lo stato di perenne tensione dei due imperi sul fronte dell'[[Asia centrale]] (“[[Grande gioco]]”).
 
La successiva occasione di viaggio in Russia si presentò nel 1881, a causa dell'assassinio di [[Alessandro II di Russia|Alessandro II]]. Edoardo insistette per rappresentare la regina [[Vittoria del Regno Unito|Vittoria]], sia ai funerali del vecchio Zar, sia alle cerimonie di incoronazione del successore Alessandro III. Fu irremovibile, inoltre, nella decisione di assegnare al nuovo imperatore russo la più alta onorificenza britannica: l'[[Ordine della Giarrettiera]]<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 84-85.</ref>.
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[[File:The Coronation of King Edward VII.jpg|upright=1.7|left|thumb|La cerimonia dell'incoronazione di Edoardo VII avvenuta il 9 agosto 1902]]
 
Il 22 gennaio [[1901]], dopo un regno di 63 anni, l'anziana regina [[Vittoria del Regno Unito|Vittoria]] morì: per il sessantenne principe Edoardo era venuto il momento di regnare. Il mese dopo la sorella [[Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (1840-1901)|Vittoria Adelaide]] si trovò sul punto di morire, ed Edoardo intraprese il primo viaggio da monarca imbarcandosi il 23 febbraio per la Germania (Vittoria Adelaide era la madre di Guglielmo II). Sbarcato nei [[Paesi Bassi]], il viaggio sulla terraferma non andò bene, dato che il treno di Edoardo fu fatto segno di slogan antibritannici lungo il percorso<ref>Nel periodo della [[Seconda guerra boera|seconda guerra anglo-boera]], buona parte della stampa e del popolo tedeschi, oltre a Guglielmo II, parteggiavano per i boeri.</ref>. Al [[castello di Friedrichshof]] il re d'Inghilterra trovò la sorella mortalmente malata di cancro. Dopo un breve soggiorno durante il quale non gradì la continua presenza di Guglielmo, Edoardo lasciò Vittoria Adelaide con la notizia che le rimaneva al massimo un anno di vita. La sorella morì, infatti, improvvisamente il 5 agosto 1901, lontana dal fratello che non poté essere avvisato in tempo dell'aggravarsi delle sue condizioni<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 119-123.</ref>.
 
In campo internazionale, invece, il nuovo re fu confortato dalla buona notizia della fine della [[Seconda guerra boera|guerra anglo-boera]]. Quanto alla [[Incoronazioneincoronazione di re Edoardo VII e della regina Alessandra|cerimonia d’incoronazione]], Edoardo avrebbe dovuto aspettare il 26 giugno [[1902]], ma un'operazione di appendicite acuta alla quale fu sottoposto posticipò l'evento fino al 9 agosto. A dispetto del suo anticonformismo il nuovo monarca amava il cerimoniale solenne in sé, e per tutto ciò che simboleggiava la monarchia; ciò nondimeno le celebrazioni si svolsero in toni più sobri rispetto a quanto previsto per giugno<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 132-136.</ref>.
 
== Il viaggio a Lisbona, Roma e Parigi (1903) ==
[[File:HMY Victoria and Albert (1899).jpg|upright=1.5|thumb|Lo yacht ''Victoria and Albert'' sfila di fronte a un'unità della marina britannica. Fu il mezzo più utilizzato da Edoardo nei suoi numerosi viaggi in mare.]]
 
Divenuto sovrano, Edoardo VII si dedicò ben presto alla sua attività politica principale: il viaggio diplomatico. La missione della primavera del [[1903]] a [[Lisbona]], [[Roma]] e [[Parigi]] fu, politicamente, il più importante viaggio compiuto da un sovrano britannico nei tempi moderni<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 177.</ref>.
 
Edoardo non solo ebbe l'idea, ma elaborò per conto suo anche i dettagli, con la collaborazione dei suoi fidi, i quali operarono nella massima segretezza. Il governo non ebbe sentore di queste mosse iniziali, e quando si vide sottoporre il piano completo ed espresse i propri dubbi, Edoardo respinse con calma tutte le obiezioni<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 177-178.</ref>.
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=== A Lisbona ===
Lo yacht reale, il ''Victoria and Albert'', salpò per il [[Regno del Portogallo|Portogallo]] da [[Portsmouth]] il 31 marzo [[1903]] e fu avvistato dalla costa portoghese poco dopo mezzogiorno del 2 aprile. Sbarcato, Edoardo fu accolto dadal re [[Carlo I del Portogallo|Carlo I]], con il quale si recò al [[Palácio das Necessidades]] a Lisbona. Il 4 aprile fu ricevuto alla Società Geografica della [[Lisbona|capitale]] nel migliore dei modi e quando nel suo discorso annunciò: «L'integrità e la salvaguardia [delle colonie portoghesi minacciate dalla Germania] è uno dei fini e degli obiettivi che più mi stanno a cuore» un'ovazione si alzò dal salone impedendogli per diversi minuti di continuare<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 191-195.</ref>.
 
Il 6 aprile Edoardo assistette allo spettacolo di una corrida allestita appositamente per lui e la mattina dopo si imbarcò con il suo seguito sul ''Victoria and Albert'' che ridiscese l'estuario del fiume [[Tago]]<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 198-199.</ref>.
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=== A Roma ===
[[File:Edoardo VII e Vittorio Emanuele III Roma 1903.jpg|thumb|left|upright=0.8|Una stampa italiana dell’epoca che ricorda l’incontro di Edoardo VII (a destra) con Vittorio Emanuele III a Roma nel 1903]]
Dopo averavere fatto scalo a [[Gibilterra]], [[Malta]], [[Siracusa]] e [[Napoli]] (23 aprile), Edoardo raggiunse in treno Roma, la capitale di una delle nazioni che con Germania e Austria facevano parte della [[Triplice alleanza (1882)|Triplice alleanza]]. Ad accoglierlo alla stazione il re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] con un nutrito gruppo di aristocratici. Edoardo fu probabilmente il primo sovrano d'Inghilterra, dopo [[Canuto Iil d'InghilterraGrande|Canuto I]] nel 1027, a recarsi a Roma<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 199, 202, 205-208.</ref>.
 
Quel giorno di fine di aprile del 1903, Edoardo VII incominciò la sua permanenza nella capitale d'Italia percorrendo [[Via Nazionale (Roma)|Via Nazionale]] pavesata con i colori e i simboli delle due nazioni. Il giorno dopo, al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]], pronunciò un brindisi spontaneo<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 208.</ref>. Rivolto a Vittorio Emanuele III disse:
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Fu tuttavia il pomeriggio del 28 aprile che il re inglese mise a segno il suo colpo migliore. Durante una passeggiata in carrozza, che aveva lo scopo di consentire alla folla la vista dei sovrani e all'ospite di ammirare le antichità romane, questi fece fermare il corteo e scese: erano di fronte a [[Porta Pia]]<ref>Luogo della [[presa di Roma]] del 1870.</ref> e Edoardo VII si era scoperto il capo. Vittorio Emanuele III, commosso, scese anch'egli e gli si mise al fianco sull'attenti<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 209-210.</ref>.
 
Dopo una disputa telegrafica con il primo ministro [[Arthur James Balfour|Balfour]] su come e se rendere una visita al papa, Edoardo si recò in [[Città del Vaticano|Vaticano]] il pomeriggio del 29 aprile 1903. Ottenne di non sottostare al gesto del bacio dell'[[anello piscatorio]] e l'anziano [[papa Leone XIII]] adattò il protocollo pontificio fino a stringere la mano a tutti i componenti del seguito del sovrano. L'incontro andò molto bene e il Papa ringraziò in particolare l'interlocutore per il trattamento di cui i cattolici godevano in Inghilterra<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 210-214.</ref>.
 
Il pomeriggio seguente, la visita di Edoardo VII in Italia (che durò quattro giorni) si concluse con l'abbraccio a Vittorio Emanuele III sul marciapiede della [[stazione Termini]]. Il giorno dopo la stampa italiana pubblicò, unanime, commenti elogiativi ed entusiasti<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 214-215.</ref>.
 
=== A Parigi ===
[[File:Edward VII at the Paris Opera 1903 (Petit Journal).jpg|thumb|upright=1|La prima pagina della rivista francese ''Le Petit Journal'' del 10 maggio 1903. Vi è rappresentato l'ingresso di Edoardo VII (al centro con la divisa rossa) all'Opéra di Parigi.]]
Il 1º maggio [[1903]], il treno di Edoardo VII fece il suo ingresso a [[Parigi]]. Accolse l'ospite il presidente della [[Terza Repubblica francese|Repubblica francese]] [[Émile Loubet]]. Lungo tutto il percorso del corteo le strade riboccavano di folla desiderosa di vedere la sfilata delle carrozze. Giunto all'[[Palazzo dell'Eliseo|Eliseo]], Edoardo ricevette gli omaggi di una delegazione della Camera di commercio britannica<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 217, 220-223.</ref>. In quella occasione tenne un discorso in cui fra l'altro disse:
{{Citazione|Confido che il periodo conflittuale fra i nostri due Paesi sia ormai felicemente concluso… L’Inghilterra e la Francia possono essere considerate paladine e pioniere del progresso pacifico e della civiltà […] La Divina Provvidenza ha voluto che la nazione a noi più prossima sia la Francia e, spero, la nostra migliore amica, ora e sempre. Non vi sono altri due Paesi al mondo la cui reciproca prosperità sia più interdipendente.|Brook-Shepherd, ''Lo zio d’Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 224.}}
Concluse con un appello affinché si eliminassero tutte le cause di dissenso sostituendole con un sentimento di cordiale solidarietà e aggiunse: «Il conseguimento di questo obiettivo è il mio immancabile desiderio»<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 224.</ref>.
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== L{{'}}''Entente cordiale'' ==
{{vedi anche|Entente cordiale}}
Dopo l'importante successo ottenuto da Edoardo VII a Parigi, nel luglio 1903 il presidente della Repubblica francese [[Émile Loubet|Loubet]] ricambiò la visita. In occasione dei vari banchetti in onore dell'ospite, il re continuò a insistere sul tema dell'amicizia anglo-francese. Fu così ampiamente agevolata un'intesa fra le due nazioni che, dopo faticose trattative condotte da [[Henry Petty-Fitzmaurice, V marchese di Lansdowne|Lansdowne]] e da Delcassé, venne firmata nella capitale britannica l'8 aprile [[1904]]<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 273-275.</ref>.
 
Il trattato, alla cui stesura partecipò anche Edoardo VII, prevedeva la soluzione delle dispute coloniali fra Gran Bretagna e Francia assegnando, fra l'altro, l'[[Egitto]] alla sfera d'di influenza di Londra e il [[Marocco]] a quella di Parigi. L'epoca delle diatribe fra le due nazioni, che risaliva ai tempi di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], era definitivamente conclusa<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 276.</ref>.
 
Durante il perfezionamento dell'accordo anglo-francese scoppiò in Estremo Oriente, nel febbraio 1904, la [[guerra russo-giapponese]]. Ciò avrebbe potuto mettere in pericolo l'intesa poiché la Russia era alleata della Francia e il [[Giappone]] della Gran Bretagna. Edoardo VII intervenne soprattutto assicurando l'ambasciatore russo a Londra, Aleksandr Konstantinovič Benkendorf (1849-1917), che mai la Gran Bretagna sarebbe intervenuta a fianco del Giappone contro la Russia e che il nipote [[Nicola II di Russia|Nicola II]] avrebbe dovuto sapere che il re d'Inghilterra non avrebbe fatto nulla contro di lui. Tale legame parentale risultò decisivo nel placare gli animi nel momento più acuto della crisi, quando, per errore, dei pescherecci inglesi furono affondati dalla flotta russa del Baltico il 21 ottobre 1904<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 276-279.</ref>.
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[[File:Wilhelm II and Edward VII Kiel 1904.jpg|thumb|upright=0.8|Guglielmo II di Germania (a sinistra) ed Edoardo VII durante la visita di quest'ultimo a Kiel, nel giugno 1904]]
[[File:Edward VII (Puck magazine).jpg|thumb|left|upright=0.8|La caricatura di Edoardo VII apparsa sulla prima pagina del ''Puck'' di New York nel 1901]]
Diffusasi la notizia dell{{'}}''Entente cordiale'' tra Gran Bretagna e Francia, Guglielmo II di Germania credette opportuno invitare lo zio Edoardo VII a [[Kiel]], città simbolo del riarmo navale tedesco. Il porto, nonostante il parere negativo del cancelliere [[Bernhard von Bülow]], accolse per ordine del Kaiser tutta la flotta da guerra della Germania. Ciò dovette fare una certa impressione al re d'Inghilterra quando, accettando l'invito del nipote, vi sbarcò il 25 giugno [[1904]]<ref>Bülow, ''Memorie'', Milano 1931, Vol II, pp. 23-24.</ref>.
 
Guglielmo II aveva chiamato tutti i ministri del governo a ricevere l'ospite, mentre Edoardo era accompagnato dal primo Lord dell'Ammiragliato William Palmer, conte di Selborne (1859-1942) e dall'ammiraglio di origine tedesca [[Luigi di Battenberg]]. Il giorno dell'arrivo dei visitatori inglesi ebbe luogo un pranzo a bordo dell{{'}}''Hohenzollern'', lo yacht imperiale tedesco, occasione nella quale Edoardo alzò il calice brindando ai sovrani della Germania<ref>Bülow, ''Memorie'', Milano 1931, Vol II, pp. 25-26.</ref>.
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Dopo aver contribuito a migliorare i rapporti del Regno Unito con [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] (da Principe di Galles), [[Portogallo]], [[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] e [[Terza Repubblica francese|Francia]], Edoardo trovò il modo di perfezionare anche le relazioni con la [[Spagna]].
 
Oltre a compiere numerosi viaggi a Parigi, elesse due località europee a corti secondarie. La prima era Marienbad (oggi [[Mariánské Lázně]]), in [[Austria-Ungheria]], e la seconda era [[Biarritz]] in Francia meridionale, sulla costa atlantica, al confine con la Spagna. A partire dal [[1906]] si recò in quest'ultima località tutti gli anni per un soggiorno di almeno tre settimane, di solito nel periodo compreso fra i primi di marzo e i primi di aprile<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 309.</ref>.
 
Poco più a sud di Biarritz cominciava, fra le asperità dei [[Pirenei]], il territorio della Spagna, che era governata dal giovane re [[Alfonso XIII di Spagna|Alfonso XIII]], il quale, nonostante la sua cultura cattolica, desiderava sposare un'inglese. A differenza del Portogallo, che era saldamente ancorato alla Gran Bretagna, la Spagna avrebbe potuto schierarsi con la Germania e la scelta di Alfonso avrebbe potuto influenzare il corso della diplomazia di Madrid<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 315-316.</ref>.
 
A un ballo organizzato per lui a [[Buckingham Palace]], il re di Spagna si innamorò della principessa [[Vittoria Eugenia di Battenberg]] (nata in Scozia), figlia di [[Beatrice di Sassonia-Coburgo-Gotha]], sorella minore di Edoardo. Poiché la principessa rimase anch'essa favorevolmente colpita, si pensò al luogo e al modo atti a favorire il fidanzamento. La scelta cadde su Biarritz che Edoardo già frequentava e dove Vittoria Eugenia giunse all'inizio del 1906 per rimanerci quanto serviva a decidere se sarebbe divenuta o meno regina di Spagna. Alfonso, passando il vicino confine, la raggiungeva quasi tutti giorni. Il fidanzamento fu annunziato il 9 marzo e le nozze furono celebrate a [[Madrid]] il 31 maggio 1906<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 316-320.</ref>.
 
Edoardo VII si adoperò con tutte le sue forze per favorire, dietro le quinte, il matrimonio, mirando al successo diplomatico che in effetti la Gran Bretagna ottenne con l'unione delle due dinastie<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 321.</ref>.
 
== Gli incontri con Francesco Giuseppe ==
[[File:Edward vii england.jpg|thumb|upright=0.8|Edoardo VII si impegnò a mantenere buoni i rapporti con la casa d'di Asburgo e con l'Austria<ref>Dipinto di Luke Fildes (1843-1927).</ref>]]
[[File:Charles Hardinge01 crop.jpg|thumb|upright=0.8|[[Charles Hardinge, I barone Hardinge di Penshurst|Charles Hardinge]], sottosegretario agli Esteri, fu il più assiduo consulente diplomatico di Edoardo VII]]
 
=== A Vienna ===
Edoardo VII, convinto com'era dell'importanza dei rapporti umani, trovava indispensabile che il sovrano della più importante corte protestante e quello della più importante corte cattolica dialogassero. Il 31 agosto [[1903]] egli giunse, quindi, a [[Vienna]] per la sua prima e unica visita da sovrano, e i quattro giorni di permanenza presso l'imperatore [[Francesco Giuseppe]] furono spesi essenzialmente nelle cortesie dinastiche. L'unica questione di politica estera sollevata da Edoardo fu quella della [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]]. La regione, ancora nelle mani dei turchi, si trovava in uno stato di ribellione, invogliando Austria da un lato e Russia dall'altro, a intervenire<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 335-337.</ref>.
 
Prima di ripartire da Vienna, Edoardo parlò della questione con il ministro degli Esteri austriaco [[Agenor Maria Gołuchowski]] sollecitandolo ad avere un atteggiamento energico ma pacifico con l'[[Impero ottomano]]. Fra l'altro dichiarò:
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=== A Bad Ischl ===
[[File:Hubert Sattler Ischl 1863.jpg|upright=1.5|thumb|left|[[Bad Ischl]], qui in un dipinto di metà 800, fu il luogo d'di incontro preferito di Edoardo VII e Francesco Giuseppe]]
Nonostante Francesco Giuseppe non avesse potuto (o voluto) ricambiare la visita di Edoardo a Vienna, quest'ultimo riuscì a incontrarlo informalmente, prima a [[Mariánské Lázně|Marienbad]] e poi nel soggiorno favorito dell'imperatore: [[Bad Ischl]]. In questa seconda stazione termale i due si trovarono per la prima volta nell'agosto [[1905]]. L'incontro successivo, che ebbe luogo fra il 15 e il 16 agosto [[1907]], fu voluto da Edoardo e fu, per la prima volta, una riunione politica fra i due sovrani e tra i loro consiglieri diplomatici<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 338-339.</ref>.
 
L'argomento era sempre la Macedonia. Il punto di vista britannico, di cui Edoardo VII era il portavoce più attivo, sosteneva che bisognava rimuovere alla radice il problema costringendo i turchi a cessare le violenze razziali nella regione. Si sarebbe così anche neutralizzata la minaccia di una guerra che dai [[Penisolapenisola balcanica|Balcani]] avrebbe potuto allargarsi a tutta l'Europa. L'Austria obiettava, invece, che qualsiasi azione radicale avrebbe compromesso l'equilibrio del fragile Impero ottomano, crollato il quale, i danni per la pace sarebbero stati peggiori<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 339-340.</ref>.
 
Il dibattito si protrasse fino all'estate del 1907 quando Edoardo VII e il sottosegretario agli Esteri [[Charles Hardinge, I barone Hardinge di Penshurst|Hardinge]] tornarono da Francesco Giuseppe a Bad Ischl. Questa volta presenziava anche il nuovo ministro degli Esteri austriaco [[Alois Lexa von Aehrenthal]]. L'incontro, lungi dal risolvere la complicatissima questione macedone, servì a chiarire l'atmosfera tra la Gran Bretagna e l'Austria, e a rendere Aehrenthal meno diffidente nei confronti di Londra e il ''[[Foreign Office]]'' meno diffidente nei confronti del ministro austriaco<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 340-343.</ref>.
 
Un ultimo importante incontro si ebbe a Bad Ischl fra Edoardo VII e Francesco Giuseppe. Si svolse il 12 agosto [[1908]] per interessamento del monarca inglese, che chiese a quello austriaco di intercedere presso Guglielmo II affinché rallentasse il suo riarmo navale. Un incontro con il Kaiser a luglio aveva infatti su questo punto dato esito negativo. Edoardo anche da Francesco Giuseppe, alleato di Guglielmo, si vide opporre un cortese ma irremovibile rifiuto<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 348-357.</ref>.
 
== I rapporti con la Russia ==
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=== L'accordo per l'Asia ===
{{vedi anche|Accordo anglo-russo per l'Asia}}
Edoardo era preoccupato per l'impressione che avrebbe avuto sul popolo una sua visita a un monarca autocratico come [[Nicola II di Russia]]. Tuttavia, un'occasione di riaprire il discorso si presentò quando, il 31 agosto [[1907]], Gran Bretagna e Russia firmarono l'[[Accordo anglo-russo per l'Asia|accordo per l'Asia]] che regolava le questioni coloniali aperte fra le due potenze. Come per l{{'}}''[[Entente cordiale]]'' non si trattò di un'alleanza vera e propria, ma in effetti risultò tale nello spirito. Edoardo VII, sebbene informato sui progressi delle trattative alle quali dette sempre il suo appoggio, non partecipò alla stesura degli articoli del documento<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 376.</ref>.
 
=== L'incontro di Reval con Nicola II ===
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Di fronte a questi sviluppi, la questione ideologica passò in secondo piano e il 5 giugno 1908 il ''Victoria and Albert'' salpò dal porto di [[Sheerness]] per condurre Edoardo in [[Impero russo|Russia]] nell'unica visita che vi fece da sovrano. A causa della ripresa degli attentati, Nicola II dispose per sicurezza un incontro con lo zio in mare, nel porto di Reval (oggi [[Tallinn]]). Tra i partecipanti inglesi alla visita comparivano anche il generale [[John French]] e l'ammiraglio [[John Fisher, I barone Fisher|John Fisher]]<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 370-371.</ref>.
 
L'incontro si svolse fra il 9 e il 10 giugno [[1908]], senza cerimonie ufficiali. Diplomatici e militari delle due potenze discussero di vari argomenti. Edoardo salutò i marinai russi nella loro lingua con il tradizionale «Buongiorno, figli miei!» e conferì a Nicola la nomina onoraria di ammiraglio della [[Royal Navy]]<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 377-379.</ref>.
 
Nonostante l'atmosfera familiare, Edoardo affrontò con il Primo ministro [[Pëtr Arkad'evič Stolypin]] il problema degli [[ebrei]] che in Russia erano sottoposti a discriminazioni e persecuzioni sempre più pesanti. La questione, che gli era stata sollecitata in Inghilterra dai [[Rothschild]], lo spinse anche a invitare l'ambasciatore britannico a [[San Pietroburgo]] [[Arthur Nicolson]] a intervenire presso Stolypin e chiedergli conto dei ''[[pogrom]]''<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 381.</ref>.
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[[File:Edward VII The greatest show on earth (Puck magazine).jpg|upright=1.5|thumb|”Il più grande spettacolo del mondo” titola ironicamente il ''Puck'' di New York riferendosi alla processione di incoronazione di Edoardo VII]]
[[File:Edward VII and Wilhelm II in Berlin 1909.jpg|upright=1.5|thumb|Edoardo VII (a sinistra) e Guglielmo II in carrozza tra la folla durante la visita del re di Gran Bretagna a Berlino nel 1909]]
Anche i rapporti con Vienna peggiorarono: il 6 ottobre [[1908]] [[Francesco Giuseppe]] annunziò l'annessione all'Austria della [[Bosnia ed Erzegovina]]. Si trattava di una provincia turca che l'Austria occupava e amministrava dal 1878 in virtù del [[Trattato di Berlino (1878)|Trattato di Berlino]].
 
Edoardo VII rimase impressionato dall'azione e dalle conseguenze che questa poteva avere per la pace in Europa, non sapendo che l'Austria era riuscita a strappare un vantaggioso accordo con la Russia: la Bosnia-Erzegovina in compenso di un vago interessamento (poi disatteso) di Vienna alla questione della libera circolazione della marina russa attraverso gli stretti turchi<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 362-364.</ref>.
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== Il viaggio a Berlino (1909) ==
Per evitare tensioni ancora più gravi, Edoardo decise di recarsi a [[Berlino]] e l'8 febbraio [[1909]], in verità con poche illusioni, attraversò [[la Manica]] a bordo dell{{'}}''Alexandra'', il più piccolo dei due yacht reali. Dopo varie insistenze del governo, il re si era persuaso a farsi accompagnare da un ministro: il segretario delle colonie [[Robert Crewe-Milnes, I marchese di Crewe|Robert Crewe]]. Facevano inoltre parte del seguito, oltre al solito Hardinge, il generale [[Francis Grenfell, I barone Grenfell|Francis Grenfell]] e l'ammiraglio Day Bosanquet (1843-1923)<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, p. 393.</ref>.
 
A Calais Edoardo salì sul treno e proseguì il viaggio fino a [[Rathenow]] e da lì fino alla [[Lehrter Bahnhof|stazione berlinese di Lehrter]] dove, accolto da Guglielmo II di Germania, proseguì il viaggio in carrozza fino al [[Castello di Berlino|palazzo reale di Berlino]]. Nell'appartamento assegnatogli, che il Kaiser aveva deciso di rendere il più accogliente possibile, Edoardo trovò un ritratto della regina Vittoria e una stampa a colori delle vittorie navali britanniche<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 393-395.</ref>.
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== L'ultimo periodo ==
[[File:The Nine Sovereigns at Windsor for the funeral of King Edward VII.jpg|upright=1.5|thumb|left|I sovrani convenuti a Londra alle esequie di Edoardo VII.<ref>Da sinistra verso destra: il re [[Haakon VII di Norvegia]], lo zar [[Ferdinando I di Bulgaria]], il re [[Manuele II di Portogallo]], il kaiser [[Guglielmo II di Germania]], il re [[Giorgio I di Grecia]] e il re [[Alberto I del Belgio]]. Seduti da sinistra verso destra: il re [[Alfonso XIII di Spagna]], il re [[Giorgio V del Regno Unito]] e il re [[Federico VIII di Danimarca]].</ref> ]]
[[File:King Edward VII after death.jpg|thumb|upright=1.5|La salma di Edoardo VII]]
 
All'inizio del [[1910]], come ogni anno, Edoardo VII si recò a [[Biarritz]]. Il 14 marzo venne annunciato che il re sarebbe rimasto nel suo appartamento per consiglio del medico personale. Si trattava di [[bronchite]]. Il 21 marzo Edoardo ricomparve per un'escursione in automobile e il 25 aprile partì in treno per Parigi, da dove avrebbe proseguito per Londra<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 407-410.</ref>.
 
Giunto a Londra dovette occuparsi della nomina del nuovo viceré dell'[[India britannica|India]] e affrontare la crisi politica che derivò dal tentativo di [[Herbert Henry Asquith|Asquith]] di ridurre il potere della [[Camera dei Lord]]. Fra il 30 aprile e il 1º maggio a [[Sandringham]] la bronchite lo colpì ancora. Nei giorni seguenti, a Londra, rifiutò di riposarsi e incontrò l'ambasciatore americano Whitelaw Reid (1837-1912) che notò la forte tosse<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 410-411.</ref>.
 
La sera del 5 maggio il Paese seppe che il re era stato colpito da una bronchite e che «le sue condizioni suscitavano qualche preoccupazione». Da quel momento il peggioramento fu rapido. Un bollettino diramato la mattina dopo riportava che le condizioni di Edoardo erano gravi, e nel pomeriggio un terzo bollettino le definiva critiche. I medici perdettero ogni speranza e la regina [[Alessandra di Danimarca|Alessandra]] provvide a far entrare nella stanza del marito gli amici che desideravano vederlo e che lui desiderava vedere, fra cui Alice Keppel. Edoardo VII morì quello stesso 6 maggio [[1910]], quando mancavano 15 minuti alla mezzanotte. Aveva 68 anni e mezzo<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 412-413.</ref>.
 
Ai funerali solenni, che si svolsero il 20 maggio, intervennero oltre al nuovo re del Regno Unito e nuovo imperatore d'India [[Giorgio V del Regno Unito|Giorgio V]] altri otto monarchi, tutti parenti di Edoardo<ref>Brook-Shepherd, ''Lo zio d'Europa Edoardo VII'', Milano, 1977, pp. 418-420.</ref>.
 
== L'appartenenza alla Massoneria ==
Nel [[1868]] Edoardo fu iniziato in [[Massoneria]] a Stoccolma dal re di Svezia, Gran maestro della Massoneria svedese. Nel [[1873]] fu [[Maestro venerabile]] della Loggia ''Apollo University'' n. 357 di [[Oxford]], come pure della Loggia ''Prince of Wales'' n. 250 di Londra e della ''Royal Alpha Lodge'' n. 16, pure di Londra. Il 28 aprile [[1875]] divenne Gran maestro della Gran Loggia unita d'Inghilterra e lo rimase fino alla sua ascesa al trono nel [[1901]], quando assunse il titolo di "Protector of the Craft" (Protettore della Massoneria). Insignito del 33º grado, fu patrono del Supremo consiglio del [[Rito scozzese antico ed accettato]] d'Inghilterra<ref>[[Giordano Gamberini]], ''Mille volti di massoni'', Roma, Ed. Erasmo, 1975, p. 165.</ref>.
 
== Ascendenza ==
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== Onorificenze ==
[[File:Coat of Arms of Albert Edward, Prince of Wales (1841-1901).svg|thumb|upright=0.6|Lo stemma di Edoardo, principe di Galles ([[1841]]-[[1901]]).]]
[[File:Cypher of Edward VII.svg|thumb|upright=0.6|Il monogramma personale didel re Edoardo VII.]]
[[File:Dual Cypher of King Edward VII and Queen Alexandra of Great Britain.svg|thumb|upright=0.6|Il monogramma dei consorti re Edoardo VII e regina Alessandra.]]
=== Onorificenze britanniche ===
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* [[Edoardo VII principe di Galles]]
* [[King Edward Point]]
* [[Incoronazione di re Edoardo VII e della regina Alessandra]]
 
== Altri progetti ==
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|carica = [[Sovrani del Regno Unito|Re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda]] e dei [[Dominion|Dominion britannici d'oltremare]]
|immagine = Royal Standard of the United Kingdom.svg
|periodo = 22 gennaio [[1901]] – 6 maggio [[1910]]
|precedente = [[Vittoria del Regno Unito|Vittoria]]
|successivo = [[Giorgio V del Regno Unito|Giorgio V]]
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|carica2 = [[Impero Anglo-Indiano|Imperatore d'India]]
|immagine2 = British Raj Red Ensign.svg
|periodo2 = 22 gennaio [[1901]] – 6 maggio [[1910]]
|precedente2 = idem
|successivo2 = idem
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|carica = [[Linea di successione al trono britannico|Erede al trono britannico]]
|immagine = Coat of Arms of Albert Edward, Prince of Wales (1841-1901).svg
|periodo = ''Erede apparente''<br />9 novembre [[1841]] – 22 gennaio [[1901]]
|precedente = [[Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (1840-1901)|Vittoria, principessa reale]]
|successivo = [[Giorgio V del Regno Unito|Giorgio, principe di Galles]]<br />poi sovrano colcon il nome di Giorgio V
}}
{{Box successione multiplo
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|carica = [[Principe di Galles]]
|immagine = Prince of Wales's feathers Badge.svg
|periodo = 8 dicembre [[1841]] – 22 gennaio [[1901]]
|precedente = [[Giorgio IV del Regno Unito|Giorgio, principe di galles]]<br />poi sovrano colcon il nome di Giorgio IV
|successivo = [[Giorgio V del Regno Unito|Giorgio, principe di Galles e duca di York]]<br />poi sovrano colcon il nome di Giorgio V
|tipologia2 = titolo nobiliare
|carica2 = [[Duca di Cornovaglia]]
|immagine2 = Arms of the Duchy of Cornwall.svg
|periodo2 = 8 dicembre [[1841]] – 22 gennaio [[1901]]
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|successivo2 = idem
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|carica3 = [[Duca di Rothesay]]
|immagine3 =
|periodo3 = 8 dicembre [[1841]] – 22 gennaio [[1901]]
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|successivo3 = idem
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|carica4 = [[Conte di Chester]]
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|periodo4 = 8 dicembre [[1841]] – 22 gennaio [[1901]]
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|successivo4 = idem
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|carica = Conte di Dublino
|immagine = Saint Patrick's Saltire.svg
|periodo = 17 gennaio [[1850]] – 22 gennaio [[1901]]<br />''3ᵃ creazione''
|precedente = [[Edoardo Augusto di Hannover (1767-1820)|Edoardo Augusto, conte di Dublino]]
|successivo = Titolo unito alla Corona
Line 579 ⟶ 578:
|carica = [[Gran Loggia Unita d'Inghilterra|Gran Maestro della Gran Loggia Unita d'Inghilterra]]
|immagine = Square compasses.png
|periodo = 4 settembre [[1874]] – 22 gennaio [[1901]]
|precedente = [[George Robinson, I marchese di Ripon]]
|successivo = [[Arturo di Sassonia-Coburgo-Gotha (1850-1942)|Arturo, duca di Connaught e Strathearn]]
Line 587 ⟶ 586:
|carica = [[Ordine del Bagno|Gran Maestro dell'Ordine del Bagno]]
|immagine = Flag of England.svg
|periodo = [[1897]] – 22 gennaio [[1901]]
|precedente = [[Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha]]
|successivo = [[Arturo di Sassonia-Coburgo-Gotha (1850-1942)|Arturo, duca di Connaught e Strathearn]]