Pipino il Breve: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 3:
|titolo = [[Sovrani franchi|Re di tutti i Franchi]]
|immagine = Amiel - Pepin the Short.jpg
|legenda = Pipino il Breve nell'interpretazione pittorica di Louis-Félix Amiel (ritratto commissionato da re [[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo]] per il museo storico di [[Versailles]] nel [[1837]])
|inizio regno = novembre [[751]]
|fine regno = 24 settembre [[768]]
|incoronazione = [[Cattedrale di Soissons]], 28 giugno [[754]]
|data di nascita = [[714]]<ref name=Pepin>{{en}} [http://fmg.ac/Projects/MedLands/CAROLINGIANS.htm#PepinleBrefFranksB Foundation for Merovingian Nobility: Pepin]</ref>
|luogo di nascita = [[Jupille-sur-Meuse|Jupille]]<ref name=Pipin>{{en}} [http://genealogy.euweb.cz/carolin/carolin2.html#Char Genealogia di Pipin III]</ref>
Riga 43:
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato [[maggiordomo di palazzo]] di [[Neustria]] ([[741]]-[[751]]) e d'di [[Austrasia]] ([[747]]-[[751]]), poi re dei [[Franchi]] ([[751]]-[[768]]). Fu il padre del futuro [[Imperoimpero carolingio|imperatore]] [[Carlo Magno]]
|Immagine =PippinImperialChronicleCorpusChristiCollegeMS373Fol14.jpg
|Didascalia = Rappresentazione idealizzata di Pipino (incisione di origine sconosciuta)
}}
 
Venne incoronato re dei Franchi dal [[papa]] che, minacciato dall'avanzata dei [[Longobardi]], ne aveva ottenuto la protezione, ricambiando in taltale modo l'aiuto ricevuto da Pipino il Breve con un'[[incoronazione]] formalmente illegittima.
 
==Origine==
Era il figlio secondogenito del [[Maggiordomo di palazzo]] di [[Austrasia]]<ref name=Ludovici>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 698}}.</ref> ed in seguito maggiordomo di palazzo di tutti i regni dei Franchi<ref name=Fredegari>{{cita|Fredegario|CVII}}.</ref>, [[Carlo Martello]] (che era figlio di [[Pipino di Herstal|Pipino di Herstal o Pipino II]], maggiordomo di palazzo di tutti i regni dei Franchi<ref name=marbacenses>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmarbacen00blocgoog#page/n32/mode/1up#ES Annales Marbacenses, pag. 4 15-20]</ref> e di [[Alpaïde di Bruyères]]<ref name=Fredegar>{{cita|Fredegario|CIII}}.</ref>, (ca. 650-† [[717]]), di cui non si conoscono gli ascendenti, ma l'''Ex Chronico Sigeberti monachi'' ci informa che era sorella di un certo Dodone, domestico di Pipino II, che martirizzò il vescovo di [[Liegi]], [[Lamberto di Maastricht|Lamberto]]<ref name=Sigeberti>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 345}}.</ref>) e della sua prima moglie, [[Rotrude di Treviri]] ([[695]]-[[724]]) che per molto tempo è stata ritenuta figlia di Willigarda di Baviera e di San Liévin, Liutwin o Leudin (?-†713), [[Diocesi di Treviri|arcivescovo di Treviri]]; ma studi più recenti hanno stabilito che fu la figlia del conte [[Lamberto II di Hesbaye]] (?-†741), antenato dei [[Robertingi]] (poi [[Capetingi]]); da cui discese anche [[Ermengarda di Hesbaye|Ermengarda]] (778-818), moglie di [[Ludovico il Pio]].
 
==Biografia==
[[File:Charles Martel divise le royaume entre Pépin et Carloman.jpg|thumb|left|[[Carlo Martello]] divide il regno dei Franchi tra i figli maggiori, [[Carlomanno (figlio di Carlo Martello)|Carlomanno]] e Pipino III]]
Pipino il Breve nel [[736]], assieme al padre [[Carlo Martello]] e al fratello maggiore [[Carlomanno (figlio di Carlo Martello)|Carlomanno]], attraversò la [[Loira]] e, combattendo il duca d'Aquitania [[Hunaldo di Aquitania|Hunaldo]], giunse alla [[Garonna]], conquistò la città di [[Bordeaux]] e il castello di [[Blaye|Blavia]] e riuscì ad assoggettare tutta la regione e a impossessarsene<ref name=Fredega>{{cita|Fredegario|CIX}}.</ref>. Concesse però a Hunaldo di governare il ducato in seguito al giuramento di fedeltà fatto a Carlo e ai suoi figli, Carlomanno e Pipino III<ref name=mettenses>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n48/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 28]</ref>.
Nel [[741]], il padre Carlo divise il regno in due parti: a Carlomanno, il primogenito, consegnò l'[[Austrasia]], la [[Svevia]] - oggi denominata [[Alemannia]] - e la [[Turingia]]; al secondogenito, Pipino consegnò la [[Neustria]], la [[Burgundi]]a e la [[Provenza]]. In quello stesso anno, Carlo, assalito dalla febbre, morì<ref name="Fredeg">{{cita|Fredegario|CX}}.</ref>.<br />Secondo gli ''Annales Mettenses'' il padre, Carlo, avrebbe voluto dividere il regno in tre parti, come richiesto dalla seconda moglie [[Swanachilde]], ma - seguendo il parere dei [[Franchi]], che consideravano il figlio di secondo letto, [[Grifone (figlio di Carlo Martello)|Grifone]], illegittimo - Carlomanno e Pipino rifiutarono<ref name=mettense>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n52/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 32]</ref>.
 
Grifone si ribellò ai fratellastri, per poter avere una parte o addirittura tutto il dominio paterno<ref name=Einhardi>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00169.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00|+Monumenta+Germaniae+historica%3A+Cronicon+Moissiacensis#ES Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Einhardi Annales, pag. 135]</ref>. Allora Carlomanno e Pipino radunarono l'esercito per catturare Grifone che, avuta la notizia, fuggì con la madre e si chiuse in Laudunum (l'attuale [[Laon]])<ref name=Einhardi/>, dove i fratellastri posero l'assedio<ref name=mettense/>. Vedendo che non poteva evadere dall'assedio, Grifone si consegnò ai fratellastri<ref name=mettense/>. Venne imprigionato da Carlomanno in un castello (Nova Castella) nelle [[Ardenne]], vicino a [[Liegi]],<ref name=mettens>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n53/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 33]</ref> dove rimase sino al [[747]], l'anno in cui il fratellastro Carlomanno si recò a Roma<ref name=Einhardi/>.
 
=== Maggiordomo di palazzo ===
Carlomanno e Pipino, dopo che il trono del regno dei Franchi era stato vacante per alcuni anni, decisero, alla fine del [[741]]<ref>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00326.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00&zoom=0.50#ES Chronicon Moissiacensis, pag. 292] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131016062734/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00326.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00&zoom=0.50#ES |data=16 ottobre 2013 }}</ref> o nel [[742]]<ref name=Ludovic>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 704}}.</ref>, di riconoscere come re il [[merovingi]]o [[Childerico III]],<ref name=miracolis>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 672}}.</ref> che secondo gli ''Annales Francorum Ludovici Dufour'' era parente del predecessore, [[Teodorico IV]]<ref name=Ludovic/> (forse fratello o figlio).
 
Nel [[742]], Carlomanno e Pipino andarono in [[Aquitania]] a combattere Hunaldo, che dopo la morte di Carlo Martello non aveva mantenuto l'impegno di fedeltà ai suoi figli. Radunato l'esercito e passata la [[Loira]] ad Aurelianis, l'attuale [[Orléans]], giunsero a Beturigas, l'attuale [[Bourges]], che diedero alle fiamme<ref name=Frede>{{cita|Fredegario|CXI}}.</ref>. Proseguendo, sconfissero Hunaldo e lo costrinsero a darsi alla fuga; durante l'inseguimento, conquistarono il castello<ref name=Francorum>{{cita|Regni Francorum|anno 742}}.</ref> e la città di Lucas, l'attuale [[Loches]]<ref name="Einhard">{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00171.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00%7C+Monumenta+Germaniae+historica%3A+Cronicon+Moissiacensis#ES Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Einhardi Annales, pag. 137] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160310200132/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00171.html?sortIndex=010:050:0001:010:00:00%7C+Monumenta+Germaniae+historica:+Cronicon+Moissiacensis#ES |data=10 marzo 2016 }}</ref>, risparmiando gli abitanti. Poi a Vetus-Pictavis (Vieux-Poitiers)<ref name=Francorum/> i due fratelli si divisero le prede e gli ostaggi<ref name=Frede/>.<br />Nell'autunno di quell'anno, passato il [[Reno]], Carlomanno e Pipino devastarono l'Alemannia<ref name=Francorum/>, arrivando sino al [[Danubio]] dove gli Alemanni, guidati da [[Teobaldo (Alemanni)|Teobaldo]], figlio del duca [[Gotfrido]]<ref name=Hermanni>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 331}}.</ref>, vedendosi battuti si arresero e, consegnando ostaggi e offrendo doni, chiesero la pace<ref name=Frede/>.
 
Nel [[743]] il duca di Baviera [[Odilone di Baviera|Odilone]], che l'anno prima aveva costretto la sorella di Carlomanno e Pipino, [[Hiltrude|Iltrude]], a sposarlo contro la volontà dei fratelli (secondo l'''Ex Chronico Sigeberti monachi'' l'aveva rapita<ref name=Sigebert>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 348}}.</ref>), si ribellò all'autorità dei [[Franchi]], costringendo così Carlomanno e Pipino a radunare l'esercito per attaccare la Baviera<ref name=Fred>{{cita|Fredegario|CXII}}.</ref>. Si accamparono sulle rive del [[Lech (fiume)|fiume Lech]], mentre sulla sponda opposta si erano radunati non solo [[Bavari]] ma anche [[Sassoni]], [[Svevia|Svevi]] e [[Alemanni]]. Non potendo attraversare il fiume in quel punto, dopo alcuni giorni Carlomanno, dopo aver diviso in due gruppi l'esercito, attraversò il [[Lech (fiume)|Lech]] di notte, in zone paludose e disabitate. Piombando inaspettatamente sugli avversari<ref name=Frede/>, i Franchi li sconfissero<ref name=metten>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n54/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 34]</ref>, mentre Odilone e [[Teodorico, duca di Sassonia|Teodorico]], duca dei Sassoni, fuggirono oltre il fiume [[Inn]]<ref name=Frede/>. I Franchi fecero molti prigionieri tra cui il messo del papa, Sergio, che li convinse a ritornare in patria<ref name=metten/>.
In quello stesso anno Carlomanno conquistò il [[castello di Hoohseoburg]]<ref name=Francoru>{{cita|Regni Francorum|anno 743}}.</ref> (l'attuale [[Seeburg (Sassonia-Anhalt)|Seeburg]], vicino a [[Eisleben]]), sconfisse i Sassoni<ref name="Frede" /> guidati dal duca [[Teodorico, duca di Sassonia|Teodorico]] e li costrinse alla pace<ref name=Sigebert/>.
{{Carolingi}}
Sempre nel [[743]], Hunaldo, il [[duca di Aquitania]], attraversò la [[Loira]] e conquistò e bruciò Carnotis, l'attuale [[Chartres]]<ref name=Ludovic/>. Nel [[744]] Carlomanno e Pipino, memori dell'ingiuria di Hunaldo<ref name=Ludovi>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 705}}.</ref>, reagirono, passarono la Loira e posero il campo in Aquitania<ref name="mette">{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n55/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 35]</ref>.<br />Hunaldo, vedendo che non poteva resistere ai suoi avversari, decise di abdicare<ref name=mett>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n57/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 36]</ref>.
 
Poi, sempre nel [[744]], Carlomanno e Pipino intervennero con l'esercito a domare la ribellione in Sassonia e, dopo averavere catturato il duca Teodorico un'altra volta<ref name=mett/><ref name=Francor>{{cita|Regni Francorum|anno 744}}.</ref>, secondo l'anonimo continuatore del [[Cronaca (genere letterario)|cronista]] [[Fredegario]], avendo fatto un gran numero di prigionieri e constatato che erano di stirpe simile agli abitanti del suo regno, Carlomanno li acquisì come sudditi<ref name=Fre>{{cita|Fredegario|CXIII}}.</ref> e molti di essi si convertirono alla fede cristiana e chiesero di essere battezzati<ref name=mett/>.<br />Sempre in quell'anno Carlomanno e Pipino intervennero in Baviera<ref name=Petaviarum>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00039.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00|+Monumenta+Germaniae+historica%3A+Cronicon+Moissiacensis#ES Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Analium Petaviarum continuatio, pag. 11]</ref> e dopo averlo sconfitto Carlomanno fece la pace con Odilone<ref name=fuldensis>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00380.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00|+Monumenta+Germaniae+historica%3A+Cronicon+Moissiacensis#ES Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Enhardi fuldensis annales, pag. 345]</ref>.
 
Nel [[745]] si ribellarono ancora una volta i [[Vasconi]], per cui l'esercito dei Franchi fu radunato sulle sponde della Loira. Spaventati di ciò i Vasconi chiesero la pace<ref name=Fr>{{cita|Fredegario|CXIV}}.</ref>.<br />Nel [[745]] [[Teobaldo (Alemanni)|Teobaldo]], figlio di [[Gotfrido]], duca degli Alemanni, si ribellò<ref name=mett/>, ma fu sconfitto da suo fratello, Pipino<ref name=Sigebert/><ref name=Ludovi/>.
 
Nel [[746]], riprese la ribellione degli Alemanni<ref name=Hermanni/>; Carlomanno e Pipino li combatterono<ref name=Ludovi/>. Carlomanno si scagliò contro di loro facendone strage<ref name=F>{{cita|Fredegario|CXV}}.</ref>, soprattutto a Candistat (oggi Cannstatt, quartiere di [[Stoccarda]])<ref name=met>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n58/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 37]</ref>.
 
Dopo tante battaglie, Carlomanno confessò a Pipino che voleva lasciare la vita secolare<ref name=Hermanni/> e, nel [[747]], non mossero l'esercito, ma si prepararono per facilitare la via scelta da Carlomanno<ref name=Franco>{{cita|Regni Francorum|anno 745}}.</ref>; rinunciò al potere, che consegnò nelle mani del fratello Pipino<ref name=fredegario>{{cita|Fredegario|CXVI}}.</ref>, lasciandogli anche la tutela di suo figlio [[Drogone (maggiordomo di palazzo)|Drogone]]<ref name=F/>, si recò a Roma con diversi suoi ministri e con molti doni<ref name=me>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n59/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 38]</ref>, dove s'si incontrò con il [[Papapapa Zaccaria]], si fece [[tonsura]]re e divenne monaco<ref name=Sigebert/>, ricevendo l'abito monacale dallo stesso papa<ref name=me/>.<br />Secondo alcuni storici, suffragati dall'''Annalium Petavianorum continuatio'', Carlomanno si ritirò in convento per espiare le colpe dei massacri compiuti nelle varie battaglie combattute, specialmente contro gli [[Alemanni]]<ref name=Petavianorum>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00039.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00|+Monumenta+Germaniae+historica%3A+Cronicon+Moissiacensis#ES Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Annalium Petavianorum continuatio, pag. 11]</ref>(vedi [[strage di Canstatt]] del [[746]]). Altri sostengono che Pipino il Breve, con la complicità del papa, abbia agevolato questa decisione del fratello Carlomanno.
 
In quello stesso anno Pipino liberò il fratellastro Grifone dalla prigione in cui l'aveva rinchiuso Carlomanno e lo accolse nel suo palazzo dandogli una contea e diverse rendite<ref name=me40>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n60/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 40]</ref>. Ma, nel [[748]], mentre Pipino era a Duria (l'attuale [[Düren]]), Grifone, lasciata la casa di Pipino, con molti giovani nobili<ref name=me/> si recò in Sassonia<ref name="Einhard" /><ref name=Ludovi/>.<br />Pipino allora lo inseguì e, attraversata la [[Turingia]]<ref name=Einhard/>, arrivò in Sassonia e occupò la città di confine di Skahningi (l'attuale [[Schöningen]]), dove in aiuto di Pipino erano arrivati gli [[Svevia|Svevi]]<ref name=me41>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n61/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 41]</ref> e dove molti Sassoni furono catturati e molti di loro furono convertiti nella fede cristiana<ref name=me41/>. Inoltre a Hocsemburgh (l'attuale [[Süpplingenburg]]) il perfido duca [[Teodorico, duca di Sassonia|Teodorico]] fu catturato da Pipino per la terza volta<ref name=me41/>. Continuando ad avanzare, Pipino arrivò sulla riva del fiume Obacra (l'attuale Oker)<ref name=metten/>, mentre Grifone coicon i Sassoni erano attestati sulla sponda opposta del fiume Obacra, vicino alla città di Orhaim (l'attuale [[Ohrum]])<ref name=Einhard/>. Durante la notte, pensando di essere più deboli, i Sassoni abbandonarono le posizioni e così Pipino facilmente distrusse le loro fortificazioni<ref name=metten/>. Sempre in quell'anno, Grifone, pensando che i Sassoni fossero troppo deboli per poterlo difendere e non fidandosi del fratellastro<ref name=Fuldensi>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00381.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00%7C+Monumenta+Germaniae+historica%3A+Cronicon+Moissiacensis#ES Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Fuldensi Annales, pag. 346] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160311035150/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00381.html?sortIndex=010:050:0001:010:00:00%7C+Monumenta+Germaniae+historica:+Cronicon+Moissiacensis#ES |data=11 marzo 2016 }}</ref>, si rifugiò in [[Baviera|Bavaria]]<ref name=Franc>{{cita|Regni Francorum|anno 748}}.</ref>, dove suo zio, il fratello di sua madre, il duca di Baviera, [[Odilone di Baviera|Odilone I]] era morto<ref name=me41/>.<br />Grifone in Baviera fu ben accolto dalla sorellastra, [[Hiltrude|Iltrude]]<ref name=Einhard/>, la vedova di Odilone, reggente per conto del figlioletto, il nuovo duca [[Tassilone III di Baviera|Tassilone III]]<ref name=Mettenses>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n62/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 42]</ref>. Grifone, avanzando delle pretese dinastiche (in quanto figlio di una principessa di Baviera, Swanachilde), usurpò il trono a Tassilone III<ref name=Franc/>, bambino di 7sette anni, e con l'aiuto di Lanfredo soggiogò i [[Bavari]]<ref name=Mettenses/>. Saputo ciò, Pipino si recò in Baviera<ref name=mette/> e, catturati Grifone<ref name=Ludovici/> e Lanfredo<ref name=Franc/>, li portò con sé<ref name=Sigebert/> dopo averavere riconfermato sul trono ducale il nipote Tassilone<ref name=Franc/>. Pipino perdonò tutti i giovani che avevano seguito Grifone<ref name=Mettenses/>, che, nel [[750]]<ref name=Fuldensi/>, ricevette dodici contee<ref name=Sigebert/><ref name=Mettenses/> in [[Neustria]], tra cui [[Le Mans]].
 
Nel [[748]], i [[Sassoni]], come era loro costume, non avevano mantenuto fede ai giuramenti fatti, per cui Pipino fu obbligato a intervenire, con l'aiuto dei [[Frisoni]]. Dopo che molti di essi erano già stati trucidati o presi prigionieri e le loro terre bruciate, i Sassoni, colti da timore, chiesero la pace, promettendo di essere tributari<ref name=fredegari>{{cita|Fredegario|CXVII}}.</ref>. Vedendo, inoltre, che non potevano contrastare i Franchi, destituiti i propri comandanti, si convertirono alla fede Cristiana<ref name=fredegari/>. Poi però per effetto della pressione dei Bavari, abiurarono la loro fede e non mantennero la parola data<ref name=fredegari/>, per cui, nel [[749]], Pipino rientrò con l'esercito in Sassonia e i Sassoni si ritirano con mogli e figli oltre il fiume [[Inn]]<ref name=fredegari/>. Pipino allora si accampò sulle sponde del fiume per prepararsi ad attraversarlo con delle imbarcazioni<ref name=fredegari/>. I Bavari, valutando di non poter intervenire in aiuto ai Sassoni, inviarono doni e accettarono di essere sudditi di Pipino, che accettò e fece ritorno in patria e per due anni regnò la pace<ref name=fredegari/>.
 
[[File:Pepin le Bref.jpg|thumb|Incoronazione di Pipino III secondo il pittore e miniaturista [[Jean Fouquet]] ([[secolo XV]])]]
 
Verso il [[750]], Pipino, su richiesta del fratello monaco Carlomanno e della [[Santa Sede]], incaricò il fratellastro, [[Remigio di Rouen|Remigio]], di recarsi a [[Saint-Benoît-sur-Loire]], nei pressi di [[Orléans]], per richiedere all'abate dell'[[Abbazia di Fleury]] la restituzione delle ossa di [[Benedetto da Norcia|san Benedetto]]<ref group="N">Le ossa di [[Benedetto da Norcia|san Benedetto]] erano state trasferite dall'[[Abbazia di Montecassino]] all'[[Abbazia di Fleury]], circa un secolo prima, quando i [[Longobardi]], minacciavano di saccheggiare l'abbazia.</ref> all'[[Abbazia di Montecassino]]<ref name=Benedicti>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 673}}.</ref>.
 
In questo contesto di pace, Pipino, nel [[751]], inviò aal [[Papapapa Zaccaria]] delle lettere e, all'insaputa del suo re<ref name=marbacense>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmarbacen00blocgoog#page/n30/mode/1up#ES Annales Marbacenses, pag. 5 31-38]</ref>, ma con il beneplacito di tutti i [[Franchi]]<ref name=fredegari/>, inviò una delegazione a [[Roma]]<ref name=Hermanni332>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 332 a}}.</ref>, guidata da [[Burcardo di Würzburg|san Burcardo]], [[vescovo]] di [[diocesi di Würzburg|Würzburg]] e di [[Fulrado di Saint Denis|Fulrado]], [[abate]] di [[Basilica di Saint-Denis|Saint-Denis]]<ref name=Fran>{{cita|Regni Francorum|anno 749}}.</ref>, chiedendogli se il titolo di re appartenesse a chi esercitava il potere o a chi era di sangue reale<ref name=Fran/>. Il papa rispose che doveva essere re colui che veramente esercitava il potere<ref name=Fran/><ref>John N.D. Kelly, ''Gran Dizionario Illustrato dei Papi'', Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme S.p.A., 1989, ISBN 88-384-1326-6. pag. 249</ref>.<br />[[Childerico III]] allora fu deposto<ref name=Sigebert/> e, per ordine del successore di Zaccaria, [[Papa Stefano II|Stefano II]]<ref name=Benedicti/>, fu rasato e, nel [[752]], fu condotto in monastero e tonsurato, mentre Pipino il Breve, con la regina [[Bertrada di Laon|Berta]]<ref name=fredegari/>, fu unto<ref group="N">L'"[[unzione]]" regale con uno speciale olio benedetto, un atto estraneo al mondo [[germani]]co o romano, che si rifaceva direttamente all'unzione dei [[Regno di Israele|Re d'di Israele]] presente nella [[Bibbia]]. In quel periodo nacque probabilmente per analogia anche la leggenda dell'unzione di re [[Clodoveo I|Clodoveo]] con un olio benedetto portato miracolosamente da una colomba all'[[arcivescovo di Reims]] [[Remigio di Reims|san Remigio]] per volere dello [[Spirito Santo]]. La nuova sacralità arrogata dai carolingi era "più alta" della tradizionale sacralità con risvolti pagani arrogata dai merovingi.</ref> e incoronato, a [[Soissons]], re dei Franchi, da [[Bonifacio (vescovo di Magonza)|Bonifacio]], vescovo di [[Magonza]]<ref name=xantenses>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesxantenses00arrauoft#page/n56/mode/1up#ES Annales Xantenses, pag. 37]</ref><ref name=Fra>{{cita|Regni Francorum|anno 750}}.</ref>.<br />Pipino diventò così il primo re dei Franchi carolingi, per prima cosa secondo le tradizioni del suo popolo<ref group="N">La fine del regno dei merovingi fu marcata, secondo la tradizione franca dei "re capelluti", dalla rasatura che venne imposta a Childerico.</ref> e in seguito per la Chiesa di Roma<ref group="N">La disponibilità del papa, fu dovuta anche al fatto che, proprio in quegli anni, era in cerca di alleati contro la minacciosa espansione dei [[Longobardi]] verso Roma.</ref>.
 
=== Re di tutti i Franchi ===
Fu cruciale per la storia europea l'atto, giuridicamente illegittimo, dell'incoronazione regale con legittimazione papale (fino ad allora i re erano stati solo benedetti dal papa, mentre lo ''status'' giuridico a regnare doveva provenire dall'unico erede dell'Impero romano, il sovrano bizantino). Pipino stava usurpando un titolo di sovrano "sacrale" verso i [[Germani]] mentre il papa si stava arrogando un potere di legittimazione che non aveva fondamento giuridico definito. In pratica, però, la sacralità del papa compensò la fine della sacralità della dinastia merovingia, inoltre la presenza di un imperatore "eretico" ([[iconoclasta]]) come [[Leone III Isaurico|Leone III]] sul trono di Bisanzio causava un vuoto di potere che il papa aveva già manifestato di volersi arrogare (nacque proprio in quegli anni il documento [[apocrifo]] della [[Donazione di Costantino]]).<ref>[[Franco Cardini]] e Marina Montesano, ''Storia Medievale'', pag. 145: «Pipino era ben cosciente che, sotto il profilo delle tradizioni franche, la sua era un'usurpazione perpetrata nei confronti d'di un casato regio ammantato di indiscutibile sacralità.»</ref>.
 
Nel 752, la popolazione Gota della [[Settimania]] si ribellò ai Saraceni, che da diversi anni avevano occupato la regione, e chiamò in aiuto Pipino, che alla fine della campagna aveva ricevuto dai Goti le città di Nemauso (l'attuale [[Nîmes]]), Magdalona (l'attuale [[Maguelonne]]), Agate (l'attuale [[Agde]]) e Beterris (l'attuale [[Béziers]])<ref name=Moissiacensi>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00328.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00&zoom=0.50#ES Chronicon Moissiacensis, pag. 294] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160311034247/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00328.html?sortIndex=010:050:0001:010:00:00&zoom=0.50#ES |data=11 marzo 2016 }}</ref>.
 
Quando Pipino, nel novembre del [[751]], era stato eletto re dei [[Franchi]], nel novembre del 751, il suo fratellastro Grifone si ribellò ancora e, per riprendere la lotta, decise di recarsi in Vasconia<ref name=Fuldensi/> presso il [[duca di Aquitania]], [[Waifer di Aquitania|Waifer]]<ref name=Sigebert/><ref name=Ludovi/><ref name=Mettenses/>.<br />Allora Pipino mandò i suoi legati a Waifer affinché gli fosse restituito il fratello<ref name=Mettenses/>.<br />Grifone, considerando che il fratellastro avrebbe potuto condizionare Waifer, pensò di raggiungere l'[[Italia]] per rifugiarsi dal re dei [[Longobardi]], [[Astolfo (re longobardo)|Astolfo]]<ref name=Mettense>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n63/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 43]</ref>. Arrivato, nel [[753]], nella zona di [[Saint-Jean-de-Maurienne|Maurienne]], fu intercettato<ref name=Mettense/> da diversi [[Franchi]], fedeli a Pipino<ref name=Fuldensi/>, e in combattimento trovò la morte<ref name=Mettense/> sulle sponde del fiume Arbore (l'attuale [[Arvan]] )<ref name=fredegar>{{cita|Fredegario|CXVIII}}.</ref>.<br />In quel periodo, Pipino aveva sconfitto i Sassoni e, mentre rientrava e si trovava a Bonna (l'attuale [[Bonn]])<ref name="Regni">{{cita|Regni Francorum|anno 753}}.</ref>, venne raggiunto da messaggeri dalla Burgundia<ref name=Fr/> che gli dissero che il suo fratellastro Grifone era stato ucciso presso Maurienne<ref name=Ludov>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 706}}.</ref>.<br />Pipino riuscì da allora a regnare in pace<ref name=Mettense/>.
 
Nel [[754]], Pipino, che risiedeva in riva alla [[Mosella]], fu informato che il papa Stefano II era partito da Roma con un grande seguito e molti doni e che aveva già attraversato il [[Colle del Gran San Bernardo|Gran san Bernardo]], un'azione del tutto inedita per i vescovi di Roma<ref>{{Cita libro|autore=Vallerani, Provero|titolo=Storia medievale|anno=2016|editore=Le Monnier Università, Mondadori|città=|p=117|ISBN=978-88-00-74527-7}}</ref>. Pipino, colcon il figlio Carlo, gli si fece incontro sinofino al ponte, ''Pons Sancti Hugonis'', sul [[Isère (fiume)|fiume Isère]], vicino a [[La Chapelle-du-Bard]]<ref name=fredega>{{cita|Fredegario|CXIX}}.</ref>.<br />Il papa, giunto alla presenza del re, richiese il suo aiuto contro i Longobardi e il loro re [[Astolfo (re)|Astolfo]] per liberare i Romani dai soprusi che stavano subendo<ref name=fredega/>. Poi Pipino condusse il papa e la sua delegazione a [[Parigi]], dove venne alloggiato a san Dionigi<ref name=fredega/>. Quindi inviò degli ambasciatori al re Astolfo per fargli cessare le angherie contro il papa<ref name=fredega/>.<br />Il 28 giugno il papa Stefano II unse Pipino confermandolo re dei Franchi e unse anche i suoi figli<ref name=Regn>{{cita|Regni Francorum|anno 754}}.</ref>, Carlo e Carlomanno<ref name=xantense>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesxantenses00arrauoft#page/n57/mode/1up#ES Annales Xantenses, pag. 38]</ref>, nominandoli ''[[patrizio (titolo)|patrizi]] romani'' (cioè difensori militari dei territori appartenenti alla Chiesa di Roma).<br />In quello stesso periodo, si era recato in [[Francia]] anche suo fratello, Carlomanno, per ordine del suo abate; fu inviato in [[Francia]]<ref name=Regni/>, in concomitanza al viaggio in Francia didel [[papa Stefano II]], per una missione di pace<ref name="Regni" />, consistente nel convincere il fratello Pipino a non invadere l'[[Italia]] (secondo gli ''Annales Mettenses'' su richiesta del re Astolfo<ref name=Mettens>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n67/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 46]</ref>).<br />Ma, a conclusione della infruttuosa missione, si ammalò e rimase nella città di [[Vienne (Isère)|Vienne]], assistito dalla regina [[Bertrada di Laon|Bertrada]], per molti giorni e morì in pace nel [[754]]<ref name=Reg>{{cita|Regni Francorum|anno 755}}.</ref>.
[[Image:La donacion de Pipino el Breve al Papa Esteban II.jpg|thumb|left|La [[Promissio Carisiaca|donazione di Pipino III]] al [[papa Stefano II]], avvenuta a [[Quierzy]], nel [[754]].]]
Dato che Pipino non riusciva a ottenere ciò che aveva chiesto ai Longobardi e Astolfo continuava ad agire come prima, nel [[755]] fu presa la decisione di fare la guerra ai Longobardi al fianco didel [[papa Stefano II]], per cui venne radunato un nutrito esercito<ref name="fredeg">{{cita|Fredegario|CXX}}.</ref>. Re Astolfo, venuto a conoscenza di ciò, si portò con l'esercito alle chiuse di [[Susa (Italia)|Susa]]<ref name="fredeg" />. Allora Pipino fece passare una parte dell'esercito attraverso i monti. Giunto a Susa, Astolfo lo attaccò<ref name="fredeg" />. Durante la battaglia Astolfo fu ferito; abbandonò i suoi e fuggì a [[Pavia]] con pochi seguaci<ref name="fredeg" />. Pipino allora mise a ferro e fuoco tutta la regione e lo inseguì fino a Pavia, dove pose il campo e si preparò [[Assedio di Pavia (755)|all'assedio]]<ref name="fredeg" />. Astolfo, ritenendo di non poterpotere sfuggire [[Assedio di Pavia (755)|all'assedio]], chiese la pace, promettendo di rispettare le richieste del papa<ref name="fredeg" />. Pipino, clemente, accettò le offerte lasciando in vita Astolfo<ref name="fredeg" />. Poi, avendo ricevuto un invito dal papa<ref name=Reg/>, che nel frattempo era rientrato presso la Santa Sede, si recò a [[Roma]], portando con sé innumerevoli doni<ref name="fredeg" />. Infine, ricevuti quaranta ostaggi da Astolfo, rientrò nel suo regno<ref name=Reg/>.
 
Ma Astolfo non tenne fede alle promesse e, in quello stesso anno, si diresse verso Roma, devastando e bruciando le terre del Patrimonio di San Pietro<ref name=frede>{{cita|Fredegario|CXXI}}.</ref>. Pipino, nel [[756]], attraversò nuovamente le Alpi al valico del [[Colle del Moncenisio|Moncenisio]]<ref name=frede/> (seconda spedizione di Pipino contro Astolfo). I Longobardi, lasciata Roma, si erano portati alle chiuse dei valichi alpini, dove furono sconfitti dai Franchi (aprile 756)<ref name=frede/>. Poi, colcon il nipote [[Tassilone III di Baviera]], Pipino devastando la regione li inseguì sino a Pavia, che fu messa sotto assedio<ref name=frede/>. Astolfo allora chiese di nuovo la pace promettendo, oltre a un tributo annuo al re dei Franchi, di non attaccare più la sede apostolica e di restituire i territori contesi al papato: le terre [[Bizantini|bizantine]] dell'[[Esarcato di Ravenna]] e della [[Pentapoli bizantina|Pentapoli]] (si tratta della vasta area che va dal fiume [[Panaro]] fino ad [[Ancona]])<ref name=Re>{{cita|Regni Francorum|anno 756}}.</ref>. I territori, che erano finiti sotto il potere dei re [[Longobardi]], a partire da [[Liutprando]], furono consegnati all'inviato di Pipino, l'abate Fulrado. In base agli accordi presi nel [[754]] con il [[papa Stefano II]] (''[[Promissio Carisiaca]]''), Pipino donò le terre conquistate alla Sede Apostolica<ref>Più ancora che la [[donazione di Sutri]], questo fu il vero inizio di uno [[Stato della Chiesa]].</ref>.
Sempre nel [[756]], Astolfo, durante una partita di caccia, colpito da un ramo di un albero, fu sbalzato da cavallo<ref name=fred>{{cita|Fredegario|CXXII}}.</ref> e morì<ref name=Re/>. Fu eletto re dei Longobardi [[Desiderio (re)|Desiderio]]<ref name=Re/>, colcon il consenso di Pipino<ref name=fred/>.
 
Nel [[757]] Pipino, in segno di amicizia, scambiò, tramite ambasciatori<ref name=fre>{{cita|Fredegario|CXXIII}}.</ref>, doni con l'[[imperatore bizantino]], [[Costantino V]]<ref name=R>{{cita|Regni Francorum|anno 757}}.</ref>.<br />In quello stesso anno, Tassilone III, duca di Baviera, con un seguito di notabili che controfirmarono, giurò fedeltà a Pipino e ai suoi due figli, Carlo e Carlomanno<ref name=R/>
 
Nel [[758]], Pipino si recò in Sassonia e, a Sitnia (l'odierna Sythen<ref>Sythen è un paese nella regione di [[Münster]] in [[Renania Settentrionale-Vestfalia]]</ref>), fece strage di Sassoni<ref name=xantense/>, domando la loro volontà di resistenza per parecchi anni<ref name=FRANCORUM>{{cita|Regni Francorum|anno 758}}.</ref>.
 
Nel [[759]], dopo che Pipino l'aveva messa sotto assedio, la città di [[Narbona]], che molti anni prima era dai [[Goti]] caduta in mano ai [[Saraceni]], fu da questi consegnata ai Franchi<ref>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00328.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00|+Monumenta+Germaniae+historica%3A+Cronicon+Moissiacensis#ES Chronicon Moissiacensis, pag. 294]</ref>.
[[File:Muslim troops leaving Narbonne to Pepin le Bref in 759.jpg|thumb|I musulmani consegnano [[Narbona]] a Pipino il Breve, nel [[759]], dopo 40quaranta anni di occupazione.]]
Tra il [[759]] e il [[760]], Pipino, dato che [[Waifer di Aquitania|Waifer]] dava rifugio ai Franchi che si erano ribellati<ref name=fr>{{cita|Fredegario|CXXIV}}.</ref> e non trattava con correttezza alcune questioni ecclesiastiche di competenza della chiesa francese<ref name=FRANCOR>{{cita|Regni Francorum|anno 760}}.</ref>, rivolse le sue attenzioni all'[[Aquitania]]. Passata la Loira nelle vicinanze di Autisioderum (l'attuale [[Auxerre]]), bruciando e devastando, arrivò nell'Arvernico (l'attuale [[Alvernia]])<ref name=fr/>. Allora Waifer, inviò due ambasciatori, consegnò due ostaggi<ref name=FRANCOR/> e, accettando le condizioni poste da Pipino, ottenne la pace<ref name=fr/>.
 
Nel [[761]], Waifer, per vendicarsi, entrò in Burgundia con le sue truppe e portando devastazione arrivò sino a Cavalonum (l'attuale [[Chalon-sur-Saône]])<ref name=FRANCO>{{cita|Regni Francorum|anno 761}}.</ref>, per poi ritirarsi<ref name=f>{{cita|Fredegario|CXXV}}.</ref>. Pipino reagì immediatamente e, devastando l'Aquitania, arrivò a Claremonte (l'attuale [[Clermont-Ferrand]]), dove uomini ,donne e bambini perirono nell'incendio della città<ref name=f/>. Dopo continuò e, assieme al figlio Carlo, occupò molti altri castelli in Alvernia<ref name=FRANCO/>.<br />Pipino ritornò l'anno seguente e pose l'assedio a Bituricam (l'attuale [[Bourges]])<ref name=FREDEGARIO>{{cita|Fredegario|CXXVI}}.</ref> e la conquistò<ref name=FRANC>{{cita|Regni Francorum|anno 762}}.</ref>, permettendo a tutti i difensori inviati da Waifer che erano stati catturati di tornare alle proprie terre<ref name=FREDEGARIO/>, mentre Bitorica ricostruita venne occupata dai franchi<ref name=FREDEGARIO/>.
 
Negli anni [[763]] e [[764]], la guerra contro l'[[Aquitania]] continuò<ref name=FREDEGARI>{{cita|Fredegario|CXXVII, CXXVIII}}.</ref>, anche se con minore intensità, in quanto Pipino temeva il tradimento del nipote, duca dei [[Bavari]], Tassilone III<ref name=FRAN>{{cita|Regni Francorum|anni 763 e 764}}.</ref>, per cui non mosse il suo esercito<ref>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n73/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 53]</ref>.
 
Negli anni [[765]] e [[766]], Pipino invase l'Aquitania e si impadronì di parecchie città, Pectavis (l'attuale [[Poitiers]]), Lemodicas (l'attuale [[Limoges]]), Santonis (l'attuale [[Saintes]]), Equolisma (l'attuale [[Angoulême]]), di cui distrusse le mura<ref name=FREDEGAR>{{cita|Fredegario|CXXIX, CXXX e CXXXI}}.</ref>. Devastò tutta la zona coltivata a vite<ref name=FREDEGAR/> e, passata la Garonna, affrontato da Waifer con un grande esercito di [[Vasconi]], lo sconfisse e molti Vasconi furono uccisi<ref name=FREDEGAR/>. Waifer, con pochi altri, riuscì a fuggire e inviò dei legati a Pipino che promisero sottomissione, ma questa volta le sue offerte non furono prese in considerazione<ref name=FREDEGAR/>. Nel [[766]], dopo che Pipino aveva posto una guarnigione franca a Bitorica<ref name=REGNI>{{cita|Regni Francorum|anno 766}}.</ref>, l'Aquitania, benché devastata, poteva considerarsi una provincia del regno dei Franchi<ref name=FREDEGAR/>.
 
Nel [[767]], Pipino si recò in Aquitania con la regina Bertrada con l'intenzione di catturare Waifer<ref name=FREDEGA>{{cita|Fredegario|CXXXII e CXXXIII}}.</ref>, che nel frattempo si era riappropriato di una parte del suo ducato<ref name=FREDEGA/>.<br />Pipino continuò nella conquista del ducato e tra le altre città e castelli<ref name=FRA>{{cita|Regni Francorum|anno 767}}.</ref>, conquistò [[Tolosa]]<ref>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesmettense00simsgoog#page/n74/mode/1up#ES Annales Mettenses, pag. 54]</ref>.
 
Nel [[768]], Waifer, con pochi seguaci, cercò di insidiare ancora Pipino, che era in Aquitania con la regina<ref name=FR>{{cita|Regni Francorum|anno 768}}.</ref> e i due figli, Carlo e Carlomanno, con sé<ref name=FREDEG>{{cita|Fredegario|CXXXIV}}.</ref>. Waifer venne sconfitto e messo in fuga. Pipino divise l'esercito in 4quattro gruppi e lo fece inseguire, finché fu catturato e ucciso<ref name=FREDE>{{cita|Fredegario|CXXXV}}.</ref>.<br />Finalmente, padrone di tutta l'[[Aquitania]],<ref name=FREDE/> Pipino fece rientro a [[Saintes]], dove lo attendeva la regina, Bertrada<ref name=FR/>.
 
=== La morte e la successione ===
[[File:Gisant de Pépin le Bref et Bertrade de Laon à la Basilique de Saint-Denis, France.jpg|thumb|Basilica di Saint-Denis, tomba di Pipino e Bertrade de Laon]]
Poco tempo dopo, Pipino fu colto da febbre<ref name=FRED>{{cita|Fredegario|CXXXVI}}.</ref> e si ammalò<ref name=FR/>. Allora si recò a Toronis (l'attuale [[Tours]]), presso il [[Basilica di San Martino (Tours)|monastero di San Martino confessore]], dove elargì elemosine e pregò per la sua salute<ref name=FRED/>. Da qui poi, con moglie e figli, si trasferì a [[Parigi]] a [[Saint-Denis (Senna-Saint-Denis)|Saint-Denis]], dove, constatato che la sua vita era giunta al termine, con il consenso dei notabili e dei vescovi dei Franchi, divise il regno tra i figli: a Carlo, il maggiore, andarono l'[[Austrasia]] e a Carlomanno La [[Burgundi]]a, la [[Provenza]], la [[Gotia]], l'[[Alsazia]] e L'[[Alemannia]], mentre l'Aquitania appena conquistata la divise tra i due<ref name=FRED/> (Carlo ebbe l'[[Austrasia]], gran parte della [[Neustria]] e la metà nord-occidentale dell'[[Aquitania]] (ossia il nord e l'Occidente della [[Francia]] più la bassa valle del [[Reno]]); Carlomanno ebbe la [[Borgogna]], la [[Provenza]], la [[Gotia]], l'[[Alsazia]], l'[[alemanni|Alamagna]], e la parte sud-orientale dell'[[Aquitania]] (cioè il sud e l'Oriente della Francia più l'alta valle del [[Reno]]).<br />Dopo pochi giorni, colpito da forti dolori<ref name=FRED/>, morì<ref name=xantense/> dopo 25venticinque anni di regno, il 24 settembre.<ref name=FR/><br />I figli lo seppellirono a [[Saint-Denis (Senna-Saint-Denis)|Saint-Denis]], come lo stesso Pipino aveva voluto<ref name="FRED" />. La sua tomba venne profanata più di un millennio dopo con la [[profanazione delle tombe della basilica di Saint-Denis]] durante la [[rivoluzione francese]].
 
I figli Carlo e Carlomanno furono unti e incoronati re nello stesso giorno di ottobre<ref name=FRE>{{cita|Fredegario|CXXXVII}}.</ref>, rispettivamente a Noviomem (l'attuale [[Soissons]]) e a Saxonis (l'attuale [[Samoussy]])<ref name=FR/>.
Riga 132:
 
== Discendenza ==
Pipino sposò nel [[744]] [[Bertrada di Laon]], da cui ebbe:
* [[Carlo Magno]] ([[742]]<ref name=Pipin/> o [[748]]<ref name=Pepin/>-[[814]]), re dei Franchi e imperatore
* [[Carlomanno I]] ([[751]]-[[771]]), re dei Franchi;
* [[Gisella (figlia di Pipino il Breve)|Gisella]] ([[757]]-[[810]]), badessa a [[Abbazia di Chelles|Chelles]];
* Pipino ([[758]]<ref name=xantense/> o [[759]]<ref name=FRANCORU>{{cita|Regni Francorum|anno 759}}.</ref>-[[761]]);
* Rothaide;
* Adelaide;
Riga 189:
 
== Voci correlate ==
* [[Storia della Gallia tardo-antica e alto-medioevale ]]
* [[Franchi]] (storia dei regni Franchi)
* [[Elenco di re franchi]]