Utente:X3SNW8/Sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichetta: Annullato
Etichetta: Annullato
Riga 151:
[[File:Hattin.jpg|miniatura|upright=1.1|La battaglia di Hattīn in un manoscritto anonimo del [[XV secolo]]]]
 
Fu paradossalmente Rinaldo di Châtillon, odiato sia da Guido che da Raimondo, a spingere i due rivali ad accantonare le proprie divergenze.<ref name="ril131"/><ref name="gro121"/> Rinaldo aveva assaltato in periodo di pace un'altra ricca carovana, facendo prigionieri i membri del convoglio;<ref name="gro121"/><ref name="ric329"/> Saladino intimò quindi che i prigionieri venissero liberati e il carico restituito.<ref name="gro121"/><ref name="ric329"/> Anche Guido ordinò a Rinaldo di rilasciare i prigionieri, ma la richiesta del sovrano rimase inascoltata.<ref name="gro121"/><ref name="ric329">{{cita|Richard (1999)|p. 329}}.</ref> Il 13 marzo del 11891187 Saladino, il quale non attendeva altro che un pretesto per rompere la pace e scatenare un'offensiva verso nord, dichiarò dunque guerra ai franchi e partì da Damasco.<ref name="edd205"/> La situazione impose ai cristiani di dimenticare temporaneamente le proprie liti, in quanto si diceva che il sultano curdo era alla testa di un «esercito enorme, simile a un oceano».<ref name="gro121"/> La sconfitta riportata dal [[Gran maestro]] dei [[Templari]] [[Gérard de Ridefort|Gerardo di Ridefort]] a [[Battaglia di Cresson|Cresson]], nei pressi di [[Nazareth]] il 1º maggio 1187, acuì il problema.<ref>{{cita|Runciman (2005)|pp. 667-668}}.</ref> Si comprese che Saladino mirava a Gerusalemme e che il suo interesse per tale obiettivo era determinato da motivi strategici.<ref>{{cita|Eddé (2014)|p. 198}}.</ref> Fu solo all'ultimo momento che Guido di Lusignano e un riluttante Raimondo III di Tripoli si riconciliarono, concentrando le reciproche truppe a disposizione a [[Sefforis]], al centro della [[Galilea]], a metà strada tra la città di [[Tiberiade]] e il mare.<ref name="gro122">{{cita|Grousset (1998)|p. 122}}.</ref> «Questa sorta di mobilitazione generale» consentì di contare su circa {{formatnum:1500}} cavalieri e {{formatnum:20000}} fanti, oltre ovviamente alle sentinelle del posto.<ref name="gro122"/>
 
Al momento dell'attacco scagliato da Saladino, Tiberiade sembrava decisamente destinata a non reggere la pressione nemica, tanto che nel giro di un'ora la città bassa era già stata persa dai crociati.<ref>{{cita|Grousset (1998)|p. 123}}.</ref> La gravità della situazione imponeva ai franchi giunti in soccorso di trovarerespingere unail soluzionenemico in tempi rapidi. L'esercito crociato non versava in buone condizioni, poiché stremato dal caldo torrido di luglio, dalla sete, conscio della propria inferiorità numerica e demoralizzato dalle continue lotte tra i propri comandanti.<ref>{{cita|Grousset (1998)|pp. 123-124}}.</ref> Raimondo III era totalmente scettico sulle scelte imposte da Guido, avallate sia dal principe Rinaldo di Châtillon sia dal maestro templare Gerardo di Ridefort.<ref name="gro124"/> In maniera discutibile Guido aveva lasciato a Saladino il tempo di accamparsi e presidiare il luogo strategicamente migliore, ovvero le rive del [[lago di Tiberiade]].<ref name="gro124">{{cita|Grousset (1998)|p. 124}}.</ref> Al contrario, egli si era sistemato su delle brulle colline a est a e sud dello specchio d'acqua.<ref name="gro124"/> La sera del 3 luglio, il re Guido decise quindi di marciare con illo suoscontro esercito fino ai [[Hittin|Corni di Hattīn]], dei costoni basaltici non distanti dalla città di Tiberiade.<ref name="ric331">{{cita|Richard (1999)|p. 331}}.</ref> Durante la notte i soldati cristiani si trovarono completamente circondati da Saladino,decisivo che avevaebbe appiccatoluogo il fuoco4 alleluglio erbee secchepassò circostanti perché vi era del vento che soffiava in direzione dei suoi nemici.<ref name="gro124"/> In siffatte condizioni, le armate cristiane vennero massacratealla agevolmentestoria nellacome [[battaglia di Hattin]], durante la quale probabilmente Saladino guidò il più grande esercito che avesse mai avuto a disposizione (circa {{formatnum:30000}} uomini).<ref name="ril131">{{cita|Riley-Smith (2022)|p. 131}}.</ref> Raimondo riuscì a scampare alla disfatta aprendosi un varco e fuggendo a Tiberiade, mentre invece i principali responsabili della sconfitta, ovvero Guido di Lusignano, Rinaldo di Châtillon e Gerardo di Ridefort, finirono prigionieri.<ref name="gro124"/> Pur avendo trattato con cortesia i baroni e il re, l'odiato Rinaldo fu apostrofato a male parole da Saladino e, quando rispose con toni aspri, «il sultano lo decapitò di propria mano».<ref name="ric331"/><ref name="bri203">{{cita|Bridge (1981)|p. 203}}.</ref> Saladino ordinò che i cristiani non venissero uccisi e il suo ordine fu rispettato.<ref name="bri203"/> Molti dei prigionieri giunsero a Damasco, venendo venduti come schiavi; pare che il loro prezzo discese così tanto che addirittura si riferisce di un tale che ne comprò uno scambiandolo con un paio di sandali.<ref>{{cita|Runciman (2005)|p. 674}}.</ref> Guido fu invece trattenuto prima a [[Naplusa]] e poi a [[Laodicea (Siria)|Laodicea]], salvo venire liberato nel 1188 per le insistenti suppliche rivolte da sua moglie, [[Sibilla di Gerusalemme|Sibilla d'Angiò]].<ref>{{cita|Runciman (2005)|pp. 675-676}}.</ref> Non fu un gesto mosso dalla pietà: Saladino immaginava infatti che la liberazione di Guido avrebbe causato scompiglio nel mondo cristiano, e le sue future lotte personali per preservare il titolo regale dimostrarono che il calcolo del sultano era stato più che giusto.<ref>{{cita|Runciman (2005)|p. 676}}.</ref>
 
[[File:Aerial view of Acre 1.jpg|upright=1.1|miniatura|sinistra|La città vecchia di [[Acri (Israele)|Acri]], espugnata da [[Saladino]] il 10 luglio 1189]]