Falangi Libanesi: differenze tra le versioni

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La Nota n. 1
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Nel [[1982]] [[Israele]] invase il [[Libano]], con il sostegno delle Forze militari del Libano del Sud. In agosto [[Bashir Gemayel]] fu eletto Presidente della Repubblica, ma il 14 settembre [[1982]], nove giorni prima dell'investitura ufficiale, Gemayel morì in un attentato dinamitardo, insieme ad altri 26 dirigenti falangisti, nell'esplosione del quartiere generale del partito, nel quartiere cristiano di Ashrāfiyye, nella parte orientale di Beirut.
{{vedi anche|Prima guerra israelo-libanese}}
Due giorni dopo si consumò la vendetta dei falangisti. Nella notte fra il 16 e il 17 settembre, le milizie falangiste guidate da [[Elie Hobeika]] penetrarono nei campi profughi di [[Sabra e Shatila]], presso [[Beirut]], e uccisero fra le 700 e le 3.500 persone<ref>Principalmente rifugiati [senza fonte] palestinesi, che erano in massima parte [[musulmani]], ma anche cristiani. Viceversa, secondo altra fonte "... ''le stime variano dai 460 secondo la Polizia libanese ai 700-800 calcolati dallo spionaggio Israeliano). Secondo i Libanesi, i morti comprendevano 35 donne e bambini. Il resto erano uomini: Palestinesi, Libanesi, Pakistani, Iraniani, Siriani ed Algerini.''" (estratto da www.informazionecorretta.com; sezione "Miti e Fatti", pag. 77, primo e secondo paragrafo e bibliografia citata nelle note 15 e 16 a pagina 83). </ref>.
 
Il fratello di Bashir, [[Amin Gemayel]] (Amīn Giumayyil) fu eletto Presidente della repubblica e lo restò fino al 1988.