Oltrepò Pavese (vino): differenze tra le versioni

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== Storia ==
Rinvenimenti archeologici testimoniano la diffusione della vite in Oltrepò già in età romana e tale coltura venne mantenuta durante l'alto medioevo dai monaci dell'[[abbazia di San Colombano]], che tra l'862 e l'865 erano proprietari di vigneti in [[valle Staffora]]. A partire dal secolo XI, la viticultura, per impulso dei grandi monasteri pavesi, conobbe particolare sviluppo soprattutto nella prima fascia collinare. Alcuni enti ecclesiastici, come il monastero di [[Basilicamonastero di San Pietro in Ciel d'Oro|San Pietro in Ciel d'Oro]], che almeno dal 974 possedeva vigneti e torchi presso [[San Damiano al Colle]], estesero la cultura della vite nell'area, producendo vini che, grazie al [[Po]] e al [[Ticino (fiume)|Ticino]], venivano poi trasportati a [[Pavia]], dove la parte non assorbita dal consumo dei monaci era destinata al commercio<ref>{{Cita libro|autore=Luciano Maffi|titolo=Storia di un territorio rurale. Vigne e vini nell'Oltrepò Pavese. Ambiente, società, economia|anno=2010|editore=Franco Angeli|città=Milano|lingua=it|pp=51-68|ISBN=9788856817621}}</ref>.
 
==Disciplinare==