Omicidio di Paolo Di Nella: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Di Nella aveva deciso che il 2 febbraio sarebbe partita una nuova iniziativa politica del Fronte della Gioventù nel quartiere [[Trieste (Roma)|quartiere Trieste]]-[[Salario (Roma)|Salario]] parte della campagna per l'acquisizione pubblica di [[Villa Chigi (Roma)|Villa Chigi]]<ref>Dopo una lunga vicissitudine amministrativa, Villa Chigi è stata restaurata ed è diventata la sede di una associazione che svolge attività sociali. Il parco è invece stato acquisito dal Comune ed è diventato pubblico; uno dei viali che lo percorrono porta il nome di Di Nella dal 2003.</ref>, una villa del [[XVIII secolo|Settecento]] con annesso parco, al fine di renderla un centro socio-culturale. L'iniziativa prevedeva una raccolta di firme ede una campagna di affissioni. La prima affissione, il pomeriggio del 2 febbraio, fu interrotta sul nascere da un controllo dei [[Arma dei Carabinieri|carabinieriCarabinieri]], che ne impedirono il proseguimento. Di Nella decise allora di ripetere l'affissione in serata, verso le 22:00, e si fece accompagnare da un'amica, Daniela Bertani.
 
Attaccò molti manifesti nella zona e durante le operazioni si notò il ripetuto passaggio di un motorino con due persone a bordo. Giunto in viale Libia, alle ore 00:45, scese dalla sua auto per affiggere dei manifesti su un tabellone al centro della strada, mentre Daniela Bertani lo aspettava in auto. Due giovani erano apparentemente in attesa di un autobus alla fermata [[ATAC|Atac]] della linea 38 (anche se a quell'ora gli autobus non passavano più). Secondo quanto riportato dalla [[DIGOS|Digos]], uno dei due senza parlare si avvicinò a Di Nella sferrandogli un solo colpo alla tempia con un oggetto contundente, probabilmente un grosso manganello o una spranga di ferro<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Luca|cognome=Telese|titolo=Cuori neri|url=https://books.google.it/books?id=xNKk5GOj-9kC&pg=PT722&dq=ugo+vetere+paolo+di+nella&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjwsJ2ooIvUAhXHuhoKHS95CgoQ6AEIIjAA#v=onepage&q=ugo%20vetere%20paolo%20di%20nella&f=false|accesso=2017-05-25|data=2010-10-07|editore=Sperling & Kupfer|lingua=it|ISBN=9788873392958}}</ref><ref name=":1">{{Cita libro|nome=Pierluigi|cognome=Zavaroni|titolo=Caduti e memoria nella lotta politica. Le morti violente della stagione dei movimenti: Le morti violente della stagione dei movimenti|url=https://books.google.it/books?id=wKz1I-yJDJEC&pg=PA156&dq=ugo+vetere+paolo+di+nella&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjwsJ2ooIvUAhXHuhoKHS95CgoQ6AEIKDAB#v=onepage&q=ugo%20vetere%20paolo%20di%20nella&f=false|accesso=2017-05-25|data=2010-04-29|editore=FrancoAngeli|lingua=it|ISBN=9788856826609}}</ref>. Gli aggressori poi fuggirono a piedi, imboccando via Lago Tana che porta nel cuore del quartiere Africano<ref name="dani" />. Di Nella si piegò sulle gambe e subito si rialzò. Bertani gli si avvicinò chiedendogli se stesse male e Di Nella negò, dopo di che l'amica lo accompagnò a piazza Vescovio, dove c'era una fontanella, per lavare la ferita sanguinante dietro l'orecchio<ref name=":0" />. L'amica gli prestò dei fazzoletti per tamponare l'emorragia<ref name=":0" />. Di Nella si fece riaccompagnare a casa dalla ragazza, facendole promettere che non avrebbe raccontato a nessuno l'episodio<ref name=":0" /><ref name="dani">Dalla deposizione di Daniela Bertani alla Polizia di Stato, 4 febbraio 1983</ref> Rientrato a casa in [[Corso Trieste (Roma)|corsoCorso Trieste]] verso l'una e mezza, si lavò i capelli, poi si sdraiò nella camera della sorella (più vicina al bagno)<ref name=":0" />.
 
I genitori furono svegliati dai suoi lamenti e Paolo chiese una borsa per il ghiaccio e riferì alla madre di rischiare il trauma cranico, a quel punto venne chiamato il medico di famiglia che ne dispose il ricovero e l'ambulanza lo trasportò al [[Policlinico Umberto I]], dove arrivò alle ore 4:00 già in [[coma]]<ref name=":0" /><ref name="zava" />. Dal giorno dopo i suoi amici lo vegliarono per 7 giorni nella corsia del nosocomio<ref>Dalla testimonianza di Liliana Cassano, madre di Di Nella, alla trasmissione Telefono Giallo</ref>. Durante la degenza, il 4 febbraio il Sindaco di Roma, [[Ugo Vetere]], corse in ospedale e deplorò l'accaduto; il 5 febbraio il Presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]] si recò anch'egli a trovare Di Nella in ospedale in visita privata, e gli fu comunicato che il coma era irreversibile<ref name=":1" /><ref name="zava">Pierluigi Zavaroni, ''Caduti e memoria nella lotta politica. Le morti violente della stagione dei movimenti'', in N. Antonetti, ''Cittadinanza, politica, società, storia - Collana del Dipartimento di Studi politici e sociali dell'Università di Parma'', FrancoAngeli Ed. - ISBN 8856826607</ref><ref name="alema">Corrado Ruggeri, [[Gianni Alemanno]], ''Cittadino di Roma'', Mondadori, 2013 - ISBN 8852039902</ref> Successivamente ebbe un breve colloquio con i familiari<ref name=":1" />. L'agonia di Di Nella terminò il 9 febbraio alle 20:05, quando morì senza avere mai ripreso conoscenza<ref name=":0" />. Il fatto suscitò reazioni di solidarietà. [[Giuliano Ferrara]] il 6 febbraio scrisse su ''[[la Repubblica (quotidiano)|Repubblica]]'': "Abbiamo i titoli per dire che per noi questa non è la morte di un fascista, ma la morte di un uomo. E di più: di dire che se questo scelse di dirsi fascista e concepì per la sua vita futura di vivere da fascista, ebbene, aveva il diritto di scegliere e di vivere così<ref>Giuliano Ferrara, La Repubblica, 6 febbraio 1983</ref>." Arrivò anche un telegramma dal segretario del [[Partito Comunista Italiano|PCI]], [[Enrico Berlinguer]], ai familiari, che condannava fermamente l'agguato: «La morte del vostro giovanissimo Paolo, vittima di un'aggressione disumana, che ha scosso e sdegnato ogni coscienza civile, suscita anche il commosso compianto dei comunisti. Vi preghiamo di accogliere le nostre condoglianze e la nostra solidarietà. Enrico Berlinguer»<ref name=":0" /><ref>{{Cita web|url=http://www.iltempo.it/roma-capitale/cronaca/2016/02/11/trent-anni-di-ingiustizia-per-paolo-di-nella-1.1507966|titolo=Trent’anni di ingiustizia per Paolo Di Nella|cognome=Rapisarda|nome=Antonio|accesso=2016-05-24|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160624180203/http://www.iltempo.it/roma-capitale/cronaca/2016/02/11/trent-anni-di-ingiustizia-per-paolo-di-nella-1.1507966|dataarchivio=24 giugno 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/03/03/almirante-berlinguer-quegli-incontri-segreti.html|titolo=Almirante e Berlinguer quegli incontri segreti - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2016-05-24}}</ref>.
 
Dopo il decesso furono avviate indagini ed eseguite alcune perquisizioni nei confronti di ambienti dell'[[estrema sinistra]] del quartiere Africano. Il 14 febbraio un volantino di rivendicazione dell'agguato, firmato da [[Autonomia Operaia]], fu ritrovato in una cabina telefonica proprio a piazza Gondar dopo una telefonata anonima al 113. Tra i sospettati finirono Corrado Quarra e Luca Baldassarre, militanti di Autonomia Operaia della zona. Quarra e Baldassarre, accortisi di essere controllati, si resero irreperibili. Sfuggirono a un primo arresto in una casa di [[Vetralla]] in cui la poliziaPolizia fece irruzione trovando ancora il latte della colazione caldo. Quarra fu poi fermato il 2 agosto in un normale posto di controllo a Roma, in piazza Risorgimento<ref>Nel luogo in cui era stato ucciso qualche anno prima [[Miki Mantakas]].</ref>, il 2 agosto 1983. Il 4 agosto Daniela Bertani riconobbe Quarra nel confronto come la persona che avrebbe colpito Di Nella alla testa. Il sostituto procuratore Santacroce emise un mandato di cattura e il tribunaleTribunale della libertàLibertà convalidò l'arresto.
 
La Bertani fu riconvocata per un secondo riconoscimento il 4 novembre 1983, ma sbagliò il riconoscimento del secondo indiziato, Luca Baldassarre, ponendo di fatto fine all'indagine. Il giudice ritenne infatti che, avendo sbagliato il secondo riconoscimento, avrebbe potuto aver sbagliato anche il primo. Il 29 dicembre il giudice istruttore Vitaliano Calabria, firmò l'ordine di scarcerazione di Corrado Quarra. Le indagini furono chiuse il 21 aprile 1986 con il proscioglimento di Quarra<ref>Dalla ordinanza di chiusura della indagini, giudiceGiudice istruttoreIstruttore Vitaliano Calabria, 21 aprile 1986</ref>.
 
== Controversie ==
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== Commemorazioni e omaggi ==
[[File:Paolo Di Nella - luogo uccisione a Roma.jpg|thumb|[[Murales]] commemorativo di Paolo Di Nella, a [[Roma]], in vialeViale Libia su piazzaPiazza Gondar, fotografato nel 2017]]
A piazza Gondar, nei giorni immediatamente successivi alla morte di Di Nella, nel luogo in cui fu aggredito, fu realizzato un murale con la scritta "Paolo Vive", presso la quale ogni anno si svolge una veglia e una manifestazione di commemorazione nell'anniversario del decesso. Nel 2003 il Sindaco di Roma, [[Walter Veltroni]], su proposta di un consigliere comunale di [[Alleanza Nazionale|AN]], Luca Malcotti, decise d'intitolare il viale centrale di Villa Chigi a Paolo Di Nella. Da allora, ogni anno, il [[Comune di Roma|Campidoglio]] depone una corona di fiori in occasione dell'anniversario.