Campagna d'Italia (1943-1945): differenze tra le versioni

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[[File:10th Mountain Division-advancing in April 1945.jpeg|thumb|left|upright=1.2|Truppe americane della 10ª Divisione da montagna durante l'offensiva di primavera]]
 
Il 14 novembre 1944 Mussolini aveva scritto una lettera a Hitler nella quale, dopo aver espresso la sua "ammirazione" per "le prove di incomparabile valore offerte dalle vostre forze armate", proponeva di sferrare una controffensiva proprio sul fronte italiano; il Duce inoltre sottolineava come fosse "supremo comune interesse difendere la valle del Po"<ref>{{Cita|Deakin|vol. II, pp. 976-977}}.</ref>. Il 16 dicembre 1944 Mussolini parlò ai suoi più fanatici seguaci al Teatro Lirico di Milano con accenti drammatici: accusò i "traditori", illustrò i presunti progressi della Repubblica Sociale e delle sue forze militari, mostrò fiducia nelle "[[wunderwaffen|armi nuove]]" della Germania e concluse con parole che sembravano esprimere la decisa volontà di resistere: "noi vogliamo difendere con le unghie e con i denti la valle del Po..."<ref>{{Cita|Deakin|vol. II, pp. 985-988}}.</ref>. In questa fase Hitler era completamente concentrato sull'[[offensiva delle Ardenne]] incominciata lo stesso 16 dicembre, ma anche sul fronte italiano le forze dell'Asse sferrarono un inatteso attacco, l'[[operazione Wintergewitter (1944)|operazione Wintergewitter]]: condotta il 26 dicembre da truppe5 tedeschebattaglioni cone il3 supportogruppi did'artiglieria repartitedeschi e da 5 battaglioni e 2 gruppi d'artiglieria italiani di due3 delle quattro divisioni della RSI addestrate in Germania, mise in difficoltà i reparti americani della 92ª Divisione di fanteria schierata nel settore della valle del fiume [[Serchio]]<ref>{{Cita|Morris|pp. 455-456}}.</ref>. La breve offensiva raggiunse solo successi locali ed entro il 30 dicembre venne interrotta, ma si verificarono cedimenti tra le truppe americane e anche gli inesperti reparti brasiliani furono messi in difficoltà<ref>{{Cita|Clark|pp. 430-434}}.</ref>.
 
Il 5 febbraio ebbe inizio la prima fase dell'operazione Fourth Term,<ref>{{Cita libro|titolo=Buffalo Soldiers - The 92nd Infantry Division and Reinforcements in World War II, 1942-1945 - Thomas St. John Arnold}}</ref> la più grande offensiva pianificata dalla divisione Buffalo, il cui obiettivo iniziale era di distogliere le riserve tedesche da altri fronti e concentrarle sul settore del Serchio per poi sferrare l'attacco vero e proprio la notte del 7 febbraio sul settore del Versilia. L'offensiva però naufragò sia nel settore del Serchio sia nel settore del Versilia. La pessima leadership e il clima di odio razziale che i soldati di colore continuavano a subire fu determinante per la sconfitta. Più di 1000 furono le perdite di questa operazione.<ref>{{Cita libro|titolo=Bersaglieri Sulla Linea Gotica - Davide Del Giudice pag 195}}</ref>
 
[[File:British Eighth Army Troops Crossing the River Po, Beyond Ferrara, Italy, 28 April 1945 TR2847.jpg|thumb|Le truppe dell'8ª Armata britannica passano il Po vicino a Ferrara il 28 aprile 1945]]
 
In realtà, nonostante la breve ripresa invernale e le riuscite operazioni di rastrellamento condotte dai reparti militari nazifascisti contro le effimere [[Repubbliche partigiane]], la situazione dell'occupante tedesco in Italia e del governo collaborazionista di Mussolini appariva all'inizio della primavera 1945 ormai compromessa, in relazione all'andamento generale della guerra e all'incolmabile inferiorità numerica e materiale delle forze ancora disponibili<ref>{{cita|Hart 2009|p. 936}}.</ref>. Le truppe della Wehrmacht in Italia dal 10 marzo 1945 erano comandate dal generale Heinrich von Vietinghoff dopo che Kesselring, rientrato in servizio a gennaio 1945 in seguito all'incidente stradale, era stato trasferito d'urgenza su ordine di Hitler sul fronte occidentale<ref>{{cita|Hart 2009|p. 937}}.</ref>. Il Gruppo d'armate C disponeva ancora di venti divisioni schierate sulla Linea Gotica<ref>{{cita|Bauer|vol. VII, p. 215}}.</ref>, tuttavia solo su carta potevano essere ancora considerate divisioni, le quali (a causa delle perdite o diserzioni) erano quasi tutte ridotte a reggimenti mentre le quattro divisioni della Repubblica Sociale al comando nominale del maresciallo [[Rodolfo Graziani]] erano considerate non affidabili e quindi relegate a compiti di seconda linea in [[Liguria]]<ref>{{cita|Deakin|vol. II, pp. 990-991}}.</ref>. Tuttavia con l'avvicinarsi del fronte e con le divisioni tedesche che rimanevano a corto di uomini, sempre più reparti della rsi, dalla fine del 1944 videro il fronte sempre più di frequente; basta pensare che già dal 21 settembre 1944, nella Valle del Santerno i tedeschi avevano a disposizione solo 4000 uomini tra effettivi e riserve della 715ª, della 305ª e della 44ª divisione<ref>{{Cita libro|titolo=Quelli del Mameli 1943-1945 - Antonio Liazza pag 18}}</ref>, alla data del 24 febbraio 1945 nei ranghi della 232ª divisione germanica, rimanevano soltanto in prima linea 1784 uomini di cui 355 appartenevano al 3° battaglione del 5° reggimento della Divisione San Marco.<ref>{{Cita libro|titolo=Quelli Della San Marco - Sul fronte dell'Abetone Gennaio-Aprile 1945 - Daniele Amicarella pag 139}}</ref>

I tedeschi avevano gravi carenze di materiali ed equipaggiamenti e una limitata mobilità, ma avevano cercato di rafforzare le loro posizioni; von Vietinghoff aveva apprestato una serie di posizioni di ripiegamento in direzione delle Alpi per condurre una ritirata manovrata, ma Hitler era contrario a cedere terreno e prescrisse in modo assoluto di mantenere le posizioni e difendere la Pianura Padana<ref>{{cita|Morris|p. 474}}.</ref>.
 
[[File:Sherman of 20 Armoured Regiment, May 1945.jpg|thumb|left|upright=0.7|Una colonna di carri [[M4 Sherman]] del 20th Armoured Regiment neozelandese nel maggio 1945]]