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La carta araba giunse in Europa nel [[XII secolo]]: il primo luogo in cui fu lavorata fu [[Xàtiva]] ([[1150]]). Importata da [[Damasco]] attraverso [[Costantinopoli]], o dall'[[Africa]] attraverso la [[Sicilia]], era un prodotto mediocre se paragonato alla pergamena: [[Federico II di Svevia|Federico II]] in un editto del [[1221]] ne proibì l'uso negli atti pubblici data la sua deperibilità. Tuttavia il consumo non fece che aumentare vista la sua decisa economicità. Nel [[XIII secolo]] le flotte mercantili del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] e dell'[[Mare Adriatico|Adriatico]], finanziate da grossi commercianti (in gran parte veneziani e genovesi), si spartivano il fiorente mercato.
 
Le cose cambiarono dal [[1264]] quando a [[Fabriano]], nelle [[Marche]], nella prima cartiera europea si cominciò a preparare la pasta utilizzando la [[pila idraulica]] a magli multipli azionati da un [[albero a camme]] collegato a una [[ruota idraulica]]. Più efficienti del mortaio dei cinesi o della mola degli arabi, mossi da uomini o animali, i magli, lavorandoLavorando in verticale, sfibrano canapa e lino più velocemente e meglio, riducendo così i costi e migliorando la qualità. Anche il telaio (''forma'' o ''modulo'') da immergere nel tino cambiò: l'intreccio di cotone, bambù o canne fu sostituito da un intreccio in [[Ottone (lega)|ottone]] e rimarrà pressoché invariato fino al XVIII secolo. La collatura con [[amido]] di riso o grano fu cambiata con una a base di [[gelatina animale]] - il ''carniccio'' - che migliora caratteristiche come l'impermeabilità o la resistenza a insetti e microrganismi.
La nuova tecnologia ebbe un notevole successo e presto sorsero nuovi mulini in tutta l'Italia settentrionale, e in particolare sulla sponda occidentale del [[lago di Garda]] nella valle del fiume [[Toscolano (torrente)|Toscolano]], nel territorio dell'allora [[Repubblica di Venezia]], denominata da quel tempo "valle delle cartiere". La carta italiana, di qualità migliore, più economica e soprattutto ''cristiana'' si impose velocemente in tutta Europa.
 
 
 
 
 
 
 
 
Le cose cambiarono dal [[1264]] quando a [[Fabriano]], nelle [[Marche]], nella prima cartiera europea si cominciò a preparare la pasta utilizzando la [[pila idraulica]] a magli multipli azionati da un [[albero a camme]] collegato a una [[ruota idraulica]]. Più efficienti del mortaio dei cinesi o della mola degli arabi, mossi da uomini o animali, i magli, lavorando in verticale, sfibrano canapa e lino più velocemente e meglio, riducendo così i costi e migliorando la qualità. Anche il telaio (''forma'' o ''modulo'') da immergere nel tino cambiò: l'intreccio di cotone, bambù o canne fu sostituito da un intreccio in [[Ottone (lega)|ottone]] e rimarrà pressoché invariato fino al XVIII secolo. La collatura con [[amido]] di riso o grano fu cambiata con una a base di [[gelatina animale]] - il ''carniccio'' - che migliora caratteristiche come l'impermeabilità o la resistenza a insetti e microrganismi.
La nuova tecnologia ebbe un notevole successo e presto sorsero nuovi mulini in tutta l'Italia settentrionale, e in particolare sulla sponda occidentale del [[lago di Garda]] nella valle del fiume [[Toscolano (torrente)|Toscolano]], nel territorio dell'allora [[Repubblica di Venezia]], denominata da quel tempo "valle delle cartiere". La carta italiana, di qualità migliore, più economica e soprattutto ''cristiana'' si impose velocemente in tutta Europa.
 
Il monopolio della carta italiana durò fino a metà del [[XIV secolo]], quando nuovi centri cartari sorsero prima in Francia e poi in Germania. La prima metà del [[XV secolo]] vide la Francia primeggiare nella produzione della carta, ma nella seconda metà, per le alte tasse sui [[gualchiera|mulini]] e sul trasporto degli stracci, il grosso della produzione si spostò verso l'Olanda.