Polistena: differenze tra le versioni

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I primi documenti che attestano l'esistenza di Polistena con il nome attuale risalgono però al XIII secolo, quando un villaggio con questo nome viene nominato in occasione di una cessione di alcuni terreni a favore del monastero di Santa Maria di Campoforano. Siamo nel [[1266]], ma probabilmente la città con il nome Polistena esisteva ancora da prima, cioè almeno dal [[1221]] come attestato in un rescritto di Papa Onorio III inerente allo stato di decadenza di alcuni monasteri basiliani della Calabria Meridionale, tra cui ben 3 di Polistena.<ref>Vincenzo Fusco, "Polistena, Storia sociale e politica, 1221-1979", pagine 4 e 5, edizioni parallelo 38, 1979</ref>
 
+Nel [[1291]] Polistena viene concessa in feudo ad Aldobrandino di [[Firenze]] da [[Carlo II di Napoli|Carlo II]] ,<ref>Domenico Valensise, monografia di Polistena 1863 pag.26-27</ref> nel [[1875]] si ritrovano nel fondo (Fra Giacinto), delle moneta d'oro del diametro di 21 millimetri, che appartenevano alla [[Repubblica di Firenze|Repubblica Fiorentina]].<ref>Giovanni Russo, Polistena nelle immagini di ieri pag.19</ref> Nel [[medioevo]] fu sede di numerosi casati, fra cui quello dei [[Milano (famiglia)|Milano Franco d'Aragona]]<ref>[http://www.nobili-napoletani.it/Milano.htm Famiglia Milano - Nobili Napoletani]</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.arteculturafotoin.it/polistena_ieri_ed_oggi.html |titolo=La famiglia Milano |accesso=28 ottobre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141006084601/http://www.arteculturafotoin.it/polistena_ieri_ed_oggi.html |dataarchivio=6 ottobre 2014 |urlmorto=sì }}</ref> e poi [[Riario Sforza]].<ref>[http://www.nobili-napoletani.it/Riario-Sforza.htm Famiglia Riario Sforza - Nobili Napoletani]</ref><ref>[http://www.castit.it/media/cronache/cronache167-168.pdf Cronache Castellane - Istituto Italiano dei Castelli - Polistena città fortificata in epoca bizantina] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151002102427/http://www.castit.it/media/cronache/cronache167-168.pdf |data=2 ottobre 2015 }}</ref><ref>[http://www.turiscalabria.it/dettaglio_itinerario/-/journal_content/56_INSTANCE_aZ17scFoTPaW/10180/134060 Cittanova - Polistena - San Giorgio Morgeto - (Calabria)] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151227102849/http://www.turiscalabria.it/dettaglio_itinerario/-/journal_content/56_INSTANCE_aZ17scFoTPaW/10180/134060 |data=27 dicembre 2015 }}</ref>
 
Nel [[1921]] l'archeologo [[Paolo Orsi]] incaricò il [[Vincenzo De Cristo]] (di [[Cittanova (Italia)|Cittanova]]) per eseguire alcuni scavi sul sito di Altanum (che va da [[Cinquefrondi]]-Polistena-[[San Giorgio Morgeto]]).
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Il [[Terremoto della Calabria meridionale del 1894|terremoto del 16 novembre 1894]] interessò la Calabria meridionale, con epicentro molto simile al sisma del 1783 (zona di [[San Procopio (Italia)|San Procopio]]) ma fortunatamente con conseguenze meno gravi vista la minor entità della scossa. I morti totali furono circa 100 (contro le oltre 30.000 vittime del 1783) e comunque svariati furono i danni materiali.<ref>[https://www.archive.org/stream/ilterremotodeln00sicigoog/ilterremotodeln00sicigoog_djvu.txt Libro terremoto del 1894, Polistena pag.36]</ref> A Polìstena la scossa delle 6:15 non provocò danni, quella più forte fu quella delle ore 18:50, che creò gravi lesioni soprattutto agli interni degli edifici. Ci furono fratture negli archi della [[Chiesa di Maria Santissima del Rosario (Polistena)|chiesa del Rosario]], e dalla costruzione alta 38 metri si distaccò la facciata. Da segnalare che i danni maggiori si ebbero nella parte alta della città (zona Evoli) piuttosto che nella zona bassa (detta Arco), e su un totale di 2.850 case furono 378 quelle danneggiate, 18 delle quali inabitabili, 5 crollarono parzialmente e 54 invece in modo lieve e furono restaurate. Nessun danno particolare alle persone, e dal censimento del [[1881]] all'epoca gli abitanti di Polistena erano 8.400.<ref>{{cita libro|autore=Annibale Riccò |coautori="et al." |titolo= Il terremoto del 16 novembre 1894 in Calabria e Sicilia |url = https://www.archive.org/stream/ilterremotodeln00sicigoog#page/n7/mode/2up|annooriginale=1907 |editore= Tipografia nazionale di G. Bertero e c.|città=Roma|accesso =20 dicembre 2013}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://ingvterremoti.wordpress.com/tag/terremoto-16-novembre-1894 |titolo=Terremoto 16 novembre 1894 |accesso=3 maggio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150524110517/https://ingvterremoti.wordpress.com/tag/terremoto-16-novembre-1894/ |dataarchivio=24 maggio 2015 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Il [[Terremoto della Calabria del 1905]] fu un grande sisma che colpì principalmente la Calabria Centrale con 557 vittime, 2.615 feriti e gravissime distruzioni materiali. Le conseguenze di tale sisma a Polìstena furono fortunatamente più limitate essendo distante da [[Nicastro]], zona dell'epicentro, e non furono registrati danni alle persone; tuttavia ci furono importanti danni materiali. Furono demolite 6 case, puntellate 33 e riparate 196. Il muro laterale destro della chiesa di San Francesco minacciò di crollare. Danneggiate anche altre 5 chiese tra le quali quella della Trinità fu chiusa al culto.<ref>The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading [http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/19344.html] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151003081826/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/19344.html |date=3 ottobre 2015 }}</ref>
 
Il [[Terremoto di Messina del 1908|terremoto del 28 dicembre 1908]].<ref>Vincenzo Fusco, "Storia sociale e politica 1221-1979", 1981 edizioni parallelo 38, pagg.234-235</ref>
 
Non era ancora scomparsa l'eco drammatica del [[Terremoto della Calabria del 1905|terremoto del 1905]] che un altro evento funesto colpì la regione, cioè il sisma del 28 dicembre 1908. Esso interessò la Sicilia Orientale e la Calabria Meridionale e, sotto le macerie delle immani distruzioni che si ebbero soprattutto a Reggio e Messina, perirono almeno 80.000 persone. Anche Polìstena, pur lontana oltre 70&nbsp;km dall'epicentro (Stretto di Messina), fu segnata dal tragico evento, registrando 6 morti, 30 feriti, e moltissimi edifici danneggiati e anche completamente distrutti; su 2.257 case che componevano la località 52 crollarono, 53 risultarono gravemente lesionate e in 204 si registrarono lievi danni.<ref>The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading [http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/21318.html] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150326005845/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/21318.html|data=26 marzo 2015}}</ref> Tra le chiese, già provate dalla scossa del 1905, i danni maggiori si ebbero alla Chiesa della Trinità con il crollo del tetto, alla Chiesa dell'Immacolata con il crollo parziale della facciata, e al Duomo di Santa Marina Vergine che, a causa degli ingenti danni subiti nell'intero edificio, fu sul punto di venire abbattuto, anche se poi venne restaurato radicalmente 20 anni dopo.<ref>Giovanni Russo, "Polistena nelle immagini di ieri", 1985, Edizioni Priulla, Palerno</ref> Molti sfollati furono alloggiati in provvisorie baracche di legno, posizionate in zone periferiche della città, e una di queste zone è oggi sede della villa principale della città, Villa Italia, i cui alberi furono impiantati negli anni '30. La ricostruzione degli edifici distrutti e le riparazioni di quelli danneggiati, in ogni caso, furono piuttosto veloci, e Polìstena si riprese in breve tempo dal tragico evento.<ref>{{Cita web|url=https://www.zmedia.it/polistena-la-storia-di-maria-ilenia-politano-bimba-di-due-mesi-uccisa-da-un-esorcismo-nel-1994/|titolo=Polistena, la storia di Maria Ilenia Politanò, bimba di due mesi uccisa da un "esorcismo" nel 1994 – ZMEDIA – Notizie in tempo reale dalla Calabria, dall'Italia, dal Mondo.|autore=ZMEDIA|sito=ZMEDIA|data=2019-09-12|lingua=it-IT|accesso=2024-02-20}}</ref>
Il [[Terremoto di Messina del 1908|terremoto del 28 dicembre 1908]].
<ref>Vincenzo Fusco, "Storia sociale e politica 1221-1979", 1981 edizioni parallelo 38, pagg.234-235</ref>
Non era ancora scomparsa l'eco drammatica del [[Terremoto della Calabria del 1905|terremoto del 1905]] che un altro evento funesto colpì la regione, cioè il sisma del 28 dicembre 1908. Esso interessò la Sicilia Orientale e la Calabria Meridionale e, sotto le macerie delle immani distruzioni che si ebbero soprattutto a Reggio e Messina, perirono almeno 80.000 persone. Anche Polìstena, pur lontana oltre 70&nbsp;km dall'epicentro (Stretto di Messina), fu segnata dal tragico evento, registrando 6 morti, 30 feriti, e moltissimi edifici danneggiati e anche completamente distrutti; su 2.257 case che componevano la località 52 crollarono, 53 risultarono gravemente lesionate e in 204 si registrarono lievi danni.<ref>The Catalogue of Strong Italian Earthquakes describes this earthquake sequence under the following heading [http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/21318.html] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150326005845/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/21318.html|data=26 marzo 2015}}</ref> Tra le chiese, già provate dalla scossa del 1905, i danni maggiori si ebbero alla Chiesa della Trinità con il crollo del tetto, alla Chiesa dell'Immacolata con il crollo parziale della facciata, e al Duomo di Santa Marina Vergine che, a causa degli ingenti danni subiti nell'intero edificio, fu sul punto di venire abbattuto, anche se poi venne restaurato radicalmente 20 anni dopo.<ref>Giovanni Russo, "Polistena nelle immagini di ieri", 1985, Edizioni Priulla, Palerno</ref> Molti sfollati furono alloggiati in provvisorie baracche di legno, posizionate in zone periferiche della città, e una di queste zone è oggi sede della villa principale della città, Villa Italia, i cui alberi furono impiantati negli anni '30. La ricostruzione degli edifici distrutti e le riparazioni di quelli danneggiati, in ogni caso, furono piuttosto veloci, e Polìstena si riprese in breve tempo dal tragico evento.
 
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