Massimo d'Azeglio: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Annullato Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 55:
|Nazionalità = italiano
}}
 
{{Citazione|Fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani|''Massimo d'Azeglio<ref>https://www.raiscuola.rai.it/raiscuola/articoli/2021/06/1861-fatta-lItalia-bisogna-fare-litaliano-cb792f54-e83b-40d7-92c2-1680d2ab9d78.html</ref><ref>https://almanacco.cnr.it/articolo/678/fare-gli-italiani-furono-gli-scienziati</ref><ref>https://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2009/05/24/NZ_26_PIED.html </ref>''}}
 
== Biografia ==
Line 66 ⟶ 68:
Dei suoi fratelli più noti si ricordano [[Luigi Taparelli d'Azeglio|Luigi]], presbitero [[Compagnia di Gesù|gesuita]] e cofondatore de ''[[La Civiltà Cattolica]]'', e [[Roberto Taparelli d'Azeglio|Roberto]], politico liberale come Massimo, promotore della campagna di emancipazione delle minoranze religiose del [[Piemonte]] ([[ebrei|giudei]] e [[Valdismo|valdesi]]). Si chiamava Roberto anche il fratello maggiore, che però nacque morto nel 1789. Gli altri fratelli di Massimo morirono prematuramente: Giuseppe Luigi, subito dopo la nascita, nel 1796, Melania a soli 10 anni di [[tubercolosi|etisia]] (10 luglio 1797 - 15 agosto 1807), Metilde ventiduenne (24 novembre 1791 - 12 agosto 1813) ed Enrico a 30 anni (24 novembre 1794 - 2 settembre 1824).
 
[[File:Busto di Massimo D'Azeglio, Vincenzo Vela.jpg|thumb|Busto di Massimo D'Azeglio, [[Vincenzo Vela]], 1855-1865]]

Per via dell'occupazione napoleonica, Massimo da bambino (con la famiglia) fu costretto a vivere per qualche anno a [[Firenze]], dove la domenica mattina si recava in casa della [[contessa d'Albany]] per recitarle i versi che lei gli faceva imparare durante la settimana e dove conobbe [[Vittorio Alfieri]], amante della contessa e caro amico del padre. D'Azeglio stesso racconta un episodio curioso: quando aveva quattro anni Alfieri lo condusse nello studio del pittore [[François-Xavier Fabre]], che usò il piccolo come modello per il Gesù Bambino della ''Sacra Famiglia'' a cui stava lavorando in quel momento. L'opera andò poi ad ornare una chiesa di [[Montpellier]].<ref>''I miei ricordi'', cit., 1923, p. 47</ref> A Firenze ricevette un'educazione severa: in casa i genitori gli imposero un forte senso del dovere e studiò presso le [[Chierici regolari poveri della Madre di Dio delle scuole pie|Scuole Pie]] di Via Larga.[[File:Monumento a Massimo d'Azeglio.jpg|thumb|Monumento a Massimo d'Azeglio, [[Parco del Valentino]], [[Torino]]]]
 
=== L'attività artistica e letteraria ===
Alla fine del [[1810]], i Taparelli tornarono a [[Torino]], dove Massimo frequentò filosofia all'Università, «che cominciai all'età di circa tredici anni».<ref>''I miei ricordi'', cit., 1923, p. 75</ref> Il giovane non aveva grande amore per lo studio: seguì i corsi per dovere ma senza brillare, in un'indole vivace e gaudente che caratterizzò la sua giovinezza, riavvicinandolo all'austerità dell'educazione ricevuta solo in epoca più tarda. Il padre, intanto, forgiava nei figli uno spirito forte e pronto per le asperità della vita: «Nostro padre voleva vederci diventar uomini, anche fisicamente parlando».<ref>''I miei ricordi'', cit., 1923, p. 77</ref> Fu così che li iniziò al fioretto, al nuoto e all'equitazione, e presto li condusse a fare lunghe escursioni nei boschi simulando situazioni militari.
[[File:Battle of Legnano.png|thumb|left|upright=1.4|M. D'Azeglio, ''[[Battaglia di Legnano (dipinto)|La battaglia di Legnano]]'', 1831]]
 
Line 154 ⟶ 158:
=== Le nuove sfide ===
[[File:Giacinto Provana di Collegno.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Giacinto Provana]] di Collegno]]
{{Citazione|Fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani|''Massimo d'Azeglio<ref>https://www.raiscuola.rai.it/raiscuola/articoli/2021/06/1861-fatta-lItalia-bisogna-fare-litaliano-cb792f54-e83b-40d7-92c2-1680d2ab9d78.html</ref><ref>https://almanacco.cnr.it/articolo/678/fare-gli-italiani-furono-gli-scienziati</ref><ref>https://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2009/05/24/NZ_26_PIED.html </ref>''}}
 
Gli anni passavano e d'Azeglio, che non era più rivestito di alcun incarico politico, propendeva per una vita sempre più ritirata dalla cosa pubblica, pur continuando a parteciparvi con emozione e interesse. L'estate del 1856 lo vide più libero e con maggior tempo a disposizione, sicché riuscì a soggiornare nell'amata Firenze e a rivedervi i numerosi amici che vi abitavano.<ref>M. de Rubris, cit., p. 151</ref>