Brigantaggio italiano: differenze tra le versioni
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[[File:Bartolomeo Pinelli Überfall 1817.jpg|thumb|upright=1.6|Viaggiatori assaliti dai briganti, acquerello di [[Bartolomeo Pinelli]] (1817).]]
Il '''brigantaggio''' fu un fenomeno di natura [[criminalità|criminale]], frutto dell'attività di bande di malfattori che infestavano campagne o vie di comunicazione a scopo di [[rapina]] e [[omicidio]]. Tra i [[crimine|crimini]], particolarmente violenti, perpetrati dai [[brigante|briganti]] spiccano la [[rapina|grassazione]], l'[[omicidio]], l'[[abigeato]], lo [[stupro]], oltre che varie forme di minaccia e angherie. Sebbene il fenomeno abbia origini remote e riguardi periodi storici e territori diversi, nella [[storiografia]] italiana questo termine si riferisce generalmente alle [[Brigantaggio postunitario|bande armate presenti nel Mezzogiorno d'Italia]] e attive nel primo decennio successivo alla [[proclamazione del Regno d'Italia]].
L'attività brigantesca è stata in varie occasioni strumentalmente utilizzata a fini politici, anche ricorrendo a motivazioni religiose. All'inizio del [[XIX secolo]] furono assoldati briganti e ogni genere di criminali dalle [[Sanfedisti|armate sanfediste]] del [[Cardinale Ruffo]] per abbattere la [[Repubblica Napoletana (1799)]]; in seguito, il brigantaggio fu duramente represso durante la reggenza [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]] e murattiana del [[Regno di Napoli]], così come in linea di massima condannarono l'attività brigantesca le leggi [[Borbone di Napoli|borboniche]], restando però le stesse leggi inapplicate e i briganti, grazie ai loro protettori e manutengoli e alla interessata cecità delle autorità, che anzi si servivano dei criminali come soldataglia e strumento di controllo del territorio (alleanza col potere risalente almeno al regno di Ferdinando I), continuarono ad affliggere e taglieggiare la già misera popolazione.
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