Discussioni progetto:Medicina: differenze tra le versioni

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DrNig (discussione | contributi)
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:::::::{{ping|Guido Magnano}} Riguardo invece la forma, vero, quella maschile si è imposta ma stiamo comuque parlando dell'italiano parlato: piuttosto che rifarmi ad una forma potenzialmente errata o gergale, preferirei seguire delle norme generali che esulano dal singolo caso; poi magari anche in questo caso, come l'AIDS, il genere non finirà per rispettare queste regole base pur diventando parte dell'italiano, ma non starà a noi definirlo (come ho detto, basta aspettare che "COVID" venga inserito in un vocabolario, si spera, nel prossimo futuro). La tua citazione non indica che la forma maschile sia quella corretta perché, nello stesso articolo, viene spiegato come le regole indichino sia invece quella femminile, quanto piuttosto come rebus sic stantibus quella maschile sia diventata la più affermata in maniera quasi sicuramente irreversibile e che, in prospettiva di probabili casini, non essendoci ancora unanimità sull'argomento, si raccomanda prudenza nel non fletterlo indistintamente in entrambi i generi assieme. Di fatto, l'articolo della Crusca dice "''Quella femminile è quella giusta, tuttavia quella maschile è usata da tutti: frattanto scegliete voi, basta che siate coerenti con la forma che scegliete''". Si ritorna a quanto ho proposto io: non avendo un testo che dica apertamente con che genere stiamo trattando, seguiamo le regole perché quelle sono sempre giuste e mal che vada si cambia. [[Utente:DrNig|DrNig]] ([[Discussioni utente:DrNig|msg]]) 23:29, 29 mar 2024 (CET)
::::::::Onde risparmiarmi tempo, mi ritiro da questa discussione. Io le mie proposte le ho fatte e le ho argomentate, poi fate vobis: non è che non ci dormo la notte se COVID viene flesso nell'uno piuttosto che nell'altro genere. Soprattutto se è ancora una materia di dibattito nelle "alte sfere" della lingua italiana. Che ci pensino loro. [[Utente:DrNig|DrNig]] ([[Discussioni utente:DrNig|msg]]) 23:35, 29 mar 2024 (CET)
== Domanda ==
 
Buongiorno. Chiedo a chi è più esperto quale sia la politica dell'enciclopedia riguardo la questione seguente. L'acronimo CO(rona)VI(rus)D(isease) deve essere usato come sostantivo maschile o femminile? Nella sua pagina viene usato al femminile, con un paragrafo in alto che specifica che in Italia viene usato spesso il genere maschile confondendo il virus con la malattia. C'è anche la pagina sui test diagnostici dove viene usato l'articolo "la" nel titolo. In tante pagine, però, viene usato il maschile nel corpo del testo e per questo ho pensato di domandare. È stabilito da qualche parte che nella nostra enciclopedia il genere deve essere femminile? Se non fosse stabilito, è una cosa che andrebbe stabilita o si può lasciare che utenti diversi usino il genere maschile o femminile in pagine diverse? Se fosse necessario stabilirlo, lo si potrebbe fare in questa sede per poi applicarlo alle varie pagine, magari con un sistema automatizzato? Tutto ciò indipendentemente che sia stabilito o si stabilisca che il genere di questa malattia deve essere maschile oppure femminile. Pingo una decina di utenti che sono interessati al progetto e che hanno già partecipato a discussioni riguardo la pandemia ma chiunque abbia qualcosa da dire è invitato in questa discussione. {{ping|Jtorquy|Acinetobacter|Giulio Mainardi|Giammarco Ferrari|Adert|Sir Joe MC|Zaminex|Mauro561|Gambo7|DrNig}} --[[Utente:Macchio90|Macchio90]] ([[Discussioni utente:Macchio90|msg]]) 14:45, 29 mar 2024 (CET)
:Chi suppone che COVID debba essere femminile si basa sul principio che ai sostantivi stranieri si attribuisce il genere del termine italiano corrispondente (in questo caso “malattia”, “patologia” o “sindrome”, per “disease”). Tuttavia, diverse malattie a carattere epidemico in italiano hanno nomi propri maschili (tifo, morbillo, colera, raffreddore), e nella stragrande maggioranza delle fonti (giornalistiche, ad esempio) si è affermata la forma maschile “il COVID”, non “la COVID”: [https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/il-covid19-o-la-covid19/2787]. Visto il parere della Crusca, si può anche citare la questione nella voce sulla malattia ma su WP si deve adottare la forma che appare ormai consolidata. --[[Utente:Guido Magnano|Guido]] ([[Discussioni utente:Guido Magnano|msg]]) 15:07, 29 mar 2024 (CET)
::::Concordo appieno con Guido.
::::Covid maschile come tifo, colera, aids, cancro/tumore, broncospasmo, Parkinson, ipergonadismo, criptochidismo, varicocele, scolo, etc. etc.. Malattia (o sindrome) è femminile, ma morbo è maschile. Nella lingua italiana si è chiaramente affermata (sin dal principio) la forma al maschile: il Covid-19, il Covid.
::--[[Utente:Sir Joe MC|Sir Joe MC]] ([[Discussioni utente:Sir Joe MC|msg]]) 15:45, 29 mar 2024 (CET)
:::{{ping|Macchio90|Guido Magnano|Sir Joe MC}} La questione va risolta in base a se si vuole essere semanticamente corretti o seguire il trend linguistico avvenuto nel nostro parlato comune. Seguendo la semantica, la forma corretta per COVID suppone l'uso del pronome al femminile in quanto le regole per i forestierismi ci dicono, di base, che l'uso più corretto del pronome è quello che si userebbe col termine tradotto nella nostra lingua ( https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/genere-dei-forestierismi/1229 ): in questo caso, se COVID = "'''Co'''rona'''vi'''rus '''d'''isease" = "Malattia da coronavirus", essendo "malattia" femminile il pronome corretto è il femminile, la COVID. Se invece ci si vuole rifare al parlato, che essendo pieno di storpiature e modi di dire errati (vedasi la recente moda di utilizzare "piuttosto che" con valore ''disgiuntivo'' piuttosto che ''avversativo'' qual è - il gioco di parole è voluto proprio come esempio - https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/uso-di-piuttosto-che-con-valore-disgiuntivo/11 ) è "meno corretto" dell'italiano scritto, in questo caso è diventato di uso comune dare il genere maschile a COVID, come si sente in praticamente ogni giornale e persino in testate che dovrebbero essere di carattere scientifico (come il TG Leonardo, in cui alcuni cronisti si riferiscono alla malattia addirittura come "COVI", omettendo la D finale, a riprova di quanto appena detto), che è lo stesso procedimento che è stato fatto per l'acronimo AIDS: infatti nonostante la sigla dovrebbe essere di genere femminile perché è '''''la sindrome ''' da immunodeficienza acquisita'', è in realtà oramai accettato che sia flessa al maschile, come si può vedere nei vocabolari ( https://www.treccani.it/vocabolario/aids/ - https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=Aids ). [[Utente:DrNig|DrNig]] ([[Discussioni utente:DrNig|msg]]) 16:44, 29 mar 2024 (CET)
:::{{ping|Macchio90|Guido Magnano|Sir Joe MC}} Fintanto non è ancora presente "COVID" nei dizionari, che sono quei testi di riferimento che definiscono in maniera effettiva queste cose (finora al massimo si trovano, come sul Treccani, approfondimenti che però evitano ancora di definire apertamente il genere della sigla), a prescindere da tutto la linea più corretta da seguire è quella della semantica, con COVID flesso al femminile, in quanto si rifà alle regole della nostra lingua, che sono sempre il primo ed incontrovertibile punto di riferimento che abbiamo: quando poi si avranno dizionari che risolveranno questa "ambiguità" allora i pronomi potranno essere facilmente accordati di conseguenza, senza star ad appendersi nel frattempo a idee o convinzioni in merito che possano causare attriti. [[Utente:DrNig|DrNig]] ([[Discussioni utente:DrNig|msg]]) 16:56, 29 mar 2024 (CET)
::::::[@ DrNig, Macchio90, Guido Magnano]
::::::La forma flessa al maschile non è solo una “storpiatura” dell’italiano parlato, ma si è decisamente imposta (in modo mi pare totalizzante) anche nell’italiano scritto.
::::::Io sinceramente non ricordo di aver mai sentito o visto un’occorrenza di “Covid” al femminile, né nello scritto né nel parlato; ma sarò stato disattento.
::::::Ricordo a tutti che “disease” si può tradurre “malattia” ma anche “morbo”: dunque non c’è errore semantico né grammaticale nel “Covid” maschile.
::::::Quella del “piuttosto che” usato impropriamente con valore disgiuntivo è una questione diversa: in quel caso i linguisti persistono (giustamente) ad ostacolare l’innovazione ritenendola realmente confusiva dal punto di vista semantico (è difficilissimo, in parecchi contesti, comprendere se l’elemento successivo al “piuttosto che” - od ogni elemento successivo ai vari “piuttosto che” in successione - sia da considerare un’alternativa scartata o un’opzione considerata al pari dell’altra o delle altre).
::::::Nel caso di Covid non si rischiano simili fraintendimenti: c’è solo da scegliere se intendere “disease” come morbo o malattia; e la comunità dei parlanti ha già scelto, in modo pressoché unanime.
::::--[[Utente:Sir Joe MC|Sir Joe MC]] ([[Discussioni utente:Sir Joe MC|msg]]) 17:35, 29 mar 2024 (CET)
::Nessuno può dire incontrovertibilmente che "disease" si debba tradurre con "malattia" (f.) e non con "morbo" (m.). Non essendovi per la lingua italiana un'autorità normativa, dobbiamo inchinarci all'unica autorità nel campo, e cioè la Crusca. Che evidenzia l{{'}}''«affermazione dell’acronimo al maschile, per cui risulta ormai poco plausibile una possibile inversione di tendenza a favore del femminile: il radicamento nella lingua corrente del maschile è infatti ormai tale che anche un’eventuale raccomandazione a favore del femminile da parte dei linguisti sortirebbe probabilmente scarso effetto»'', e conclude ''«non resta quindi che raccomandare quantomeno un trattamento coerente dell’acronimo, soprattutto all’interno del medesimo testo, evitando di ricorrere alternativamente al maschile e al femminile.»''
::Che, a fronte di questo, in attesa delle decisioni dei lessicografi Wikipedia stabilisca di considerare femminile l'acronimo sarebbe un caso paragonabile a quello del ''Dizionario letterario Bompiani delle Opere e dei Personaggi'', che nella prima edizione (1947-1952) stabilì come norma editoriale di scrivere ovunque "à" e "ànno" in luogo di "ha" e "hanno": l'idea, allora, era propugnata da un gruppo di linguisti riuniti nella Società Ortografica Italiana [https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/h-etimologica-grafie-%C3%A0nno-%C3%A0-%C3%B2-e-%C3%A0i-per-hanno-ha-ho-hai/83] (e risaliva al 1911), ma a posteriori quella di Bompiani si è rivelata una scelta infelice, senza alcun effetto positivo. --[[Utente:Guido Magnano|Guido]] ([[Discussioni utente:Guido Magnano|msg]]) 17:28, 29 mar 2024 (CET)
:::::::{{ping|Sir Joe MC}} Basta fare una breve ricerca per vedere come nei dizionari più importanti della lingua inglese, "disease" sia tradotta direttamente con "malattia", ( https://www.collinsdictionary.com/it/dizionario/inglese-italiano/disease - https://dictionary.cambridge.org/it/dizionario/inglese-italiano/disease ), e non con "morbo" perché per quanto siano sinonimi per alcuni aspetti (e infatti traducendo "morbo" in inglese si ottiene comunque "disease"), per morbi si intendono alcune malattie infiammatorie prevalentemente di carattere '''cronico''', come il morbo di Crohn ( https://www.treccani.it/vocabolario/morbo/ ), cosa che la COVID non è - qui è una banale questione di ricchezza lessicale, laddove per noi c'è una differenza tra il generico "malattia" ed il più preciso "morbo" che gli inglesi non hanno. Io personalmente, essendo mio padre in contatto con vari medici di Roma per lavoro, la prima forma che ho sentito è stata proprio "la COVID": solo dai media poi ho sentito la forma al maschile. E la comunità dei parlanti non ha comunque scelto un bel nulla: da nessuna parte trovi "Morbo da coronavirus" perché nessuno dei parlanti ha scelto come tradurre "disease", invece è semplicemente partito da come i media divulgavano le notizie e la gente ha assimilato quanto sentiva. P.S Se vuoi, per il ping c'è il template: mettere solo le parentesi quadre attorno ai nomi non manda alcuna notifica agli interessati.
:::::::{{ping|Guido Magnano}} Riguardo invece la forma, vero, quella maschile si è imposta ma stiamo comuque parlando dell'italiano parlato: piuttosto che rifarmi ad una forma potenzialmente errata o gergale, preferirei seguire delle norme generali che esulano dal singolo caso; poi magari anche in questo caso, come l'AIDS, il genere non finirà per rispettare queste regole base pur diventando parte dell'italiano, ma non starà a noi definirlo (come ho detto, basta aspettare che "COVID" venga inserito in un vocabolario, si spera, nel prossimo futuro). La tua citazione non indica che la forma maschile sia quella corretta perché, nello stesso articolo, viene spiegato come le regole indichino sia invece quella femminile, quanto piuttosto come rebus sic stantibus quella maschile sia diventata la più affermata in maniera quasi sicuramente irreversibile e che, in prospettiva di probabili casini, non essendoci ancora unanimità sull'argomento, si raccomanda prudenza nel non fletterlo indistintamente in entrambi i generi assieme. Di fatto, l'articolo della Crusca dice "''Quella femminile è quella giusta, tuttavia quella maschile è usata da tutti: frattanto scegliete voi, basta che siate coerenti con la forma che scegliete''". Si ritorna a quanto ho proposto io: non avendo un testo che dica apertamente con che genere stiamo trattando, seguiamo le regole perché quelle sono sempre giuste e mal che vada si cambia. [[Utente:DrNig|DrNig]] ([[Discussioni utente:DrNig|msg]]) 23:29, 29 mar 2024 (CET)
::::::::Onde risparmiarmi tempo, mi ritiro da questa discussione. Io le mie proposte le ho fatte e le ho argomentate, poi fate vobis: non è che non ci dormo la notte se COVID viene flesso nell'uno piuttosto che nell'altro genere. Soprattutto se è ancora una materia di dibattito nelle "alte sfere" della lingua italiana. Che ci pensino loro. [[Utente:DrNig|DrNig]] ([[Discussioni utente:DrNig|msg]]) 23:35, 29 mar 2024 (CET)
:::::::::Io sono abituato ad usare il maschile ma è perché l'ho sentito quasi sempre al maschile, il femminile è quello più raccomandato o ricercato. La domanda era più che altro se su questa enciclopedia si fosse stabilito da qualche parte quale genere usare quando si usa questo acronimo nelle pagine o se sia il caso di stabilirlo in una discussione. Che poi si sia scelto o si scelga un genere o l'altro non è importante quanto applicarlo in maniera generalizzata: riferirsi all'interno di una stessa pagina con 2 generi diversi a questa malattia (morbo) non dà l'idea di un'enciclopedia ben fatta così come leggere "il" nella pagina X e "la" nella pagina Y. Mi trovo più o meno d'accordo con quel che ha scritto DrNig ma vediamo chi altri interverrà in discussione. --[[Utente:Macchio90|Macchio90]] ([[Discussioni utente:Macchio90|msg]]) 13:05, 30 mar 2024 (CET)
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