Discussione:Wolfgang Amadeus Mozart: differenze tra le versioni

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Siccome non posso occuparmene in tempi rapidi lascio intanto questa nota --<span style="font:1.2em 'Century Schoolbook'">[[Utente:Actormusicus|<span style="color:#000">''actor''<span style="margin:0 0.1em 0 0.15em">𝄡</span>''musicus''</span>]] 𝆓 ''[[Discussioni utente:Actormusicus|<span style="color:#000">espr.</span>]]''</span> 15:43, 3 apr 2024 (CEST)
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Chiedo un attimo l'assistenza di {{ping|Egimar}} se disponibile. A mio avviso, in base al materiale che ho studiato nell'ultimo mese e mezzo, due passaggi per adesso sono critici.
# «Nel periodo compreso fra l'inverno 1782-83 e la primavera del 1786, i concerti per pianoforte e orchestra furono la più rilevante fonte di introiti per Mozart. In tale arco di tempo, Mozart ne compose quattordici, che lui stesso eseguì a Vienna, in veste di pianista e direttore d'orchestra, in una serie di concerti su sottoscrizione da lui stesso organizzati, riscuotendo notevole successo; nel marzo 1784 la lista degli abbonati ai suoi concerti comprendeva 106 persone, fra cui molti esponenti dell'aristocrazia grande e piccola, vari alti burocrati statali nonché gli intellettuali più importanti della città. <u>Questo periodo di fortuna, anche economica, si interruppe dopo il maggio 1786, in coincidenza con l'allestimento viennese de ''Le nozze di Figaro'':</u> tale opera infatti, con i suoi fermenti di critica sociale, alienò a Mozart i favori del pubblico aristocratico e alto-borghese della capitale, il quale, da allora, iniziò a preferirgli musicisti magari meno geniali, ma artisticamente e politicamente meno inquietanti (come ad esempio Leopold Kozeluch).»
# «Il soggetto era stato scelto dallo stesso Mozart, il quale aveva chiesto a Da Ponte di preparare un libretto dalla commedia omonima di Beaumarchais; <u>Da Ponte riuscì a vincere le resistenze opposte dalla censura imperiale</u> solo attenuando i toni della polemica sociale, che nel testo di Beaumarchais è forte ed esplicita contro la classe nobiliare e a favore del ceto borghese emergente, mentre nel libretto di Da Ponte risulta molto più sfumata e indiretta.»
Le fonti ci sono naturalmente. I punti da discutere sono i seguenti.
# L'importanza dei concerti come fonte di guadagno non credo sia dubbia, quello che è dubbio è che a un certo punto siano crollati. Scrive Stafford:<br />«The period of known concert activity corresponds precisely with the period for which documentary evidence is good. Mozart's letters to his father are extant up to the summer of 1784; all of the remaining letters, with the exception of the last one in 1787, just before Leopold's death, are lost».<br />«The thesis that he stopped giving concerts gains some support from the fact that he stopped composing piano concertos: after 1786, there were two new ones only. [...] But <u>this is not conclusive evidence against concerts</u>. In 1785, when he gave at least fifteen, he composed only three new concertos and no new symphonies. Evidently he was using the stock he had built up in 1784; and it may be that after 1786 he felt that his repertory was large enough».
# La preferenza dei contemporanei per le opere di altri compositori non pare collegata alle ''Nozze''. Sempre Stafford:<br/>«Mozart's great ambition was to compose opera, but <u>during his lifetime he was far from the most popular in this field in Vienna</u>, ranking seventh on one estimate: the works of Paisiello, Salieri and Martín y Soler all scored many more performances».
# Soprattutto, alle ''Nozze'' è stata attribuita una portata rivoluzionaria che molto probabilmente non avevano. Stafford:<br />«'''No contemporary document''' says that ''Figaro'' was thought politically suspect. It is true that there is a letter by Mozart himself, describing the opposition of a prominent lady in Prague [...]. It is by no means obvious that the unsuitability perceived by this ‘high and mighty’ lady was in fact political – perhaps she found it to frivolous, or licentious. <u>She was overruled by Joseph II himself</u>».
 
Il punto 1 mi sembra più facilmente ricomponibile, anche perché non pare essenziale al discorso.
 
Riguardo al punto 2 devo notare che la fonte è Piero Rattalino, ''Storia del pianoforte'', p. 50: non credo si possa ritenere specializzata.
 
Per il punto 3 la fonte è invece Massimo Mila, ''Lettura delle Nozze di Figaro'', pp. 18-20. Ora, io riesco a leggerne una parte ma solo attraverso gli snippet di Google Books. Mancherebbe pagina 20. A pp. 18-19 di Mila abbiamo:
:«Presentata al re Luigi XVI nel 1781, [''Le mariage de Figaro''] ne aveva suscitato lo sdegno. [...] il successo che il pubblico aristocratico decretò al ''Mariage de Figaro'' fu trionfale. Gli oggetti stessi della satira politica e sociale del Beaumarchais si divertivano un mondo alla denuncia dei loro difetti, e si spellavano le mani ad applaudire».
E soprattutto:
:«<u>Nelle sue ''Memorie'' Lorenzo Da Ponte attribuisce a sé tutto il merito delle manovre messe in atto per superare l'opposizione di Giuseppe II e dei suoi funzionari teatrali</u>, ed è probabile che le cose siano proprio andate a quel modo».
 
Da quel che capisco non è che una stima a spanne che fa Mila, che non si sofferma nella critica ma aderisce a Da Ponte. Non si parla, almeno in queste due pagine, di censura imperiale, a meno che non ne parli Da Ponte stesso. Si parla al massimo di opposizione, e Da Ponte è fonte primaria.
 
Mi chiedo se la pagina 20 contenga qualcosa di più sostanziale a supporto di questa censura, che però direi esclusa da un'altra fonte autorevole, e mi pare di ricordare anche altre che ora non ho controllato.
 
Disponi della fonte (Mila) e/o hai pareri su come si può sistemare? Grazie --<span style="font:1.2em 'Century Schoolbook'">[[Utente:Actormusicus|<span style="color:#000">''actor''<span style="margin:0 0.1em 0 0.15em">𝄡</span>''musicus''</span>]] 𝆓 ''[[Discussioni utente:Actormusicus|<span style="color:#000">espr.</span>]]''</span> 09:36, 14 apr 2024 (CEST)
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