Mito di Mozart: differenze tra le versioni
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[[File:Leopold Mozart Pere de Marianne Mozart virtuose âgée de onze ans et de J. G. Wolfgang Mozart Compositeur et Maitre de Musique âgé de sept ans cropped.jpg|I bambini prodigio Wolfgang e Nannerl Mozart in un'incisione di Delafosse da ritratto di [[Carmontelle]] (1764)|thumb]]
Il '''mito di Mozart''' è un complesso di [[Stereotipo|luoghi comuni]], [[Aneddoto|aneddoti]] e convinzioni che, nella biografia del [[Wolfgang Amadeus Mozart|compositore austriaco]], formano una narrazione [[Tradizione|tradizionale]]<ref name=Stafford264>{{cita|Stafford|p. 264}}.</ref> capace di restituire di lui un'immagine leggendaria o rispondente soltanto in parte alla realtà storica. Il nome di Mozart è antonomasia del [[Genio (filosofia)|genio]] musicale e del [[bambino prodigio]], e la sua figura idealizzata
La narrazione incarna una concezione [[Romanticismo|romantica]] del genio.<ref name=Service0124>{{cita|Service|1 min 24 s}}.</ref> Inizia a formarsi già nei primi anni di vita del musicista, si consolida nell'immediato della sua morte e prosegue ininterrotta nelle biografie, nella [[letteratura]], nel [[cinema]], nella stessa [[musica]], arricchendosi e variando l'immagine di Mozart secondo le epoche storiche. Contribuisce così a perpetuarne nella cultura moderna una popolarità che alcuni stimano maggiore di quella degli altri grandi compositori<ref>{{cita|Melograni|p. 250}}.</ref> e che non presuppone neppure la conoscenza della sua musica.<ref>{{cita|Everist|p. 273}}.</ref>
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Concentrata sulla vita di Mozart a [[Vienna]], la biografia di [[Franz Xaver Niemetschek|Niemetschek]] (1798) si affida del tutto a Schlichtegroll per gli eventi anteriori;<ref group=n name=plagio/><ref name=Stafford13/><ref name=Wates16>{{cita|Wates|p. 16}}.</ref> sul piano morale, pur nel descrivere il compositore «gentile e amabile», non può evitare di ammetterne i difetti e di provare a scusarli.<ref group=n>La biografia di Niemetschek lascia intendere per implicito che l'autore avesse conosciuto Mozart, ma con ogni probabilità si trattò di una conoscenza indiretta ({{cita|Wates|p. 15}}).</ref><ref>{{cita|Niemetschek|pp. 60, 63}}.</ref><ref>{{cita|Stafford|I, p. 14}}.</ref> Il ''Mozarts Geist'' (1803) di Arnold, nella parte biografica, aderisce in modo pedissequo al necrologio.<ref group=n name=plagio/><ref>{{cita|Stafford|I, p. 19}}.</ref>
La biografia di [[Georg Nikolaus Nissen|Nissen]] (1828) è privilegiata nella conoscenza di Mozart sotto due profili: l'autore fu infatti il secondo marito di Constanze Weber ed ebbe accesso diretto all'epistolario del compositore, che fu così pubblicato
[[File:Georg Nicolaus Nissen.jpg|thumb|Georg Nikolaus Nissen|upright=0.8]]
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Comporre a memoria non è però inusuale come sembra: ne era capace ad esempio [[Georg Friedrich Händel|Händel]], come anche il moderno [[Michael Tippett|Tippett]].<ref name=Stafford171-2/> È possibile che a volte uno sviluppo subconscio di idee musicali già in lavorazione da tempo permettesse a Mozart la stesura di getto dell'intero lavoro.<ref name=Mountain273-4/> D'altra parte l'assenza, di regola, di correzioni sugli originali impedisce di ricostruire con precisione il processo creativo mozartiano, che rimane per certi versi misterioso e inquietante.<ref>{{cita|Marshall|pp. 175-176}}.</ref><ref>{{cita|Keefe|p. 50|Keefe09}}.</ref> Non per questo si trattava di un processo facile e immediato: al contrario, l'autore era solito alzarsi tra le 5 e le 6 del mattino e comporre per ore, affrontando ogni genere di musica tutti i giorni della sua vita.<ref name=Wates20>{{cita|Wates|p. 20}}.</ref>
Quanto alla memoria, che di certo assistette Wolfgang,<ref name=MelograniVII/> è noto che dell'episodio del ''Miserere'' fu testimone il solo Leopold. Benché composto per nove voci, il brano,
=== Personalità ===
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[[File:Emanuel Schikaneder.jpg|thumb|Emanuel Schikaneder|upright=0.9]]
All'instaurarsi dello stereotipo concorsero poi le lettere di Leopold, che passò agli occhi di molti per una presenza incombente e asfissiante, se non proprio incapace di rassegnarsi alla perdita del suo bambino prodigio, diventato ormai adulto.<ref name=Solomon98-102>{{cita|Solomon|pp. 98-102}}.</ref> Molti giudizi o pregiudizi del padre,<ref>{{cita|Melograni|p. 136}}.</ref> emergenti sia dai rimproveri al figlio<ref group=n>«Als Kind und Knab warest du mehr ernsthaft als kindisch» («
==== Sregolatezza ====
Secondo un filone che trae origine dal generico ritratto offerto da Schlichtegroll e lo fiorisce di particolari, Mozart fu amante dei piaceri della vita e degli eccessi, del bere e del gozzovigliare con amici.<ref>{{cita|Stafford|IV, p. 95}}.</ref> Una cattiva fama circonda in proposito il librettista del ''[[Il flauto magico|Flauto]]'' [[Emanuel Schikaneder|Schikaneder]], che lo stesso Hummel sul letto di morte (1831) pare aver additato<ref>{{cita|Jahn|p. 710|Jahn67i}}.</ref> come la pietra dello scandalo in grado di trascinare l'altrimenti contenuto Mozart verso l'eccesso.<ref name=Stafford98-9>{{cita|Stafford|IV, pp. 98-99}}.</ref>
Con ogni probabilità il compositore amava bere,
L'abbrutimento completo, l'abbandono ai piaceri fino allo stremo che l'avrebbe rovinato economicamente, costretto al superlavoro nell'ultimo anno di vita e condotto a morte, è parte essenziale e suggestiva del quadro. Si narra in proposito che abbia scritto l'ouverture del ''[[Don Giovanni (opera)|Don Giovanni]]'' alla vigilia della prima, dopo aver pasteggiato e bevuto da un prete gaudente,<ref>{{cita|Stafford|IV, p. 97}}.</ref> e che si sia messo al lavoro solo all'una di notte, con gli amici che dormivano in casa e Constanze a servirgli il ponce.<ref>{{cita|AMZ 19 (1798-1799)|p. 290|Rochlitz}}.</ref><ref>{{cita|Niemetschek|p. 55}}.</ref> L'aneddoto ha molte varianti.<ref>{{cita|Everist|pp. 176-177}}.</ref><ref>{{cita|Stafford|IV, pp. 95-97, 106-107}}.</ref>
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Esistono indizi contrastanti sul fatto che la relazione tra padre e figlio, negli ultimi tempi, si sia davvero compromessa senza rimedio come si sostiene. Einstein lo deduce dalle lettere tardive a Nannerl, nelle quali Leopold non chiama più Wolfgang per nome bensì lo indica come «tuo fratello», ma è solo un pallido indizio.<ref group=n>Anche Nannerl è indicata come «tua sorella» nelle lettere a Wolfgang.</ref> Si sa che una volta Wolfgang invitò calorosamente Leopold a Vienna e questi fu molto felice del soggiorno.<ref>{{cita|Stafford|IV, pp. 114-115}}.</ref> Tuttavia la traumatica morte di [[Anna Maria Pertl]] a Parigi (1778), mentre accompagnava il figlio in cerca di fortuna, dovette lacerare in qualche modo l'intimo rapporto tra i due.<ref>{{cita|Wates|p. 27}}.</ref>
È certo invece che fin dai viaggi in Italia Leopold frustrò la carriera di [[Maria Anna Mozart|Nannerl]], che era con ogni probabilità un'ottima compositrice<ref
===== Sociali =====
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Questa narrativa presenta diverse varianti, e secondo alcune vi furono invece tra i coniugi violenti litigi. I tradimenti con le domestiche non sembrano mai menzionati prima del 1905 e si riallacciano in apparenza a una tradizione orale salisburghese. I litigi derivano invece dalla biografia di Jahn,<ref>{{cita|Jahn|p. 709|Jahn67i}}.</ref> che cita in proposito – per sentito dire – una sorella di Constanze, presumibilmente Sophie; le biografie più antiche che attingono ai ricordi di lei non fanno però menzione di quei diverbi. Alcune<ref>{{cita|Arnold|p. 65}}.</ref><ref>{{cita|Nissen|p. 569}}.</ref> riportano piccole galanterie extraconiugali, ma il passaggio che sembra più genuino parla solo genericamente di «peccati veniali»<ref>{{cita|Niemetschek|p. 64}}.</ref> in un rapporto coniugale tenero e affettuoso. Nessuna delle biografie successive riposa su testimonianze di prima mano.<ref>{{cita|Stafford|V, pp. 119-121}}.</ref>
A Mozart sono state attribuite relazioni con Barbara Gerl, [[Anna Gottlieb]], Magdalena Pokorný, [[Josepha Hambacher]], [[Teresa Saporiti]], [[Caterina Bondini]], [[Henriette Baranius]], [[Nancy Storace]], Therèse von Trattner,<ref
Non va dimenticato che i costumi dell'epoca tolleravano molta libertà sessuale nella vita cortigiana, e si può ragionevolmente ritenere che il compositore – pur sempre giovane e dalla libido esuberante – vi si adeguasse.<ref>{{cita|Stafford|V, p. 125}}.</ref> Per altri versi, emerge dalle lettere di Mozart<ref>{{cita|BD 1110|p. 1|BD}}.</ref> un'affezione quasi ossessiva per sua moglie, mentre l'infedeltà non è attestata e può solo essere letta tra le righe.<ref>{{cita|Stafford|V, p. 127}}.</ref>
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Quanto alle competenze musicali, Constanze era pianista e cantante (un buon [[soprano]] ma forse non una voce eccelsa). Mozart compose per lei in entrambe le vesti, anche se sono sopravvissuti due soli esempi: frammenti di un movimento di sonata per due pianoforti (K 375c) e alcuni solfeggi (K 385b) per la difficile parte di soprano solista che le affidò nella [[Messa in do minore K 427]] da lui diretta a Salisburgo nel 1783.<ref>{{cita|Braunbehrens|pp. 115-116}}.</ref><ref name=Wates33-4>{{cita|Wates|pp. 33-34}}.</ref><ref>{{cita|Stafford|V, pp. 138-139}}.</ref>
Constanze non ebbe vita facile: andata in sposa a un uomo dalla vita movimentata e dall'attività febbrile
La sua attività di raccolta e pubblicazione postuma di manoscritti fu decisiva nel tramandare attendibilmente la produzione di Mozart rimasta inedita, compresi i frammenti e gli autografi.<ref>{{cita|Braunbehrens|p. 114}}.</ref> I coniugi [[Vincent Novello|Vincent]] e [[Clara Novello]], che la conobbero ormai anziana, ne riferirono un'ottima impressione.<ref>{{cita|Stafford|V, p. 139}}.</ref>
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Alcuni scorgono nel ''Figaro'' un messaggio sociopolitico di rivendicazione d'autonomia professionale nell'arte,<ref>{{cita|Weber|p. 43}}.</ref> mentre per altri l'unica presa di posizione del compositore fu di natura estetica: la probabile conoscenza della prefazione di Beaumarchais alla pièce gli ispirò cioè un'adesione alle teorie dell'autore francese su contenuti e scopi del genere [[commedia]].<ref>{{cita|Lütteken|pp. 214-215}}.</ref>
Nella difficoltà di attribuire a Mozart un'etichetta di protorivoluzionario<ref>{{cita|Weber|p. 45}}.</ref> e nella scarsità di indizi che offrono le sue lettere,<ref>{{cita|Weber|p. 41}}.</ref> si può comunque rimarcare a livello intellettuale la sua piena integrazione nel clima culturale e politico dell'epoca.<ref name=
=== Successo e finanze ===
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Pochi mesi dopo, in un'altra lettera,<ref>{{cita|BD 702|pp. 1-2|BD}}.</ref> dimostrò anche in dettaglio di aver ben capito come non farsi sfruttare.<ref>{{cita|Braunbehrens|pp. 144-145}}.</ref>
Quanto alla rovina economica, a ridosso del bicentenario (1991) diversi studiosi si sono adoperati a metterla in discussione: a parte solo una temporanea difficoltà da cui sarebbe uscito brillantemente<ref name=Keefe1>{{cita|Keefe|p. 1|Keefe12}}.</ref><ref>{{cita|Stafford|IX, p. 247}}.</ref> nell'ultimo anno di vita, Mozart guadagnò sempre piuttosto bene,
Reduce dall'enorme successo da ''enfant prodige'', Mozart avrebbe faticato ad affermarsi finché l'approdo a Vienna non lo lanciò in una brillante carriera.<ref>{{cita|Solomon|p. 103}}.</ref><ref name=Moore18>{{cita|Moore|p. 18}}.</ref> Non è facile stabilire quali e di che entità fossero le sue principali entrate: di certo diede lezioni piuttosto costose<ref group=n>Benché molto più economico di quello di Clementi, l'onorario di Mozart era mediamente elevato e ammontava a 6 [[Ducato (moneta)|ducati]] ogni dodici lezioni, pari a 1¼ fiorini a lezione ({{cita|Steptoe|p. 197}}, {{cita|Moore|p. 20}}).</ref><ref name=Lütteken211/> (anche se forse si ridussero nel tempo), beneficiò del mecenatismo, tenne concerti pubblici e a sottoscrizione, godette dei proventi delle opere e percepì poi un salario imperiale da ''Kammerkompositeur'' di 800 [[Fiorino austro-ungarico|fiorini]] l'anno.<ref>{{cita|Steptoe|pp. 196-197}}.</ref><ref name=Braunbehrens147>{{cita|Braunbehrens|p. 147}}.</ref><ref>{{cita|Moore|pp. 20-22, 30}}.</ref>
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Si sa che fu molto richiesto sulla scia del successo del ''[[Il ratto dal serraglio|Ratto dal serraglio]]'', tanto che nel 1784 tenne ben ventuno concerti in meno di due mesi, uno dei quali in un teatro di corte e almeno altri tre molto remunerativi.<ref>{{cita|Moore|pp. 22-24}}.</ref> La sua stella si sarebbe però offuscata dopo il 1785, poiché i concerti pubblici, fino a quel punto in progressivo aumento, si ridussero a soli cinque eventi negli ultimi sei anni di vita. Un'esatta ricostruzione dell'andamento dei concerti è però molto complessa e legata alla sopravvivenza delle lettere di Wolfgang a Leopold, quasi tutte perdute dopo il 1784; rapporti ufficiali non esistono più.<ref group=n name=incendio/><ref>{{cita|Stafford|IX, pp. 237-239}}.</ref> I concerti di rado erano riportati dalla stampa, e anche chi ritiene che la popolarità di Mozart come esecutore sia declinata si arrende di fronte all'impossibilità di provare un fatto negativo, che preclude ogni certezza al riguardo.<ref>{{cita|Moore|p. 30, in nota}}; cfr. {{cita|Morrow}}.</ref>
L'assunzione di debiti è testimoniata nell'epistolario<ref name=BD852/> fin dal 1785.<ref name=Stafford103/> Lo snodo problematico riguardo alle finanze è comunque rappresentato dal 1787: grazie al salario e all'aumento dei proventi delle opere,
Il motivo per cui contraesse debiti non è chiaro. Nella Vienna dell'epoca l'indebitamento era piuttosto comune, specie – ma non solo<ref name=Braunbehrens155/> – presso coloro che svolgevano attività stagionale, come i musicisti, e Mozart ebbe sempre entrate variabili.<ref name=Braunbehrens147/><ref name=Steptoe196>{{cita|Steptoe|p. 196}}.</ref> Alcune politiche imperiali danneggiarono il mecenatismo; la tassazione e l'inflazione del 1788, dovuta alla [[Guerra austro-turca (1788-1791)|guerra ai turchi]], aggravarono poi la situazione economica, il prezzo del pane lievitò e a Vienna si levarono tumulti.<ref>{{cita|Stafford|IX, pp. 230-233}}.</ref>
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Niemetschek<ref>{{cita|Niemetschek|pp. 46-47, 70}}.</ref> sostiene che la musica di Mozart, originale, riccamente espressiva e complessa, difficile per gli stessi esecutori, sarebbe rimasta incompresa,<ref>{{cita|Stafford|IX, p. 234}}.</ref> e se non altro è vero che le opere furono meno richieste di quelle contemporanee di [[Giovanni Paisiello|Paisiello]], [[Antonio Salieri|Salieri]], [[Vicente Martín y Soler|Martín]].<ref>{{cita|Stafford|IX, p. 251}}.</ref>
Si è sostenuto che viveva molto al di sopra delle sue possibilità e dissipava il patrimonio giocando a biliardo e a carte. Non v'è dubbio che si concesse uno standard di vita elevato, ma non necessariamente così folle, e non è escluso che il tutto – debiti compresi – fosse una scelta consapevole nel tentativo di affermarsi come libero artista.<ref>{{cita|Stafford|IV, pp. 105-106}}.</ref> Il ricorso al credito di Puchberg, che fu suo amico, potrebbe essere stato indotto da difficoltà momentanee
La perdita di somme ingenti al gioco non è attestata da alcuna fonte<ref>{{cita|Robbins Landon|p. 30}}.</ref> tranne le sospette memorie del ''Kapellmeister'' Destouches<ref>{{cita|Karhausen|p. 44|Karhausen11}}.</ref><ref>{{cita|Deutsch|pp. 515-516}}.</ref> e, laddove alcuni la desumono dal solo fatto che possedeva un biliardo,<ref>{{cita|Kraemer}}.</ref> altri suppongono che, se fosse davvero avvenuta, il gossip che investì Mozart quasi sempre ne avrebbe lasciato traccia.<ref>{{cita|Stafford|IV, pp. 104-105}}.</ref> Tutto sommato pare improbabile che egli giocasse, sebbene la verifica dell'ipotesi dipenda da una corretta valutazione delle sue entrate e uscite, che è soggetta a un forte [[Incertezza di misura|margine d'errore]]. Secondo molti studiosi<ref name=Steptoe196/> la tesi sovrastima le entrate.<ref>{{cita|Moore|pp. 26-27}}.</ref>
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L'immagine di un Mozart in declino fisico nel 1791 potrebbe tuttavia essere frutto dell'accettazione acritica di aneddoti riportati dalle prime biografie e basati sulla sola testimonianza interessata di Constanze.<ref name=Jenkins290/> Si sostiene infatti che negli ultimi tempi fosse [[Disturbo depressivo|depresso]], [[Paranoia|paranoico]], dormisse e mangiasse poco, bevesse invece molto<ref>{{cita|O'Shea|p. 26}}.</ref> e soffrisse di [[Allucinazione|allucinazioni]].<ref>{{cita|Felisati e Sperati|p. 11|Felisati}}.</ref>
È stato fatto notare che frammenti di corrispondenza di quell'anno – fin oltre il debutto del ''Flauto'' il 30 settembre – restituiscono un quadro che non depone per una malattia cronica:<ref name=Jenkins290/> un artista in pieno fervore creativo, che gode di buon appetito e sonno regolare, e la cui buona salute riproduttiva è testimoniata dalla nascita del figlio Franz Xaver il 26 luglio.<ref name=Jenkins290/> Non v'è traccia nelle lettere di malinconia o di timori di morte.<ref>{{cita|Wates|pp. 226-227}}.</ref> La stessa anamnesi desunta dall'epistolario indica solo quattro episodi di dubbia natura<ref
Sul piano emotivo si è tentato di identificare un possibile disturbo dell'umore del musicista, ricostruito come [[Disturbo bipolare|psicosi maniaco-depressiva]]<ref>{{cita|Davies I||Davies87i}} e {{cita|II||Davies87ii}}.</ref> ma, sebbene la diagnosi abbia trovato sostegno in un'analisi musicologica di [[H. C. Robbins Landon|Robbins Landon]], alcuni ritengono quest'ultima viziata da [[Cherry picking|evidenza incompleta]] e [[Diallele|ragionamento circolare]].<ref>{{cita|Keynes}}.</ref> Secondo altri lo stesso riconoscimento del disturbo bipolare si basa su una lettura selettiva dei dati a disposizione, che non soddisfano alcun criterio diagnostico e indicano piuttosto normali tratti di personalità e comuni reazioni agli eventi della vita.<ref>{{cita|Karhausen|pp. 6-27, 65-66|Karhausen11}}.</ref> L'ipercinetismo e la tendenza al turpiloquio giocoso sono stati ritenuti possibile espressione della [[sindrome di Tourette]],<ref>{{cita|Ashoori e Jankovic||Ashoori}}.</ref> ma l'ipotesi è contestata.<ref>{{cita|Powell e Kushner||Powell}}.</ref> L'umorismo scatologico appare d'altronde intenzionale e controllato, e il compositore vi ricorre solo in precisi contesti, come le lettere alla Bäsle;<ref group=n>Maria Anna Thekla Mozart (1758-1841), cugina di Wolfgang.</ref> esso si manifesta poi nello scritto e non come [[coprolalia]].<ref>{{cita|Karhausen|pp. 37-38|Karhausen11}}.</ref>
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Alcune teorie del complotto hanno indicato la [[massoneria]] e l'[[ebraismo]] come i responsabili della morte di Mozart. Esse traggono origine dagli scritti periodici di [[Georg Friedrich Daumer]], in particolare dal quarto volume di ''Aus der Mansarde'' del 1861.<ref>{{cita|Daumer|pp. 73-110}}.</ref> Mozart fu affiliato alla massoneria, ma avrebbe nutrito dubbi, e li avrebbe espressi nel ''[[Il flauto magico|Flauto]]'': una propaganda massonica di fondo sarebbe stata da lui trattata in modo ambiguo o proprio ribaltata con l'introduzione surrettizia di elementi [[Cristianesimo|cristiani]]. Per proteggersi il compositore avrebbe voluto lasciare la massoneria e fondare un ordine rivale, ma si confidò incautamente con il clarinettista [[Anton Stadler]], che lo tradì, e finì avvelenato dai fratelli massoni forse proprio per mano di costui.<ref>{{cita|Stafford|II, pp. 34-35}}.</ref>
La tesi fu ripresa più volte nel XX secolo, già a partire dal 1910, quando il saggio ''Mehr Licht'' dell'antisemita [[Hermann Ahlwardt|Ahlwardt]] affiancò ai massoni gli ebrei nella cospirazione contro il compositore. Questi ultimi divennero poi i principali responsabili dell'assassinio,
Mozart morì di morte naturale<ref>{{cita|Stafford|II, p. 55}}.</ref> per una malattia indicata in modo vago come [[febbre miliare]],<ref>{{cita|Stafford|III, pp. 56-57}}.</ref> mai riconosciuta neppure in diagnosi postuma e al cui riguardo esistono solo ipotesi. Ad aggravare le sue condizioni e ad accelerare
=== Musica ===
==== Inquadramento ====
I primi critici videro in Mozart un autore vicino per espressività e passione all'estetica romantica, ma l'avvento di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] creò un opposto stereotipo, con il grande bonnese elevato a emblema della ribellione e del sublime, il salisburghese della bellezza e della perfezione formali. Eccezioni furono i giudizi di [[Ernst Theodor Amadeus Hoffmann|Hoffmann]], [[Søren Kierkegaard|Kierkegaard]], [[Eduard Mörike|Mörike]].<ref name=Stafford164-5>{{cita|Stafford|VI, pp. 164-165}}.</ref> Il riconoscimento di un lato demoniaco nella musica riprese quota nel XX secolo, prima in Heuß<ref>{{cita|Heuß}}.</ref> e poi in Schurig,<ref>{{cita|Schurig|p. 38}}.</ref> il quale recuperò l'idea dell'anima di Mozart divisa in due, in perenne tensione tra divino e terreno,<ref name=Stafford164-5/> che avrebbe formato la premessa<ref>{{cita|Einstein|p. 3}}.</ref> della biografia di Einstein.<ref>{{cita|Stafford|IV, p. 85; VI, pp. 168-169}}.</ref> L'Ottocento vide anche, con [[Henry Blaze de Bury|Blaze de Bury]], l'assolutizzazione<ref name=Service0124/> di Mozart, con la sua collocazione in una dimensione sovranazionale e in un olimpo di grandi ([[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], [[Raffaello]])<ref group=n>Il paragone tra Mozart e Raffaello si trova già in {{cita|Niemetschek|p. 2}}; fu ripreso da {{cita|Goethe|p. 682}}, e altri.</ref> che esclude ogni altro musicista;<ref group=n>A [[Hector Berlioz|Berlioz]], che aveva osato preferire Beethoven, Blaze de Bury replicò feroce: «M. Berlioz est en proie à des convictions fausses qui lui montent au cerveau et l'exaltent jusqu'à l'ivresse» («Berlioz è in preda a false convinzioni che gli salgono al cervello e l'esaltano fino all'ebbrezza», {{cita|Blaze de Bury|p. 99}}).</ref> una visione simile ma estremizzata raffigura il compositore austriaco come l'unico genio divino dell'umanità.<ref name=Service1123/> Gli echi di queste concezioni giungono nella critica fino al [[XXI secolo]].<ref>{{cita|Everist|pp. 202-207,
==== Carattere ====
Il mito dell'eterno bambino ha prodotto, promossa dai media del XX-XXI secolo e dall'industria mozartiana viennese e salisburghese,<ref name=Service1542>{{cita|Service|15 min 42 s}}.</ref> anche una visione popolare e caricaturale della musica di Mozart, banalizzata negli stereotipi della dolcezza<ref name=Wates8>{{cita|Wates|p. 8}}.</ref> e dell'[[Easy listening|ascolto facile]],<ref name=Service1542/> non serio, infantile: un Mozart «tintinnante»<ref group=n>
==== Effetti biologici ====
{{vedi anche|Effetto Mozart}}
La convinzione che la musica di Mozart produca effetti benefici nell'ascoltatore è stata a sua volta ricondotta al mito<ref name=Sloboda73-4>{{cita|Sloboda|pp. 73-74}}.</ref> e alla popolarità del compositore;<ref name=Cervellin373/> in particolare la sua reputazione di ''enfant prodige'' pare entrare in gioco quando si parla di effetti sui bambini.<ref name=Sloboda73-4/> Le compilation terapeutiche per la meditazione, il rilassamento, il riposo notturno, o quelle intese a stimolare il cosiddetto [[effetto Mozart]], così come molte sperimentazioni, si servono di un sottoinsieme della produzione mozartiana:<ref>{{cita|Everist|p. 233}}.</ref> diversi brani, come l'emblematico ''Andante'' centrale del [[Concerto per pianoforte n. 21 (Mozart)|Concerto per pianoforte K 467]],<ref group=
{{Multimedia|larghezza=260|file=W. A. Mozart - Andante from Piano Concerto K 467 b. 1-23 fading.ogg|titolo=K 467|file2=W. A. Mozart - Allegro from Piano Concerto K 466 b. 1-32 fading.ogg|titolo2=K 466|descrizione2=Le prime battute dell{{'}}''Andante'' centrale dal Concerto n. 21 (K 467) e quelle dell{{'}}''Allegro'' dal Concerto n. 20 (K 466) a confronto: la prima composizione si presta a fondare il luogo comune della serenità e del potere terapeutico di Mozart; la seconda lo contraddice}}
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