Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia): differenze tra le versioni

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sorvolando sull'enfasi non necessaria del passaggio, faccio notare che questa è la voce sull'unità militare del Regno d'Italia: perché nell'incipit si dovrebbe divagare sulle vicende della X MAS repubblichina e di Borghese?
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Complessivamente furono affondate o rese inutilizzabili, da un gruppo di poche centinaia di incursori, oltre 200 mila tonnellate di navi avversarie, delle quali oltre 72 mila tonnellate costituite da naviglio da guerra, ovvero il 38% dell'intera azione compiuta dalla Marina Militare.
 
Con l'[[armistizio di Cassibile|armistizio dell'8 settembre 1943]], la flottiglia, sotto il comando di [[Junio Valerio Borghese]], che sarà l'organizzatore del tentato [[Golpe Borghese|golpe]] del dicembre 1970, rimase in gran parte bloccata a [[La Spezia]]. Quidove si riorganizzò in [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|corpo franco]] poi entrato nella [[Marina Nazionale Repubblicana]]<ref>Fu Borghese a indicare la formazione con il numero romano "X", lasciando la ridondante ª</ref>: tale reparto operante agli ordini della [[Repubblica Sociale Italiana]] non è riconosciuto dallo [[Italia|Stato italiano]] come successore legittimo della 10ª MAS regia.
 
Gli elementi della X'''ª''' MAS che erano invece rimasti al sud, assieme a numerosi prigionieri rilasciati dai campi di prigionia alleati, riorganizzarono l'unità con il nuovo nome di "[[Mariassalto]]": tale unità della Regia Marina, di base a [[Taranto]], comandata dal [[capitano di fregata]] [[Ernesto Forza]], continuò le attività belliche agli ordini degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]].
Fra il 1943 e il 1945, la X'''ª''' MAS, si rese responsabile di numerosi [[Crimine di guerra|crimini di guerra]]<ref>{{Cita web|url=https://www.famigliacristiana.it/articolo/la-verita-storica-sulla-x-mas.aspx|titolo=«LA VERITÀ STORICA SULLA X MAS»|sito=Famiglia Cristiana}}</ref> <ref>{{Cita web|url=https://ilmanifesto.it/toppe-della-xflottiglia-mas-nella-calza-della-befana|titolo=Toppe della X Flottiglia Mas nella calza della Befana|sito=Il Manifesto}}</ref> principalmente contro i [[Resistenza italiana|partigiani]].
 
Queste atrocità, per decenni occulte, vennero alla luce solo nel 1994, a seguito del ritrovamento di alcuni fascicoli nel cosiddetto [[Armadio della vergogna]] presso il [[palazzo Cesi-Gaddi]] di [[Roma]] durante un'indagine sulla strage delle [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|Fosse Ardeatine]]. I documenti rinvenuti<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Senato della Repubblica, Camera dei Deputati|data=24 gennaio 2006|titolo=COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE CAUSE DELL’OCCULTAMENTO DI FASCICOLI RELATIVI A CRIMINI NAZIFASCISTI|p=221|url=https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/203175.pdf}}</ref>, che descrivono in dettaglio le azioni della X'''ª''' MAS, rivelano [[Rastrellamento|rastrellamenti]] e fucilazioni di civili nelle aree ad alta densità partigiana, condotte con estrema brutalità e senza alcun riguardo per i [[Diritti umani|principi umanitari]].
 
L'emergere di queste prove ha sollevato un velo di orrore sulle efferatezze commesse dalla X'''ª''' MAS, contribuendo a fare luce su uno dei capitoli più bui della storia italiana durante la [[Seconda guerra mondiale|Seconda Guerra Mondiale]].
 
Gli elementi della X'''ª''' MAS che erano invece rimasti al sud, assieme a numerosi prigionieri rilasciati dai campi di prigionia alleati, riorganizzarono l'unità con il nuovo nome di "[[Mariassalto]]": tale unità della Regia Marina, di base a [[Taranto]], comandata dal [[capitano di fregata]] [[Ernesto Forza]], continuò le attività belliche agli ordini degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]].
 
Nel 1954 il gruppo fu ricostituito nei quadri della [[Marina Militare]], con il nome di Comsubin ([[Comando subacquei e incursori "Teseo Tesei"|Comando Subacquei ed Incursori]]).
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La seconda, denominata "Toast", venne svolta nella notte del 19 aprile 1945 da un gruppo di incursori, tra cui il sottotenente di vascello [[Nicola Conte (ufficiale)|Nicola Conte]]<ref>{{cita web|url=http://www.marina.difesa.it/storia/movm/parte07/Bio07/MOVM727b.asp|titolo=L'affondamento dell'Aquila sul sito della Marina Militare|urlmorto=sì}}</ref> e il sottocapo [[Evelino Marcolini]], e aveva come obiettivo l'affondamento nel porto di Genova di quella che sarebbe dovuta diventare la prima [[portaerei]] italiana<ref>{{cita web|url=http://www.marina.difesa.it/storia/movm/parte07/movm727.asp|titolo=Biografia di Marcolini sul sito della Marina Militare|urlmorto=sì}}</ref>, l{{'}}''[[Aquila (portaerei)|Aquila]]'', per impedire che venisse affondata dai tedeschi bloccando così l'ingresso del porto. Per l'affondamento dell{{'}}''Aquila'' il sottocapo Marcolini e il sottotenente Conte vennero decorati di [[Medaglia d'oro al valor militare]]<ref>{{cita web|url=http://www.marina.difesa.it/storia/movm/parte07/movm714.asp|titolo=Motivazioni della MOVM a Conte sul sito della Marina Militare|urlmorto=sì}}</ref>. Come menzionato nelle motivazioni del conferimento delle medaglie, gli incursori utilizzarono del materiale di dubbia efficacia, residuato delle operazioni precedenti, poiché non esisteva alcuna possibilità di rimpiazzo visto che i luoghi deputati alla ricerca, allo sviluppo e alla produzione erano tutti nelle mani dei tedeschi.
 
=== Nella Repubblica di SalòRSI ===
{{Vedi anche|Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)}}
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-311-0926-04, Italien, italienische Soldaten.jpg|thumb|Militi della [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]] appartenenti alla [[Divisione fanteria di marina Xª]]]]