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* [[Palazzo Sardagna]] – in [[via Calepina]] 14 palazzo di proprietà della [[Provincia autonoma di Trento]], venne edificato nel Cinquecento e ristrutturato nel [[XVIII secolo|Settecento]] per volontà della famiglia Sardagna, il cui stemma familiare è dipinto nella volta dell'atrio. Ha ospitato dal [[1982]] al [[2013]] la sede del [[Museo tridentino di scienze naturali]]. Uno dei tre putti, che appaiono nella Sala Costantino, è stato ritratto con tonalità particolarmente scure, cd. ''angioletto negretto'', che secondo la leggenda sarebbe il frutto di un miracolo verificatosi mentre l'autore, il vicentino [[Marcello Fogolino]], dipingeva l'affresco. Oggi è sede del Rettorato dell'[[Università di Trento]].
* [[Palazzo Lodron]] - costruito nel periodo del [[Concilio di Trento]] (attorno al [[1570]]) da [[Ludovico II Lodron]], ospita un ciclo pittorico che si estende su tutte le sale più importanti dell'edificio. Sede del [[Tribunale Amministrativo Regionale]] di Trento.
[[File:Simonino.jpg|thumb|upright=0.8|Medaglione su Palazzo Salvadori, rappresentante il sacrificio (mai avvenuto) di san Simonino di Trento]]
* [[Palazzo Salvadori]] – in via Manci 119, uno dei primi esempi di architettura civile rinascimentale a Trento. Venne costruito dal maestro lombardo Lucio Tosani, nel periodo clesiano a partire dal [[1515]]. Attorno alla metà del [[XVIII secolo]] furono affissi due [[Medaglione (architettura)|medaglioni]] in pietra sulla facciata per celebrare il [[martirio (cristianesimo)|martirio]] di [[Simonino di Trento]], il bambino che si riteneva falsamente vittima di un rituale ebraico nella [[Pasqua]] del [[1475]]. Questo episodio, forse il più negativo della storia della città, causò la cacciata della piccola [[Ebraismo|comunità ebraica]] di Trento, che aveva nel palazzo la propria [[sinagoga]] i quali locali sono ancora visibili a livello semi-interrato lungo il vicolo al Vò con tanto di stele commemorativa. La cappella del Santo, invece, si trova presso il Palazzo Bortolazzi ed è occupato da una gioielleria.
* Palazzo Galasso o Del Diavolo (''Ca del Diaol'') – sito in via Manci 99 e fatto costruire nel [[1602]] da un discendente della potente famiglia di banchieri [[Fugger]]; così chiamato, secondo la leggenda, citata anche da [[Goethe]]<ref>Aldo Gorfer, ''Trento: città del Concilio'', Trento, Arca, 2003, pag. 177</ref>, a causa di una scommessa vinta dal Fugger contro Mefistofele<ref>Vi sarebbe stata anche una ''Ca del Sioredio'' nel fabbricato sull'angolo di v. Prepositura con p.zza S.Maria. Aveva la facciata rivolta a ovest dirimpetto la casa Frizzeri (fabbricato giallo con finestre-porte ribassate) e si chiamava così perché vi si trova la sagrestia della Chiesa di S. Maria Maggiore che si trova all'imbocco di via delle Orsoline. La ''Ca del Sioredio'' fu distrutta da un incendio nell'Ottocento e fu rimpiazzata dagli attuali edifici bancari negli anni cinquanta</ref>. Nell'annessa cappella gentilizia dei Santi Martiri Anauniensi, il 9 gennaio 1837, re [[Ferdinando II delle Due Sicilie]] sposò l'arciduchessa [[Maria Teresa d'Asburgo-Teschen (1816-1867)|Maria Teresa d'Asburgo-Teschen]], le nozze furono celebrate dal vescovo [[Giovanni Nepomuceno de Tschiderer]].