Unione Sovietica: differenze tra le versioni

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[[File:Order of Red Banner of Labor.svg|thumb|[[Ordine della Bandiera rossa del lavoro]]]]
 
La [[Impero russo|Russia]] fu uno dei pochi [[Paesi europei]] a non aver vissuto, nel corso del [[XIX secolo]], una trasformazione in senso democratico e liberale delle proprie strutture economiche, sociali e politiche. Le tensioni tra le esigenze di cambiamento espresse da una parte della popolazione e un modello politico statico, basato su una [[Autocrazia|monarchia autocratica]], furono all'origine di tre [[Rivoluzione|rivoluzioni]]. La [[Rivoluzione del 1905|prima]], senza esito, ebbe luogo nel 1905, successiva alla sconfitta nella [[Guerra russo-giapponese|guerra contro il Giappone]]. La [[Rivoluzione di febbraio|seconda]] e la [[Rivoluzione del 1917|terza]] avvennero invece nel 1917, rispettivamente a marzo (febbraio secondo il [[calendario giuliano]], seguito dalla [[Chiesa ortodossa russa]] ed a quei tempi in vigore in [[Russia]]) e novembre (ottobre), innescate da gravi problemi politico-sociali, da un diffuso malcontento nei confronti della monarchia e dalla tremenda crisi sofferta dall'[[Impero russo]] durante la [[prima guerra mondiale]].
 
=== La rivoluzione di febbraio ===
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{{vedi anche|Storia dell'Unione Sovietica (1922-1953)}}
 
La guerra finì con la vittoria dell'[[Armata Rossa]] e la fondazione dell'Unione Sovietica, il primo [[Stato socialista]] del mondo, il 30 dicembre 1922, sotto la guida di [[Lenin]]. L'Unione Sovietica succedette all'[[Impero russo]], ma la sua estensione fu inferiore a causa dell'indipendenza ottenuta dalla Polonia, Finlandia e dei [[Paesi baltici]] e sancita dal [[trattato di Versailles]]. Nel 1924 il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] riconobbe ufficialmente l'Unione Sovietica.
 
Dopo la morte di Lenin (avvenuta il 21 gennaio 1924), ci fu una lotta per la conquista del potere all'interno della ''[[leadership]]'' del [[Partito politico|partito]] tra chi sosteneva che per sopravvivere la rivoluzione avrebbe dovuto estendersi ai Paesi a [[capitalismo]] avanzato (soprattutto l'allora [[Repubblica di Weimar]]), consentendo così l'intervento armato della classe operaia di quei Paesi al fianco di quella russa per schiacciare i contadini, concepiti come intrinsecamente controrivoluzionari – così la pensava per esempio Trockij<ref>N. Bucharin, ''Sulla teoria della rivoluzione permanente'', in AA.VV. ''La "rivoluzione permanente" e il socialismo in un paese solo'' Editori Riuniti, Roma, 1970.</ref> – e chi teorizzava la necessità, scaturita dal fallimento dei moti del 1919 in Germania e [[Regno d'Ungheria (1920-1946)|Ungheria]] (ma dai primi ritenuta incoerente con il principio marxista dell'[[internazionalismo]]), del "[[Socialismo in un solo paese|socialismo in un solo Paese]]". Il segretario del partito Iosif Vissarionovič Džugašvili, meglio noto come [[Iosif Stalin]], fautore del "socialismo in un solo Paese", emerse come nuovo capo contrapponendosi a Lev Trockij. Al fianco di Stalin e contro Trockij si schierò tutta la vecchia guardia bolscevica, con in testa [[Nikolaj Ivanovič Bucharin]] ed, in un primo momento, [[Grigorij Evseevič Zinov'ev]], in seguito entrambi processati e fucilati come elementi controrivoluzionari. La compattezza del partito nel respingere le tesi di Trockij portò a una sua rapida emarginazione e al suo allontanamento dal partito, culminato nell'[[esilio]] iniziato nel 1929.
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Stalin avviò un [[Industrializzazione dell'Unione Sovietica|programma di rapida industrializzazione]] e di riforme agricole, sviluppando rapidamente l'[[economia]] [[Socialismo|socialista]], grazie ai successi della pianificazione. Per fare ciò ampliò la portata della [[polizia segreta]] di Stato (prima [[NKVD]], poi [[Direzione Politica di Stato|GPU]] ed infine [[KGB]]) e fece sì che durante il suo governo un numero imprecisato di persone che non appoggiavano la sua politica, da alcuni autori stimato in alcune centinaia di migliaia di deportati,<ref>J. Ellenstein, ''Histoire de l'URSS'', Parigi, Editions Sociales 1973, t. II, p. 170 e segg. e 224 e segg.</ref> da altri in decine di milioni<ref>A. Glucksmann, ''La cuoca e il mangia-uomini: sui rapporti tra Stato, marxismo e campi di concentramento'', Milano, L'erba voglio, 1977</ref> o addirittura fino a centodieci milioni di morti,<ref>M. Voslensky, ''La nomenklatura. La classe dominante in Unione Sovietica'', Longanesi, Milano, 1980</ref> venissero condannate alla pena capitale o incarcerate nei ''[[gulag]]''. Particolarmente famoso è il periodo 1936-1939, conosciuto come periodo delle "[[grandi purghe]]".
 
Tra il 1936 ed il 1939 durante la [[guerra civile spagnola]] l'Unione Sovietica fu l'unico Paesepaese a fornire aiuto militare ai combattenti della [[Seconda repubblica spagnola|Repubblicarepubblica Spagnolaspagnola]], in contrasto con la formale neutralità delle nazioni occidentali, e guidandone l'azione politica anche contro le altre forze antifranchiste, ma dissidenti dalla linea della [[Internazionale Comunista]].
 
A metà agosto del 1939 la [[Germania nazista]] di Hitler propose all'Unione Sovietica un [[patto di non aggressione]], preceduto da un accordo commerciale fra i due Paesi (quest'ultimo fu firmato a [[Berlino]] il 20 agosto 1939).<ref>William L. Shirer, ''Storia del Terzo Reich'', Torino, Einaudi, 1963, p. 573</ref> Il 23 agosto veniva firmato a [[Mosca (Russia)|Mosca]] il patto di non aggressione fra Unione Sovietica e Germania nazista, che divenne famoso con il nome di [[patto Molotov-Ribbentrop]]. Il protocollo ufficiale prevedeva l'impegno, di ciascun Paese firmatario, a non attaccare l'altro. Inoltre, se una delle due parti fosse stata oggetto di aggressione da parte di una terza potenza, l'altro firmatario non avrebbe fornito all'aggressore alcun aiuto.<ref>William L. Shirer, ''Storia del Terzo Reich'', Torino, Einaudi, 1963, p. 586.</ref> Tuttavia il patto comprendeva anche un "protocollo segreto" che definiva fra le parti le rispettive [[Sfera d'influenza|sfere d'influenza]] nell'[[Europa orientale]]. Esso dava quindi mano libera all'Unione Sovietica per sottoporre a controllo le [[Repubbliche baltiche]] di Estonia, Lettonia, Lituania e della Finlandia, stabilendo il confine delle rispettive aree di influenza nella frontiera settentrionale della Lituania.
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Tra il 1922 e il 1938 al vertice del sistema dei Soviet era collocato il [[Congresso dei Soviet dell'Unione Sovietica|Congresso dei Soviet dell'URSS]], le cui funzioni, nei periodi fra una sessione e l'altra, erano esercitate dal [[Comitato esecutivo centrale dell'URSS|Comitato esecutivo centrale]] (CEC) e dal suo Presidium.<ref>{{cita|Costituzione dell'URSS 1924|artt. 8 e 29}}.</ref> Dopo l'approvazione della nuova [[Costituzione sovietica del 1936|Costituzione del 1936]], venne istituito il [[Soviet Supremo dell'Unione Sovietica|Soviet Supremo dell'URSS]]. Suddiviso in due camere, una delle quali finalizzata alla tutela di tutte le nazionalità del Paese,<ref>{{cita|Costituzione dell'URSS 1936|artt. 30-33}}.</ref> eleggeva al proprio interno il [[Presidium del Soviet Supremo dell'URSS|Presidium del Soviet Supremo]].<ref>{{cita|Costituzione dell'URSS 1936|art. 48}}.</ref>
 
Nel 1988, in fase di [[perestrojka]], vennero istituiti come organi rappresentativi il [[Congresso dei deputati del popolo dell'Unione Sovietica|Congresso dei deputati del popolo dell'URSS]] e quelli delle Repubbliche federate, che eleggevano al proprio interno il Soviet Supremo dell'URSS e delle singole Repubbliche. Nel marzo 1990 venne inoltre creata la figura del [[presidentePresidente dell'Unione Sovietica]].<ref name=Orl456>{{cita|Orlov et al.|p. 456}}.</ref>
 
Le funzioni esecutive e amministrative erano delegate al Governo: fino al 1946 esso era organizzato nel [[Consiglio dei commissari del popolo dell'Unione Sovietica|Consiglio dei commissari del popolo]] (Sovnarkom) dell'URSS,<ref>{{cita|Costituzione dell'URSS 1924|art. 37}}.</ref> a cui facevano capo i [[Consiglio dei commissari del popolo dell'Unione Sovietica|Commissariati del popolo]] (Narkomat).<ref>{{cita|Costituzione dell'URSS 1924|art. 49}}.</ref> Successivamente, con legge costituzionale approvata dal Soviet Supremo dell'URSS, sia a livello centrale che repubblicano il Consiglio dei commissari del popolo venne riorganizzato in [[Consiglio dei ministri dell'Unione Sovietica|Consiglio dei ministri]] (Sovmin) e i Commissariati in Ministeri.<ref name=leg46>{{cita|Legge dell'URSS del 15 marzo 1946}}.</ref>
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[[File:Map Asia 1937 - Touring Club Italiano CART-TRC-13.jpg|thumb|Continente asiatico nel 1937]]
 
L'Unione Sovietica copriva un'area totale di {{M|22402200|ul=kmq}} (in totale circa un sesto delle terre emerse del pianeta) e si estendeva su undici fusi orari. Rispetto alla sua estensione originaria del 1917, durante e in seguito alla [[secondaSeconda guerraGuerra mondiale]]Mondiale si espanse con l'[[occupazione dei Paesi baltici|occupazione forzata dei Paesi baltici]] nel 1940, più l'annessione della [[Carelia]] (precedentemente appartenente alla [[Finlandia]]), di un quarto della [[Prussia Orientaleorientale]] (precedentemente appartenente alla Germania), della metà orientale della Polonia (annessa nel 1940 grazie al patto Molotov-Ribbentrop), della [[Moldavia|Bessarabia]] (precedentemente appartenente alla Romania), e dell'estremità orientale della [[Cecoslovacchia]] ([[Transcarpazia|Rutenia subcarpatica]]). Il territorio sovietico si estendeva per {{M|5571000|u=kmq}} in Europa e {{M|16831000|u=kmq}} in [[Asia]]. Nel periodo più recente confinava con 12 stati, di cui sei stati europei: [[Norvegia]], [[Finlandia]], [[Repubblica Popolare di Polonia|Polonia]], [[Cecoslovacchia]], [[Repubblica Popolare d'Ungheria|Ungheria]] e [[Repubblica Socialista di Romania|Romania]]; e sei stati asiatici: [[Turchia]], [[Iran]], [[Afghanistan]], [[Cina]], [[Mongolia]] e [[Corea del Nord]]. Il suo confine più ampio era quello con la Cina, più di {{M|5900|ul=km}}, mentre quello più piccolo era con la Corea del Nord, appena {{M|22.1|u=km}}. In Europa il suo confine più ampio era quello con la Finlandia, {{M|1340|u=km}}, mentre il più piccolo era con la Cecoslovacchia, {{M|97|u=km}}. I mari su cui si affacciava il paese erano molti: il [[Mar Nero]], il [[Mar d'Azov]], il [[Mar Caspio]], Il [[Mar Baltico]], Il [[Mar Bianco]], Il [[Mar Glaciale Artico]] ([[Mare di Barents]], [[Mare di Kara]], [[Mare di Laptev]], [[Mare della Siberia orientale|Mare della Siberia Orientale]], [[Mare dei Ciukci|Mare dei Čukči]]) e l'[[Oceano Pacifico]] ([[Mare di Ochotsk|Mare di Okhotsk]], [[Mare di Bering]], [[Mar del Giappone]]). L'Unione Sovietica possedeva tutta l'[[Asia centrale|Asia Centrale]], una buona porzione della regione baltica (circa {{M|650|u=km²}}), l'intero Caucaso e l'intera [[Siberia]].
 
L'Unione Sovietica era composta da quindici repubbliche e a fine [[anni ottanta]] contava oltre 290 milioni di abitanti, di cui 221 milioni d'abitanti vivevano in Europa e i restanti 69 milioni vivevano in Asia. Era un mosaico di popoli di oltre cento diverse nazionalità differenti tra loro per origine, storia, cultura, tradizioni e caratteristiche fisiche. Fra i tanti gruppi etnici appartenenti all'etnia dei bianchi e dei mongolidi predominava quello degli [[slavi]], che raggruppava più del 75% della popolazione.
 
== Economia ==