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'''Masate''' è un comune di 2.458 abitanti della [[provincia di Milano]].
 
Il centro abitato "storico" sorge su una piccola collinetta dove molto tempo fa, da colture di vite, veniva prodotto un buon vino bianco decantato anche dal poeta [[Carlo Porta]].
È un piccolo paese situato sulle sponde del canale Villoresi e ai confini del Parco del Rio Vallone, immerso nel verde della campagna ma caratterizzato dalla presenza di una crescente fascia di industrializzazione. Situato fra il Milanese e la Bergamasca, il centro ha saputo mantenere l’aspetto gradevole di un paese a misura d’uomo, anche se negli ultimi 20 anni si è registrata una avanzata notevolissima della "cementificazione" che sta sempre più stravolgendo l'abitato e aumentando le problematiche comuni ai paesi di grandi dimensioni. Il suo nome coincide con quello della famiglia De Maxate, che nel XVIII secolo abitava a Milano e che doveva avere possedimenti in questa zona. L’abitato, di tradizione agricola e poi tessile, si era formato attorno all’anno Mille. L’odierna parrocchiale di San Giovanni Evangelista è un edificio neoclassico della prima metà dell’Ottocento. Nella Cascina San Nabore, in periferia, le origini dell’oratorio dei Santi Nabore e Felice risalgono ad un’epoca che precede il XIII secolo. Tra i vari nomi delle famiglie d’antico regime che qui ebbero feudo compaiono quelli dei Trivulzio, degli Stampa di Soncino, dei de Leyva, dei Visconti di San Giorgio.
 
==Lo stemma==
Lo stemma del Comune di Masate tende a evidenziare, con immediatezza visiva, le caratteristiche prevalentemente agricole della sua terra e della sua economia. Tale evidenziazione viene realizzata su due diversi piani paralleli: quello delle figure e quello del colore. Per quanto concerne le figure inserite nello stemma, la farfalla cavolaia sottolinea il carattere spiccatamente agricolo della zona, mentre le tre spighe di grano segnalano la fertilità dei campi che circondano il suo territorio. Per quanto riguarda invece i colori, l’azzurro della prima sezione del [[tagliato]] sembrerebbe voler evidenziare la purezza e la salubrità dell’aria che un tempo si respirava in questo territorio, mentre purtroppo ai nostri. giorniAnche il fattoverde didella trovarsiseconda insezione un'areasi doverifà la densitàal abitativapassato e produttivasottolinea è comunque elevatissima (pianurala Padana)ubertosità e il ricambio d'aria scarso e data anche la presenzaproduttività didei centrali termoelettriche (Cassano d'Adda) inceneritori di rifiuti (Trezzo d'Adda) e metropoli come Milanocampi, uniteoggi allasempre presenzapiù sulsostiuiti terrirotrioda dinuove discarichezone aperte o chiuse recentemente (Inzago, Cavenago di Brianza, Osio, Damine)abitative e centriproduttive. di trattamento o di stoccaggio di rifiuti di vario genere (Masate, Bellinzago Lombardo, Cambiago), fa si che da questo punto di vista sia oramai opportuno prendere seri provvedimenti affinché la situazione non peggiori ulteriormente fino a diventare pericolosa per la popolazione.
Si segnala inoltre a tal proposito la presenza sul territorio, ai confini con il comune di Cambiago e all'ìinterno del Parco del Rio Vallone di un ex inceneritore dell'Amsa, attivo negli anni 50-60 e del quale rimangono il solo basamento in cemento armato e tonnellate di ceneri altamente inquinanti e mai correttamente smaltite.
Anche il verde della seconda sezione, si rifà al putroppo passato e sottolinea la ubertosità e la produttività dei campi sempre più sostiutiti da nuove zone abitative e produttive. Dal punto di vista araldico, il “tagliato” è una partizione araldica costituita da uno scudo diviso diagonalmente in due sezioni, di due diversi smalti, da una linea retta che, dall’angolo superiore sinistro dello scudo, raggiunge l’angolo inferiore destro dello stesso. Come forse è noto, la “destra” araldica corrisponde al lato sinistro di colui che guarda lo stemma, e viceversa.
 
==Evoluzione demografica==