[[File:School Begins (Puck Magazine 1-25-1899, cropped).jpg|thumb|Vignetta satirica che raffigura gli Stati Uniti come lo [[Zio Sam]], perfido maestro che bacchetta gli "alunni indisciplinati" Cuba, Porto Rico ([[sic]]), Hawaii e Filippine]]
L''''imperialismo americano''' è definibile come l'influenza economica, militare e culturale che hanno tentato e tentato di esercitare gli [[Stati Uniti d'America]] hanno tentato di esercitare suglisu altri paesi del mondo, accompagnata da vari generi di espansione (economica, politica, militare). Si può paragonare a un''''invasione sileziosa''', John Foster Dulles dice: " Ci sono due modi per conquistare una nazione: uno è quello di assoggettarne la popolazione con la forza delle armi, l'altro di assoggettarne l'economia mediante mezzi finanziari".<ref> p.158, ''Il nemico''/Felix Greene, gli Struzzi 38, Einaudi editore Torino, 1973</ref> Questo perché quando la sovranità di un paese è minacciata con la forza delle armi, tutto il mondo ne è al corrente, invece adottando una strategia di invasione economica si agisce in modo sileziososilenzioso senza scatenare allarmismi. Si iniziò a parlare di imperialismo americano nel [[1846]] con la [[guerra messicano-statunitense]]. Nel [[1898]], con l'ingresso degli [[Stati Uniti]] sulla scena della politica mondiale, ili terminetermini "imperialismo" americano" ed "espansione imperialistica" americaniamericana" divennero sempre più diffusi.
==Il contesto prima del 1898==
La crisi del 1895-96 con la Gran Bretagna a proposito del confine orientale col Venezuela aveva messo a nudo una visione più ampia ed articolata degli interessi degli Stati Uniti: si era infatti delineata una strategia di potenza caratterizzata da una più organica e consapevole integrazione politica a livello di governo, delle varie pressioni dei più potenti gruppi economici. Il punto focale della politica di Washington fu costituito dalla questione della reciprocità commerciale con gli stati dell’America Latina e dal tentativo, fallimentare, di dar vita ad un sistema economico “panamericano”.
La [[guerra ispano-americana]] conferì di fatto una nuova posizione agli Stati Uniti, che si sedntironosentirono investiti della responsabilità di indirizzare la politica estera di una grande potenza. Una delle conseguenze paradossali di questa guerra, fu: che gli Stati Uniti ne uscirono col possesso pieno e definitivo delle [[Filippine]], mentre [[Cuba]], che era stata la causa primaria del conflitto e una delle ambizioni dell'espansionismo americano, restava fuori dalla vera e propria sovranità statunitense, in una condizione giuridica e politica mal definita.
==La questione cubana==
== Il fronte delle Filippine==
A quell'epoca non esistevano in realtà interessi commerciali americani nei confronti delle Filippine, ma secondo Theodor[[Theodore RoosveltRoosevelt]], che faceva parte della amministrazione McKinley nella posizione di sottosegretario della marina;Marina, prima o poi la guerra fra la Spagna e Stati Uniti sarebbe scoppiata e la lotta avrebbe dovuto essere condotta non solo nei Caraibi e in generale nell'Atlantico, ma anche nel Pacifico occidentale. Il 1° maggio la squadra americana del Pacifico distrusse nella baia di Manila (possedimento Spagnolospagnolo) la flotta sopagnolaspagnola e pose le premesse per l’occupazione americana delle Filippine.
L’atteggiamento di gran parte di coloro che si erano dimostrati ostili ad una politica bellicistica, era stato determinato, non tanto da un'avversione all'espansionismo, quanto dal timore delle conseguenze negative che un conflitto armato avrebbe potuto provocare, in particolar modo sul piano economico.
[[File:Philippine-American War.png|thumb|Imperialismo Americano nelle Filippine]]
Alla fine di luglio il governo di Madrid chiese la sospensione delle ostilità e l’avvio di trattative di pace; le condizioni preliminari poste dagli Americaniamericani per accettare la richiesta furono dure, ma dovettero essere accettate dagli Spagnolispagnoli: l’evacuazione di Cuba e la rinuncia definitiva a questa colonia; la concessione agli Stati Uniti di [[Puerto Rico]] e di un’isola dell’arcipelago dei Ladroni e, infine, l’occupazione da parte americana della città, del porto e della baia di Manila, in attesa che la sorte definitiva delle Filippine venisse coronata nel corso dei negoziati di pace, che ebbero inizio a Parigi il 1° ottobre. La vittoria sulla Spagna ed i negoziati di Parigi diedero l’avvio ad un grande dibattito interno sull'imperialismo, destinato poi a dominare la scena politica americana per anni.
Il vittorioso andamento della guerra aveva convinto molti degli stessi uomini d’affari, che fino a poco prima avevano continuato a sottolineare come l’acquisto delle colonie non avrebbe portato sostanziali vantaggi commerciali, e avrebbe invece significato piuttosto oneri finanziari e rischi diplomatici, che la via dell’espansione economica passava per le annessioni territoriali. Il primo frutto della nuova politica annessionista fu tuttavia una conseguenza solo indiretta della vittoria militare sulla Spagna. Il trattato di annessione delle [[Hawaii]] che era stato fermato al Senato tempo prima per colpa di un gruppo di senatori antimperialisti, venne ripreso in considerazione e fu votato: McKinley appose la firma al documento che sanciva l'annessione dell Hawaii il [[7 luglio]] 1898.
* The Journal of Economic History, Vol. 32, No. 1, The Tasks of Economic History (Mar., 1972), pp. 316-360 http://www.jstor.org/stable/2749870
* ·ERIN L. MURPHY, WOMEN'S ANTI-IMPERIALISM, "THE WHITE MAN'S BURDEN," AND THE PHILIPPINE-AMERICAN WAR: Theorizing Masculinist Ambivalence in Protest, in Genderand Society, Vol. 23, No. 2 (April 2009), pp. 244-270 http://www.jstor.org/stable/20676773
* Pacific Affairs, Vol. 3, No. 3 (Mar., 1930), pp. 278-284 http://www.jstor.org/stable/2749870
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