Storia della letteratura latina (14 - 68): differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Alto impero romano|Dinastia giulio-claudia|Letteratura greca alto imperiale}}
 
[[Ottaviano Augusto]] aveva dato inizio al suo [[principato (storia romana)|principato]], celebrato dai letterati del suo tempo, come pacificatore e protettore della libertà, compresa quella che ispirò la [[Storia della letteratura latina (31 a.C. - 14 d.C.)|letteratura del periodo]]. Negli ultimi anni del suo regno, al contrario, questa libertà divenne sempre meno evidente e cominciarono ad esserci delle vere e proprie limitazioni al pensiero di molti autori. Un esempio su tutti fu l'esilio di [[Publio Ovidio Nasone]].<ref name="Perelli247">{{Cita|Perelli 1969|p. 247|Perelli 1969|harv=s}}.</ref>
 
Ad Augusto successero altri quattro ''principi'' della cosiddetta [[dinastia giulio-claudia]], che dopo di lui governarono l'impero dal 27 a.C. al 68 d.C., quando l'ultimo della linea, Nerone, si suicidò, si dice, aiutato da un liberto. Tale dinastia venne così chiamata dal ''nomen'' (il nome di famiglia) dei primi due imperatori: Caio Giulio Cesare Ottaviano (l'imperatore Augusto), adottato da Cesare e dunque membro della famiglia Giulia (gens Giulia) e Tiberio Claudio Nerone (l'imperatore Tiberio figlio di primo letto di Livia, moglie di Augusto), appartenente per nascita alla famiglia Claudia (gens Claudia). Gli imperatori della dinastia furono: [[Augusto]] (27 a.C. – 14), [[Tiberio]] (14&nbsp;– 37), [[Caligola]] (37&nbsp;– 41), [[Claudio]] (41&nbsp;– 54) e [[Nerone]] (54&nbsp;– 68).
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{{Vedi anche|Tecnologia della civiltà romana|Medicina romana}}
 
Come accade spesso quando vengono a mancare i grandi ideali e la cultura, in generale, viene sottomessa all'assolutismo monarchico, le discipline scientifiche e l'erudizione fiorirono enormemente come al tempo degli imperatori della dinastia giulio-claudia. Scienza e tecnica vengono utilizzate per migliorare le condizioni della vita del tempo, volte a promuovere il benessere dei [[cittadinanza romana|cittadini romani]].<ref name="Perelli251">{{Cita|Perelli 1969|p. 251|Perelli 1969|harv=s}}.</ref>
 
== Principali autori del periodo ==
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[[Marco Anneo Lucano]] (39–65), fu poeta e storico latino. Sulla sua vita di Lucano ci sono giunte principalmente tre biografie antiche: quella di [[Svetonio]] nel ''De poetis'', quella attribuita a Vacca e quella più breve, anonima, nel codice ''Vossianus''.<ref name=pag.367/>
 
Nacque a [[Cordova]] nel [[39|39 d.C.]] da Marco Anneo Mela, fratello di [[Seneca]].<ref name=pag.367>{{Cita|Gian Biagio Conte|pag.367|GBC}}</ref> Trasferitosi poco dopo a [[Roma antica|Roma]] nel 40, diventa allievo dello stoico [[Lucio Anneo Cornuto]], nella cui scuole stringe amicizia con [[Aulo Persio Flacco]]. Entra a far parte della cerchia di amici intimi dell'imperatore [[Nerone]], che gli concede di ricoprire la [[Questore (storia romana)|Questura]] prima dell'età minima prevista, entrando poi a far parte del collegio degli [[auguri]]. Nel 60 partecipa ai [[Neronia]], i ''certamina'' poetici indetti da Nerone e, secondo alcune fonti, pubblica i primi tre libri della ''[[Pharsalia]]''.<ref name=pag.367/> Per motivi non del tutto chiari si genera una rottura tra Nerone e Lucano, tanto che quest'ultimo aderì infine alla [[congiura di Pisone]].<ref>{{Cita|Luca Canali|pp. 12-14|LCBUR}}; {{cita|Tacito Annales|''Annales'', 15, 49|Tacito|harv=s Annales}}.</ref> Tacito ci racconta che una volta scoperta la congiura, Lucano negò insieme ad altri due suoi compagni congiurati, Quinziano e Senecione, il proprio coinvolgimento nel complotto e solo davanti a una promessa di impunità il poeta denunciò addirittura la madre.<ref>{{cita|Tacito Annales|''Annales'', 15, 56|Tacito|harv=s Annales}}.</ref> Tuttavia, riporta Tacito che la madre Alicia dopo la denuncia non fu né condannata né assolta, ma semplicemente ''dissimulata'', cioè non fu presa in considerazione.<ref>{{cita|Tacito Annales|''Annales'', 15, 71|Tacito|harv=s Annales}}.</ref> A Lucano, così come a molti altri, viene dato l'ordine di togliersi la vita. Egli morì nel [[65]] a soli 25 anni.<ref name=pag.367/>
 
Ci sono giunte notizie e frammenti di molti suoi componimenti, andati perduti: i ''Saturnalia'', 10 libri di ''Silvae'', una tragedia ''[[Medea (Lucano)|Medea]]'', il carme ''[[Orpheus (Lucano)|Orpheus]]'', oltre ai poemetti giovanili ''[[Iliaca]]'' e ''Catachthonion''. È invece pervenuto per intero il ''Bellum Civile'' o ''[[Pharsalia]]'' (''Farsaglia'') in 10 libri. Il numero e la varietà delle altre composizioni perdute di cui si ha notizia indicano un'eccezionale precocità artistica, unita a una notevole versatilità. Dai titoli delle opere perdute trapela l'adesione ai gusti neroniani: antichità troiane e poesia di intrattenimento, ricca di spunti occasionali e raffinata nella fattura. L'opera principale rimasta, il poema epico in esametri ''[[Pharsalia (Lucano)|Pharsalia]]'' (noto anche con il titolo ''Bellum Civile''), rimase incompiuto a causa della morte prematura dell'autore. Argomento dell'opera è la guerra civile che oppose Cesare a Pompeo e che ebbe nella battaglia di Farsalo il suo punto culminante, raccontato da Lucano nel VII libro.
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{{Vedi anche|Petronio Arbitro}}
 
[[Gaio Petronio Arbitro]] (27–66), fu cortigiano, scrittore e politico romano. Conosciuto anche come ''arbiter elegantiae'' ("arbitro d'eleganza") alla corte di Nerone, definizione tratta dalla descrizione che ne fa Tacito.<ref>{{cita|Tacito Annales|''Annales'', 16, 18-19|Tacito|harv=s Annales}}.</ref>
{{Citazione|Soleva egli trascorrere il giorno dormendo, la notte negli affari o negli svaghi; la vita sfaccendata gli aveva dato fama, come ad altri l'acquista un'operosità solerte; e lo si giudicava non un gaudente e uno scialacquatore, come la maggior parte di coloro che dilapidano il loro patrimonio, ma un uomo di lusso raffinato. Le sue parole e le sue azioni, quanto più erano libere da convenzioni e ostentavano una certa sprezzatura, tanto maggior simpatia acquistavano con la loro parvenza di naturalezza. Come proconsole in Bitinia tuttavia, e poi come console, egli seppe mostrarsi energico e all'altezza dei suoi compiti. Tornato poi alle sue viziose abitudini (o erano forse simulazione di vizi?) venne accolto tra i pochi intimi di Nerone, come maestro di raffinatezze, nulla stimando Nerone divertente o voluttoso, nello sfarzo della sua corte, se non avesse prima ottenuto l'approvazione di Petronio. Di qui l'odio di [[Gaio Ofonio Tigellino|Tigellino]], che in Petronio vedeva un rivale a lui anteposto per la consumata esperienza dei piaceri. Egli si volge quindi a eccitare la crudeltà del principe, di fronte alla quale ogni altra passione cedeva; accusa Petronio di amicizia con Scevino, dopo aver indotto con denaro un servo a denunciarlo, e avergli tolto ogni mezzo di difesa col trarre in arresto la maggior parte dei suoi schiavi}}
 
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* [[Aulo Cornelio Celso]] (25 a.C. – 50 d.C.), medico e enciclopedista. Visse probabilmente nel settantennio comprendente l'impero di [[Augusto]] e di [[Tiberio]], secondo [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]]. Non fu [[medico]] di professione, ma lo stesso affermò di aver sperimentato tecniche mediche e [[Chirurgia|chirurgiche]]. Seguì probabilmente, nell'età giovanile, la [[scuola dei Sestii]], che predicava l'astensione dalla vita pubblica e dalla politica. Profondo conoscitore di [[Ippocrate di Coo|Ippocrate]] ebbe sicuramente contatti con la medicina alessandrina e con alcuni medici greci trasferiti a [[Roma antica|Roma]]. Fu autore del ''[[De Medicina]]'', che è considerato il primo [[Trattato (opera)|trattato]] completo di medicina in latino.<ref>Dino Pieraccioni, ''introduzione del "De Medicina"'', pag.X.</ref> Egli divide la scienza medica in tre filoni principali: [[dietetica]], [[farmacologia]] e [[chirurgia]]. Espone le sue conoscenze di [[semeiotica]] e [[igiene]] (libri I), dietetica (libro II), medicina interna (libro III e IV), farmacologia (libro V e VI) e chirurgia (libro VII e VIII). Nel testo compaiono numerosi esempi di sintomi, terapie e casi clinici che, sebbene non dimostrino una sua sicura appartenenza alla professione medica, sono prova della sua conoscenza profonda dei testi greci e della sua frequentazione dei [[Valetudinarium|valetudinaria]] (ospedali).<ref>Dino Pieraccioni, introduzione del "De Medicina", pag.X</ref>
 
* [[Cremuzio Cordo|Aulo Cremuzio Cordo]] (morto nel [[25|25 d.C.]]), fu uno storico. Fu sicuramente una delle figure di spicco della storiografia romana del dissenso, tesa ad esaltare il tramontato regime [[Repubblica romana|repubblicano]] contro il nuovo ordine [[Impero romano|imperiale]] retto dalla [[dinastia Giulio-Claudia]]. Cremuzio, di estrazione senatoria, fu autore di ''Annales'', una storia degli avvenimenti recenti di [[Storia di Roma|Roma]] impostata sulla tradizionale narrazione anno per anno, in cui ''pianse le guerre civili'' e ''con cui bandì in eterno i proscrittori''.<ref name="SenecaMarcia26.1">Seneca, ''Consolazione a Marcia'',26,1.''Quo civilia bella deflevit, quo proscribentis in aeternum ipse proscripsit''.</ref> Entrato in contrasto con il prefetto al pretorio [[Elio Seiano]], fu accusato da due clienti dello stesso, Satrio Secondo e Pinario Natta, di [[Lex Iulia maiestatis|crimen maiestatis]].<ref>{{cita|Tacito Annales|''Annales'', 4, 34.2|Tacito|harv=s Annales}}.</ref> Avendo capito che sarebbe stato condannato preferì lasciarsi morire di fame.<ref>{{cita|Tacito Annales|''Annales'', 4, 35.4|Tacito|harv=s Annales}}; {{cita|Cassio Dione|''Storia romana'', 57, 24.2|Cassio Dione|harv=s}}.</ref> Il Senato decretò che tutti i libri con la sua opera fossero bruciati dagli [[Edile (storia romana)|Edili]]. In seguito i suoi ''Annales'' furono ripubblicati<ref>{{cita|Tacito Annales|''Annales'', 4, 35.5|Tacito|harv=s Annales}}; {{cita|Cassio Dione|''Storia romana'', 57, 24.4|Cassio Dione|harv=s}} ci racconta che a nascondere delle copie fu sua figlia Marcia, la stessa a cui [[Seneca]] scrive la [[Consolatio ad Marciam|Consolazione a Marcia]], esaltando la figura di suo padre Cremuzio.</ref> durante il regno di [[Caligola]].<ref>Svetonio, Vita dei Cesari, IV,16.</ref> Oggi della sua opera ci rimangono solo pochi frammenti.
 
* [[Quinto Curzio Rufo]] ([[I secolo]]), storico romano di età imperiale. Della sua vita si conosce veramente poco, tanto che [[Edward Gibbon]] ipotizza che sia vissuto al tempo di [[Gordiano III]] (prima metà del [[III secolo|III secolo d.C.]]), mentre altri ancora si spingono fino a [[Costantino I]],<ref>Quinto Curzio Rufo, ''Storie di Alessandro Magno'', ''Introduzione''.</ref> ipotesi quest'ultima che ha effettivamente dei fondamenti.<ref>{{fr}} [http://www.archive.org/stream/revuedephilologi3234pariuoft#page/n223/mode/1up Cfr. René Pichon, ''L'époque probable de Quinte-Curce'', in ''Revue de philologie, de littérature et d'histoire anciennes'', Paris, 1908, année et tome XXXII, pp. 210-214.]</ref> Fu l'autore delle celebri ''Historia Alexandri Magni regis Macedonum'' (Storie di Alessandro Magno re dei Macedoni), divise in dieci libri, giunte mutile nei primi due.
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;Letteratura critica
* {{Cita libro|autore = [[Luca Canali]]|titolo = La guerra civile o Farsaglia|editore = [[Biblioteca universale Rizzoli]]|città = Milano |anno = 1996|mese = aprile|annooriginale = 1981|meseoriginale = marzo|ed = 5|url = http://books.google.it/books?id=l5QXAQAAIAAJ&q=la+guerra+civile+o+farsaglia&dq=la+guerra+civile+o+farsaglia&hl=it&ei=vNzOTqLECtOOsAbJg9GNDQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CDIQ6AEwAA|annodiaccessoaccesso = 2011|mesediaccesso =24 11|giornodiaccessonovembre = 242011|pagine = 660|idISBN = ISBN 88-17-12299-8|cid = LCBUR}}
* G. Cipriani, ''Storia della letteratura latina'', Einaudi, Torino 1999 ISBN 88-286-0370-4
* G. Cipriani, F. Introna, ''La retorica nell'antica Roma'', Carocci, Roma 2008
* {{Cita libro|autore = [[Gian Biagio Conte]]|coautori = et al.|titolo = Letteratura Latina|editore = [[Le Monnier]]|città = |anno = 2009|ed = 13|url = http://books.google.it/books?id=aFIXAQAAIAAJ&dq=editions:ISBN8800860451&hl=it|annodiaccessoaccesso = 2011|mesediaccesso =24 11|giornodiaccessonovembre = 242011|pagine = 685|idISBN = ISBN 9788800421560978-88-00-42156-0|cid = GBC}}
* {{cita libro|autore=[[Gian Biagio Conte]]|titolo=Letteratura latina - Manuale storico dalle origini alla fine dell'impero romano|editore=[[Le Monnier]]|anno=2009|annooriginale=1987|ed=13|ISBN = 978-88-00-42156-0|capitolo=Nevio|cid=GBConte}}
* [[Dario Del Corno|D. Del Corno]], ''Letteratura greca'', Principato, Milano 1995 ISBN 88-416-2749-2
* {{cita libro|wkautore=Concetto Marchesi|cognome=Marchesi|nome=Concetto|titolo=Storia della letteratura latina|città=Milano|annooriginale=1927|editore=Principato|ed=8|anno=1986|mese=ottobre}}
* {{Cita libro||[[Luciano Perelli]]|Storia della letteratura latina|1969|Paravia|Torino|ISBN=88-395-0255-6|cid=Perelli 1969}}
* {{cita libro|wkautore=Giancarlo Pontiggia|nome=Giancarlo|cognome=Pontiggia| coautori=Maria Cristina Grandi|titolo=Letteratura latina. Storia e testi|editore=Principato|città=Milano| anno=1996|mese=marzo|id=ISBN =978-88-416-2188-2}}
* {{cita libro|Benedetto|Riposati|Storia della letteratura latina|1965|Società Editrice Dante Alighieri|Milano-Roma-Napoli-Città di Castello|cid=Riposati}}{{NoISBN}}
* {{cita libro|nome=Ronald | cognome=Syme | wkautore=Ronald Syme|titolo=The Date of Justin and the Discovery of Trogus|operacollana=Historia 37|anno=1988 | lingua=en}}
* {{cita libro|nome=Franco | cognome=Villa|titolo=Nuovo maiorum sermo|editore=[[Paravia]]|città=Torino|anno=1991|isbn=88-395-0170-3}}
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