Espulsione dei tedeschi dopo la seconda guerra mondiale: differenze tra le versioni

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=== Paesi Bassi ===
 
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il governo [[Paesi Bassi|olandese]] decise di espellere i 25.000 tedeschi che vivevano in Olanda<ref name=geschiedenes>{{nl}} documentario [http://geschiedenis.vpro.nl/afleveringen/23997653/ Black Tulip].</ref>. I tedeschi, nonostante avessero spesso consorti e figli olandesi, vennero etichettati come ''soggetti ostili'' ([[Lingua olandese|olandese]]: ''vijandelijke onderdanen'')<ref name=geschiedenes/>. L'operazione iniziò il 10 settembre 1946 ad [[Amsterdam]], quando i tedeschi furono arrestati nelle proprie case durante la notte e furono costretti a preparare un bagaglio del peso di 50&nbsp;kg nel tempo massimo di un'ora. Inoltre furono autorizzati a prendere solamente 100 [[Fiorino olandese|fiorini]] con loro, mentre il resto dei loro beni veniva confiscato dallo Stato. Furono portati nei campi di internamento al confine con la Germania, il maggiore dei quali fu a Mariënbosch vicino a [[Nimega]]. In tutto circa 3.691 tedeschi (meno del 15% dei 25.000 tedeschtedeschi dei Paesi Bassi) furono espulsi.
 
Le forze alleate di occupazione nella Germania occidentale si opposero a questa operazione, temendo che le altre nazioni potessero seguire l'esempio. La zona occidentale non era in condizione economica di poter ricevere un gran numero di sfollati a quel tempo. Le truppe britanniche reagirono mandando 100.000 cittadini di etnia olandese dalla Germania nei Paesi Bassi.