La Storia (romanzo): differenze tra le versioni

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Un giorno di gennaio dell'anno [[1941]] Gunther, giovanissimo militare del [[Terzo Reich|Reich]] ubriaco, vaga per Roma alla ricerca di un bordello. Durante la sua (infruttuosa) ricerca, incontra una donna, la maestra trentasettenne Ida Ramundo vedova Mancuso ([[ebrea]] per parte di madre) e madre di un turbolento ragazzo quindicenne di nome Antonio Mancuso, soprannominato Nino.
 
Colto da un attacco di panico che trasforma in rabbia la sua nostalgia, il soldato violenta la donna, che ne rimarrà incinta e avrà un figlio, Giuseppe, ribattezzato "Useppino" da suo fratello. Di Gunther, che immediatamente dopo perirà a bordo del convoglio aereo destinato al trasporto delle truppe tedesche in Africa, non avrà più alcuna notizia. La diffidenza di Ida nei confronti del soldato tesdescotedesco è giustificata dalla sua storia famigliare: la donna - che il padre, amante del' [[opera lirica]], avrebbe voluto chiamare Aida, in omaggio alla protagonista dell'[[Aida|omonima opera]] di [[Giuseppe Verdi]] - è nata a [[Cosenza]] trentasette anni prima, figlia unica e molto amata di due maestri di scuola elementare, Giuseppe Ramundo, di origine contadina e fede [[anarchia|anarchica]], segretamente dedito al [[alcolismo|bere]], e di Eleonora "Noruzza" Almagià, di orgine [[ebrea]]; la madre di Ida, peraltro, già ben prima delle [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]] aveva sempre nascosto le proprie origini, confidandosene solo col marito e la figlia, e ha preteso che Ida venisse battezzata nella [[Chiesa Cattolica]] proprio per proteggerla da ogni possibile sospetto. Da bambina, Ida è timida, diligente nello studio - tanto che diventerà maestra come i propri genitori - ma soffre di un male misterioso che viene definito [[isteria]] (si tratta probabilmente di [[crisi epilettiche|epilessia]]) e questo segreto, così come l'origine [[ebrea]] della madre e le opinioni politiche del padre, è custodito gelosamente dalla famiglia. Al termine della [[Prima Guerra Mondiale]] Ida conosce un commesso viaggiatore di origine siciliana, Alfio Mancuso, col quale si sposa, andando a vivere a [[Roma]]. Poco dopo, agli albori della [[fascismo|dittatura]], muore il padre, Giuseppe Ramundo, minato dall'abuso di [[Etanolo|alcol]] e profondamente sconfortato per il crollo delle sue antiche idee di gioventù. Qualche anno dopo, moriranno a poca distanza l'uno dall'altra anche Alfio Mancuso, reduce dalla [[Guerra di Abissinia]], e Noruzza Almagià, ormai anziana e non più lucida, che ha vissuto con terrore crescente l'inizio della [[leggi razziali fasciste|campagna contro gli ebrei]].
 
Ida e i suoi figli vivono in una casa di San Pietro. Nino è un ragazzo esuberante e innamorato della vita: fervente fascista (ma solo per braveria: in realtà non ha nessuna idea di cosa sia il [[Fascismo]]), ostenta sacra voglia di studiare, linguaggio scurrile, comportamento spavaldo e sfrontato. Non si avvede della gravidanza di sua madre fino alla nascita del bambino, ma già dalla prima volta in cui lo vede se ne innamora, e inizia con lui uno stupendo rapporto di amore fraterno, per quanto discontinuo a causa dei continui vagabondaggi di Nino, che durerà, fino alla sua morte.